21.01.12
repubblica genova "Processi G8, i giudici furono liberi nessun condizionamento dai media"
"Processi G8, i giudici furono liberi nessun condizionamento dai media"
FRANCO CAPITANO
I mass media durante il G8 non hanno condizionato i giudici, liberi di
prendere le loro decisioni. Lo ha sottolineato la 5a sezione penale della
Cassazione, convalidando le condanne a quattro poliziotti per il reato di
falsità ideologica in atti pubblici durante il vertice del luglio 2001.Nel
bocciare i ricorsi presentati da Antonio Cecere, Luciano Beretti, Marco
Neri e Simone Volpini, la Suprema Corte ha precisato che «operare arresti
consapevolmente indiscriminati, pure in occasione di tumulti, costituisce
condotta penalmente rilevante quando del primo evento emerga traccia
probatoriamente inequivoca». I fatti si sono verificati in occasione degli
scontri verificatesi tra manifestanti e polizia del primo pomeriggio del
20 luglio 2001. Nel corso delle manifestazioni del capoluogo ligure, in
parte autorizzate dalle autorità, in altra parte invece «non autorizzate e
violente», i quattro agenti avevano redatto i verbali di arresto di due
spagnoli, Adolfo Gonzales e Luis Alberto Lorente, e gli atti successivi,
«incolpandoli falsamente di reati che non avevano mai commesso e avevano
conseguentemente anche operati arresti abusivi in loro danno». Un giudizio
non condiviso in primo grado dal tribunale di Genova che, in primo grado,
aveva assolto i quattro agenti di polizia ritenendo che i poliziotti
fossero stati tratti in errore dalla ´concitazione del momento´ che vedeva
da una parte l´azione violenta dei black bloc e dall´altra la
dimostrazione autorizzata dei manifestanti pacifisti della rete Lilliput,
della quale pare facessero parte i due cittadini spagnoli. Giudizio
ribaltato dalla Corte d´Appello di Genova il 13 luglio del 2002, che
condannava i poliziotti per reato continuato di falsità ideologica in atti
pubblici sulla base del fatto che l´arresto dei due spagnoli non era stato
niente altro che «un atto abusivo e doloso privo di qualsiasi
giustificazione».
I quattro agenti in Cassazione sostenevano di essere stati tratti in
errore dalla concitazione dei fatti in piazza Manin. La suprema Corte ha
bocciato le tesi difensive e ha evidenziato che «la Corte di merito ha
potuto argomentare in maniera del tutto completa e razionale le ragioni
della ritenuta falsità, voluta e consapevole, delle attestazioni degli
agenti, nel verbale di arresto dei due per flagrante resistenza a pubblico
ufficiale e possesso di armi».
Quello dei quattro fu «un comportamento non in linea con i doveri
istituzionali». Il 90% delle persone arrestate durante il G8 (oltre
trecento) era stato fermato in maniera illegale.