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02.07.12

repubblica genova Diaz, nuove nubi sul processo infinito

Uno sciopero potrebbe far slittare ancora la sentenza in Cassazione
Il Comitato Verità e Giustizia: "Abbiamo aspettato undici anni, eravamo
già a Roma il 15 giugno. Adesso basta con i rinvii"
MARCO PREVE

Mentre stanno suscitando un acceso dibattito, all´interno alla
magistratura, le critiche del procuratore generale genovese Enrico Zucca
(un articolo per la rivista Altraeconomia che ieri Repubblica ha
rilanciato) alla sentenza con cui la Cassazione ha assolto dall´accusa di
induzione alla falsa testimonianza l´ex capo della polizia Gianni De
Gennaro, un altro ostacolo si abbatte sulla lunghissima strada del
processo per l´irruzione alla scuola Diaz.
Sembra incredibile, ma un sindacato dell´avvocatura, Oua, per altro
minoritario, alla fine di giugno ha pensato di proclamare una giornata di
sciopero, quindi con astensione delle udienze, fissando la data al 5
luglio. Ossia proprio il giorno in cui era stato rimandato per l´ultimo
(così sembrava) appuntamento in Cassazione, il processo ai 25, tra
funzionari e agenti di polizia, condannati in secondo grado per la
«macelleria messicana» del G8 del 2001.
Il 15 giugno, infatti, giorno in cui già avrebbe dovuto concludersi, il
presidente della Quinta sezione penale Giuliana Ferrua, visto il
prolungarsi delle arringhe dei difensori, aveva annunciato a sorpresa il
rinvio al 5 luglio. E subito dopo era arrivata la proclamazione dello
sciopero dell´Oua «contro la "complessiva operazione di rottamazione della
giustizia pubblica, le liberalizzazioni e la demolizione del processo
civile». Anche se il 5 luglio è previsto l´ultimo intervento, quello
dell´avvocato Carlo Di Bugno, difensore di Giovanni Luperi, uno dei
superpoliziotti, è sufficiente che uno dei difensori aderisca
all´agitazione per ottenere il rinvio del processo che, a questo punto,
molto probabilmente slitterebbe a dopo l´estate.
Durissima la reazione del comitato Verità e Giustizia per Genova
attraverso la voce di Enrica Bartesaghi, madre di una delle ragazze
picchiate e arrestate alla Diaz e passata anche nell´inferno del carcere
di Bolzaneto: «Abbiamo aspettato undici anni, siamo andati a Roma il 15
giugno, data prevista per la sentenza, inutilmente, chiediamo che non ci
siano ulteriori rinvii».
Intanto, continua a restare senza risposta l´appello lanciato dal comitato
Verità e Giustizia al presidente Giorgio Napolitano: «Non abbiamo mai
ricevuto delle scuse da parte delle istituzioni, del presidente
Napolitano, del Ministro dell´Interno, del capo polizia, e crediamo sia
comunque doveroso che vengano fatte, aldilà di quello che sarà l´ esito di
una sentenza che sembra non voler mai arrivare». «Che almeno il Presidente
- chiedono i portavoce del Comitato - dia un segno forte, visto che
l´Avvocatura dello Stato non è stata dalla parte delle vittime ma da
quella degli imputati condannati in appello, ed è indegno per un paese
civile».
L´attesa dell´ultima sentenza in Cassazione sulla Diaz si carica, intanto,
in queste ore anche della discussione generata dalle dure critiche rivolte
dal pg Zucca all´assoluzione del prefetto De Gennaro. Secondo Zucca la
sentenza della Suprema Corte, in alcuni suoi passaggi, «è un atto di
forza», oppure si muove con «assoluta leggerezza», oppure «tace» e ancora,
invece di guardare al diritto, si tuffa nei fatti.
L´analisi del pg che, con il collega Francesco Albini Cardona, ha condotto
tutta l´inchiesta sui fatti della Diaz può essere letta nella rubrica "In
punta di diritto" che il magistrato cura sulla rivista (è appena uscito il
numero di luglio) Altreconomia.

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