21.07.12
repubblica genova G8, anche il sindaco in piazza Alimonda
G8, anche il sindaco in piazza Alimonda
MARCO PREVE
«HO MANIFESTATO in strada nel luglio 2001 ma ero e resto contrario
all’invasione della Zona Rossa. Oggi come ieri è importante ribadire il
rifiuto ad ogni forma di violenza». Contro i massacratori in divisa,
contro i black bloc ma anche contro le tute bianche, che volevano sfondare
le protezioni e invadere simbolicamente la cittadella dei potenti della
terra. Il sindaco Marco Doria, ieri pomeriggio, è intervenuto in piazza
Alimonda all’anniversario per l’uccisione di Carlo Giuliani, cerimonia
laica che come ogni anno, da undici anni, viene celebrata con musica,
poesie e
ricordi dei familiari e degli amici di Carlo.
Piazza Alimonda, Doria in piazza “Ma dirò sempre no alla violenza”
MARCO PREVE
IL SINDACO Doria ha abbracciato il papà di Carlo, Giuliano Giuliani («lo
conoscevo da ben prima del 2001 e partecipo da padre al dolore suo e dei
suoi cari») e poi ha spiegato le ragioni della sua presenza.
«Sono qui - ha detto - prima di tutto come cittadino genovese e poi come
sindaco. Nel 2001 partecipai alle manifestazioni del 19 e del 21 non a
quelle del 20 (
quando Giuliani venne ucciso, ndr)
perché ritenevo sbagliato utilizzare come parola d’ordine lo sfondamento
della zona rossa».
Il sindaco ha ricordato le due recenti sentenze del G8 chiuse in
Cassazione. «Quella della Diaz ha detto - è una sentenza importante
intanto perché afferma che ci fu grave violazione della legalità da parte
di chi era tenuto per primo a rispettarla, e poi perché è una grande
dimostrazione di democrazia quella di istituzioni capaci di giudicare e
condannare sé stesse ».
Doria ha poi aggiunto che «se
uomini delle forze dell’ordine si sono comportati in quel modo, io penso
lo abbiano fatto perché in quei giorni a Genova si respirava una copertura
politica».
Quanto alle pesantissime condanne per devastazione e saccheggio a cinque
manifestanti, Doria risponde che «in quei giorni
ci fu chi venne a Genova per fare violenza e tanti l’hanno fatta franca.
Io rifiuto di mettere in contrapposizione le due sentenze, Diaz e
devastazione, il mio giudizio è storico e politico. E anche se può
emergere una disparità tra fatti e condanne, questa è una questione
giuridica che non mi compete».
In queste ore in Comune si è creata una spaccatura, anche in seno alla
maggioranza, dopo che alcuni consiglieri avevano proposto una serie di
mozioni legate al G8, come quella di sollecitare le autorità nazionali a
porgere scuse ufficiali alle vittime oppure di conferire alle stesse la
cittadinanza
onoraria.
«Martedì in consiglio - dice il sindaco - ci sarà un momento dedicato
proprio alle giornate del G8 e io farò un intervento. Credo comunque che
sia sbagliato affrontare questioni così complesse e delicate a colpi di
mozione».
Doria ha approvato la scelta di
Marta Vincenzi di dare la cittadinanza onoraria a Mark Covell, il
giornalista inglese che alla Diaz venne brutalmente pestato e rischiò di
morire. «Quello è stato un gesto giusto e simbolico- dice il sindaco Doria
- ma sono contrario all’inflazione delle onorificenze». Tra le richieste
della mozione poi ritirata, c’era anche quella di sollecitare una
commissione d’inchiesta parlamentare, decisione che in undici anni la
politica, e in particolare le forze di sinistra (la destra è sempre stata
contraria) non sono mai state in grado di prendere nonostante proclami
tanto roboanti quanto inefficaci.
«Intanto - dice Doria - voglio sottolineare come l’allora sindaco Giuseppe
Pericu abbia saputo rappresentare nel migliore dei modi la dignità di una
città pesantemente ferita. Ho già detto che, sicuramente, a Genova vi
furono coperture politiche, seppur non esplicite dietro a determinati
comportamenti, ma non credo che per scoprire responsabilità di questo
genere la commissione d’inchiesta sia lo strumento più idoneo».