16.06.12
repubblica genova G8, l’ultima beffa: slitta la sentenza sul massacro della Diaz
IL PROCESSO per la «macelleria messicana » finisce in freezer fino al 5
luglio. E il giorno dello slittamento dell’attesissima sentenza di
Cassazione, le vittime della Diaz, undici anni dopo i fatti del G8
genovese, si rivolgono direttamente al presidente Napolitano: «Ci faccia
avere lui - è l’appello di Enrica Bartesaghi, madre di una delle ragazze
massacrate nel 2001 - quelle scuse che nessun Ministro dell’Interno o capo
della polizia ha mai voluto farci in 11 anni».
G8, la “macelleria messicana” resta nel freezer
La sentenza slitta al 5 luglio. Le vittime: “Napolitano ora ci faccia
avere le scuse”
MARCO PREVE
DAL NOSTRO INVIATO
ROMA
— «Non abbiamo mai ricevuto delle scuse da parte delle istituzioni, del
presidente Napolitano, del Ministro dell’Interno, del capo polizia, e
crediamo sia comunque doveroso che vengano fatte, aldilà di quello che
sarà l’esito di una sentenza che sembra non voler mai arrivare ». Enrica
Bartesaghi, presidente del comitato “Verità e Giustizia per Genova” e madre
di una delle vittime del pestaggio della Diaz, ieri mattina, sulla
scalinata della Corte di Cassazione a Roma, ha lanciato questo appello al
Presidente della Repubblica. Perché sembra assurdo, ma per quanto sia
stato difficile arrivare alle battute finali della vicenda giudiziaria,
sembra ancor più complicato ottenere una semplice parola di scuse.
Era destino che anche il finale del processo per l’irruzione alla scuola
Diaz dovesse dilatarsi al pari dei silenzi, delle omertà, delle
responsabilità rifiutate e
scaricate su altri che sono la cifra di questi undici anni di inchiesta.
La sentenza di Cassazione attesa per ieri pomeriggio é slittata al 5
luglio e a quella data mancheranno solo pochi giorni al 21 luglio del
2001, ovvero l’ennesimo anniversario senza giustizia per i manifestanti
picchiati senza pietà e accusati con false prove dalla «macelleria
messicana» di cui si resero protagonisti, secondo la sentenza d’Appello,
25 poliziotti italiani tra i quali alcuni dei massimi dirigenti.
È stato il protrarsi delle arringhe
degli avvocati difensori — più volte entrati in rotta di collisione con il
presidente della Quinta sezione penale Giuliana Ferrua — a determinare lo
slittamento suscitando la protesta delle vittime. La decisione del rinvio
è stata presa durante l’arringa di Silvio Romanelli.
In aula era presente Mark Covell, il giornalista inglese che fu massacrato
ancor prima dell’irruzione e per il cui tentato omicidio non sono mai
stati scoperti i responsabili.
Enrica Bartesaghi ha sottolineato come le vittime della Diaz
aspettino «giustizia da undici anni, ed è vergognoso che in questo modo
siano stati prescritti la maggior parte dei reati garantendo così
l’impunità per gli autori delle violenze alla Diaz e a Bolzaneto che non
faranno mai un giorno di carcere». Poi l’appello al Presidente Napolitano:
«Che almeno lui dia un segno forte, visto che l’Avvocatura dello Stato non
è stata dalla parte delle vittime ma da quella degli imputati condannati
in appello, ed è indegno per un paese civile».