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15.10.11

Repubblica Genova Colpo di spugna sulla Diaz, l´ira dei pm

Colpo di spugna sulla Diaz, l´ira dei pm
Zucca e Macchiavello: gravi negligenze, a rischio diritti sanciti dalla
Corte europea
MARCO PREVE

«Il ritardo nella trasmissione dell´incartamento Diaz alla Cassazione è
una disfunzione palese del sistema, addebitabile a comportamenti
negligenti».
Il sostituto procuratore generale Enrico Zucca commenta così le
dichiarazioni a Repubblica del presidente della Corte d´Appello Mario
Torti circa l´incredibile ritardo - un anno e mezzo dalla sentenza di
secondo grado - nell´invio a Roma degli atti del processo per l´assalto
alla scuola Diaz, nel G8 del 2001. Una situazione che rende sempre più
probabile la prescrizione per i 25 alti funzionari di polizia condannati
per le violenze e le false prove.
Torti ha spiegato che, a bloccare l´invio, è l´assenza della ricevuta di
avvenuta consegna di 15 notifiche - banali talloncini - ad altrettanti
imputati. Secondo il presidente, l´intoppo «è colpa degli ufficiali
giudiziari di Roma». Secondo i pg Enrico Zucca e Pio Macchiavello, che
hanno sostenuto l´accusa al processo, però, l´incredibile ritardo comporta
per lo Stato italiano una violazione dei principi stabiliti dalla Corte
Europea per i Diritti dell´Uomo: «Di fronte a questo stallo, ogni organo
dell´amministrazione, dai magistrati, alle cancellerie, agli ufficiali
giudiziari, ha il dovere di attivarsi per far rispettare la norma.
Esistono responsabilità che obbligano a controllare, sollecitare e
intervenire anche contestando delle omissioni laddove si verifichino
situazioni abnormi».
Laura Tartarini, uno degli avvocati del Genoa Legal Forum che assistono le
vittime dei pestaggi, ossia i 93 ragazzi massacrati alla Diaz, a sua volta
sottolinea che: «Il problema delle notifiche era noto alla Corte d´Appello
già a luglio e ad aprile il procuratore generale Luciano Di Noto aveva
sollecitato il presidente Torti ad attivarsi. Questo non è un procedimento
per un furto al supermercato, ma uno dei processi più importanti nella
storia italiana che coinvolge alcuni dei massimi vertici della polizia.
Non vorremmo che proprio questa fosse la causa dei ritardi».
Il balletto delle responsabilità svela anche un aspetto paradossale della
vicenda. Nel suo ricorso in Cassazione, infatti, la procura generale aveva
denunciato la possibile incostituzionalità delle norme relative alla
prescrizione, a causa del contrasto delle stesse con la normativa
stabilita dalla Corte Europea dei Diritti dell´Uomo (Cedu). La Cedu vieta
la prescrizione per reati di tortura o maltrattamento, ai quali possono
essere parificate le azioni compiute da alti funzionari nella scuola Diaz.
Un obbligo che è già costato all´Italia una condanna. «L´Europa - spiega
il pg Zucca - dice allo Stato italiano: non devi fare andare in
prescrizione determinati reati. E devi evitarlo in tutti i modi e
attraverso tutte le tue articolazioni. Pensare che un processo possa
essere tenuto in scacco da 15 talloncini o da un ufficiale giudiziario è
inammissibile».
Da Roma, intanto nessun segnale, e il destino del processo Diaz è
totalmente uscito dall´agenda politica della politica e del centrosinistra
in particolare.

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