23.11.11
Repubblica nazionale G8, De Gennaro assolto: non invitò a mentire
G8, De Gennaro assolto: non invitò a mentire
La Cassazione cancella la condanna per l´ex capo della polizia. Il padre
di Giuliani: è la casta degli intoccabili
Assolto in primo grado, i giudici di appello gli avevano dato un anno e
quattro mesi
ELSA VINCI
ROMA - La Cassazione riscrive la storia sugli scontri per il G8 a Genova.
La Corte ha assolto l´ex capo della polizia, Gianni De Gennaro, ora
direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza, condannato in
secondo grado a un anno e quattro mesi per istigazione alla falsa
testimonianza. «I fatti non sussistono». Annullata anche la pena di un
anno e due mesi all´ex capo della Digos del capoluogo ligure, Spartaco
Mortola, oggi questore a Torino. Erano stati giudicati con l´accusa di
aver fatto pressioni su uno dei loro funzionari, «per convincerlo a
testimoniare il falso» e tirarsi fuori dal pasticcio della scuola Diaz.
«Finalmente la Cassazione ha ristabilito la verità», dice con un sospiro
di sollievo De Gennaro. L´avvocato Franco Coppi non nasconde che il
coordinatore dei servizi segreti «è molto soddisfatto», che «ci teneva al
riconoscimento della correttezza del suo operato».
Ribaltato dunque il giudizio della Corte d´appello, che nel 2010 aveva
condannato 27 imputati a complessivi 96 anni di carcere. De Gennaro e
Mortola avevano scelto il rito abbreviato e per questo il loro processo è
arrivato per primo a piazza Cavour.
Tutto è nato da un´indagine che si incrociava con quella per il blitz alla
scuola Diaz, la notte del 21 luglio 2001, durante il G8 a Genova. Una
notte di sangue e arresti. Interrogato dai magistrati, il questore
Francesco Colucci disse di aver ricevuto l´ordine di mettersi in contatto
con Roberto Sgalla, allora responsabile delle relazioni esterne della
polizia. Che andò a dare un´occhiata alla Diaz, dove c´era una
perquisizione.
Durante il processo, il 3 maggio 2007, Colucci ha cambiato versione:
«Sgalla l´ho cercato io, nessuno mi ha detto di farlo». Ma ci sono una
serie di intercettazioni tra Colucci e Mortola. Una in particolare. Diceva
l´ex questore: «Ho parlato con il capo, devo fare marcia indietro». Il
«capo» sarebbe stato De Gennaro. Ma il perno dell´accusa non ha convinto
il gup, che in primo grado ha assolto.
Ieri il procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello, ha
ricordato che al G8 di Genova «i fatti gravi sono stati ben altri»: la
morte di Carlo Giuliani, i pestaggi. E senza esitazioni ha chiesto
l´annullamento della sentenza d´appello. «Fa numerosi salti di corsia e
non spiega per quale motivo sia rilevante la falsa testimonianza di De
Gennaro ai fini di sviare il convincimento dei giudici.
Nel caso di Mortola poi, non si descrive nemmeno la condotta materiale
contestata all´imputato». Laura Tarantini, avvocato di parte civile, dopo
la requisitoria del Pg, ha commentato: «Surreale». E il legale di uno dei
ragazzi pestati dagli agenti, Francesco Romeo, ha sottolineato: «Il
problema della falsa testimonianza non è irrilevante perché incide sul
processo per le violenze alla Diaz». La Cassazione, ma si saprà con
certezza solo col deposito delle motivazioni, ha ritenuto che i fatti
attribuiti a De Gennaro e Mortola «non abbiano avuto portata offensiva».
Per il padre di Carlo Giuliani, il signor Giuliano, «tutto questo
ripropone ferite lancinanti». Ma soprattutto «dimostra che in Italia
esiste una casta di intoccabili».