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22.07.12

repubblica genova Diaz, ritorno nella scuola dell’incubo

Diaz, ritorno nella scuola dell’incubo
Il Comitato verità e giustizia: “Introdurre il reato di tortura”
NADIA CAMPINI

UNDICI anni dopo davanti alla scuola Diaz, in via Cesare Battisti ad
Albaro, tre giovani si avvicinano alle cancellate e con la macchina
fotografica immortalano il ricordo di quel luogo che ormai è diventato un
simbolo, «per non dimenticare» una ferita ancora aperta nel cuore non solo
dei genovesi, ma anche della comunità internazionale, tanto che come ogni
anno sono diversi i giovani e meno giovani arrivati da fuori città per
partecipare alla fiaccolata che si è tenuta ieri sera. «La sentenza della
Cassazione che ha disposto l’allontanamento dal loro posto di funzionari e
dirigenti di polizia è stata una sentenza storica — denuncia Enrica
Bartesaghi, del comitato Verità e Giustizia — eppure è stata accolta con
un silenzio assordante dei partiti politici, in particolare di quelli che
sostengono il governo, mentre
manca un impegno forte per voltare davvero pagina». Come? il comitato ha
un pacchetto di proposte mette in campo chiedendo a Genova e a tutta la
comunità di sostenerlo con forza.
«In primo luogo chiediamo l’introduzione nel nostro ordinamento del reato
di tortura — spiega Lorenzo Guadagnucci, dello stesso comitato — un tema
sul quale l’Italia è inadempiente da anni rispetto alle richieste
dell’Unione Europea, mentre invece dovrebbe essere finalmente cancellato
il reato di devastazione e saccheggio residuato dal codice Rocco. In base
a questo reato, che non dimentichiamolo si è consumato solo nei confronti
di cose e non di persone, in dieci dovranno trascorrere diversi anni in
galera solo perché sono finiti in mezzo alla gestione fallimentare della
situazione da parte della polizia e delle forze dell’ordine».
E con questo si arriva alla terza proposta contenuta nel pacchetto
presentato dal comitato Verità e giustizia: l’identificabilità
delle forze di polizia. «Anche la sentenza della Cassazione — ricorda
ancora la Bartesaghi — ha condannato solo gli ufficiali, i comandanti, ma
non i materiali esecutori del massacro,
che non erano identificabili, e lo stesso problema si è avuto in questi
undici anni anche in altri casi, invece questo elemento fondamentale che
viene a mancare lascia ampio
spazio agli abusi, che finiscono per non essere mai puniti».
E sempre in quest’ottica c’è la richiesta di lavorare alla costituzione di
un ente terzo, come esiste ad esempio in Inghilterra,
al quale sia possibile rivolgersi in caso di violazione di diritti da
parte di chi quei diritti dovrebbe invece farli rispettare.

I particolari

TORTURA
Il reato non è previsto dal nostro codice mentre l’Unione Europea chiede
di inserirlo nell’ordinamento
SACCHEGGIO
E’ il reato in base al quale sono stati condannati con pene pesanti dieci
persone identificate per i danni materiali durante il G8
IDENTIFICAZIONE
Gli agenti delle forze di polizia dovrebbero essere identificabili tramite
un tesserino di riconoscimento sulla divisa

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