05.07.12
repubblica genova Diaz, il giorno della verità oggi sentenza in Cassazione
LA CASSAZIONE oggi metterà la parola fine alla vicenda dell'irruzione alla
scuola Diaz, nel corso del G8, che vede imputati 25 tra agenti e
funzionari di polizia. Un verdetto che arriva a distanza di undici anni
dall'irruzione nella scuola dove erano stati alloggiati dal comune i
rappresentanti dei movimenti No global. L'udienza si svolge davanti ai
giudici della Quinta sezione penale presieduta da Giuliana Ferrua e
riprenderà, dopo il rinvio disposto venti giorni fa, stamattina alle 9
quando prenderà la parola l'ultimo avvocato che farà la sua arringa a
difesa di alcuni poliziotti. Qualora dovesse essere confermata la sentenza
della Corte d'appello di Genova del 18 maggio 2010 scatterebbe l'immediata
esecuzione delle pene. Tra prescrizione e indulto le condanne in ogni caso
non saranno detentive ma per i funzionari significherebbe l'immediata
decadenza da incarichi e la sospensione dal servizio visto che per
ciascuno dei 25 imputati il giudice di secondo grado ha disposto la pena
accessoria della interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Tra gli
imputati, anche alti funzionari come il capo del Dipartimento centrale
anticrimine Francesco Gratteri (4 anni in appello), l'ex vice direttore
dell'Ucigos, Giovanni Luperi (4 anni), Gilberto Caldarozzi, attuale capo
servizio centrale operativo (vice capo nel 2001) assolto in primo grado e
condannato a 3 anni e 8 mesi in appello. La pena più alta è quella
inflitta a Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma
condannato a 4 anni in primo grado e a 5 in appello (per lui c'è l'accusa
di lesioni gravi che
non si sono prescritte). Il tempo trascorso dall'inizio dei fatti, 21
luglio 2001, ha comportato la prescrizione delle lesioni. Resta in piedi
il falso in atto pubblico (si prescriverà nel settembre 2013) nei
confronti di chi firmò i verbali di arresto e perquisizione. All'epoca,
Gratteri, Caldarozzi e Luperi erano i più alti in grado sul campo. I fatti
risalgono alla notte del 21 luglio. Furono oltre 60 le
persone ferite e 93 gli arrestati per i disordini, poi prosciolti. In
quella circostanza furono sequestrate due bottiglie molotov che, secondo
l'accusa, furono portate all'interno della scuola per giustificare gli
arresti. Una tesi condivisa anche dalla pubblica accusa della Cassazione
rappresentata da Pietro Gaeta che nella requisitoria, chiedendo di
confermare le condanne per le violenze alla Diaz, ha definito l'episodio
delle molotov la prova regina, “l'architrave nella costruzione delle false
prove”. Per la lettura del verdetto ci saranno anche alcuni rappresentanti
del Comitato Verità e Giustizia per Genova. Tra loro anche Lorenzo
Guadagnucci, il giornalista del Resto del Carlino rimasto vittima dei
pestaggi. In primo grado ci sono state 13 condanne e 16 assoluzioni. Le
persone assolte erano i vertici della catena di comando. Il 18 maggio 2010
la Corte d'appello ribaltò la sentenza, con 25 condanne.