Home Page

19.10.03

Lavoro Repubblica: I poliziotti passano al contrattacco

UN PM SAPEVA DEI FALSI ALLA DIAZ, i poliziotti passano al contrattacco
Domani sara' presentato in Procura un esposto per chiedere il trasferimento
dell'inchiesta

Seguendo quello che rischia di diventare una sconsolante prassi tutta
italiana, anche gli agenti indagati per il famigerato blitz alla scuola
Diaz, ed i superpoliziotti in particolare, vorrebbero rifiutare il
confronto con i giudici naturali (quelli genovesi) per affidarsi
preferibilmente ad un'altra Procura. Ovvero; difendersi «da» e non «nel»
processo. La contraddizione tra chi giura di aver agito nel rispetto della
legge e questa manovra, che' puzza tanto di fuga,- verrà spazzata via
domattina intorno alle dieci, quando al procuratore capo Francesco Lalla
sarà consegnato un esposto denuncia da 35 pagine per dire basta agli
scomodi pm del pool G8. L'estro di una rovesciata giuridica tanto
spettacolare arriverebbe da una sgangheratissima dichiarazione di un altro
indagato eccellente l'ex responsabile della Digos del capoluogo ligure.
Spartaco Mortola . Il quale, in un interrogatorio di un anno e mezzo fa
davanti ai pm Monica Parentini ed Enrìcc Zucca, ad un certo punto fa il
nome di un altro magistrato del pool.
Francesco Pinto. Borbotta, s'incespica con le parole, poi sparacchia: le
due molotov maledette molotov .prova fasulla rispolverata afd hoc per
incastrarare i 93 noglobal innocenti - furono messe anche su consiglio di
Pinto il magistrato di turno quella notte. Me lo disse un collega, Filippo
Ferri, che parlò con lui al telefono».
Perché sparacchia, Mortola? Perché se fosse come dice, sarebbe una perfetta
quanto clamorosa ammissione di colpevolezza, e cioè: abbiamo preparato una
trappola, pur sempre con la complicità del pm, madi falsificazione vera e
propria si tratta. Siamo colpevoli appunto. Invece Mortola ci ripensa e
subito ritratta, spiega di essere confuso, emozionato. «Non ci faccìa caso,
dottore>> implora. Fa una tale figuraccia che il suo legale chíede di non
verbalízzare, ma tanto è già stato tutto registrato. E però, quella
figuraccia potrebbe evitarne altre. Vediamo come: secondo gli avvocati
della parte degli imputati, Zucca-Parentíni avrebbero dovuto fermare
tutto. Trasmettere atti ad un'altra Procura, quella di Torino: sia nel caso
che fosse plausibile l'accusa dì complicità rivola a Pinto, sia in quello
che la calunnia: di Mortola fosse evidente. Invece i pm hanno continuato
come se nulla fosse. Così non si fa, ° protestano gli indagati. Non è
giusto. La conseguenza si chiama articolo 54 quater del codice di procedura
a penale: in concreto, istanza perché la Procura si spogli dell'inchiesta o
rifiuti con motivazione scritta, ipotesi alla quale gli avvocati
ricorrerebbero davanti al procuratore generale della Cassazione.
All'orizzonte, la Procura di Torino. Nelle 35 pagine battute al computer
nel tardo pomeriggio di ieri ci sono altre segnalazioni di presunte
irregolarità commesse dagli uomini del pool. Mescolare il tutto, ed agitare
bene. Qualcosa dovrà pur succedere.
I pm genovesi tacciono, se si esclude una citazione ciceroniana di Pinto
(«Multa renascuntur, quae iam ceciderunt»_ molte cose rinascono che già
furono sepolte). L'indignazione tuttavia è evidente. Sulle fantomatiche
telefonate tra i protagonisti' del blitz alla Diaz e qualche giudice
pensavano di aver gia' fatto chiareza da tempo. In effetti un super
poliziotto aveva chiamato un magistrato, ma non appartenente al gruppo che
si e' poi occupato dellascuola di via Battisti. E Ferri (capo della squadra
mobile spezzina aveva smentito recisamente ("Falso, assolutamente falso")
la circostanza della chiaccherata con Pinto. Adesso pero' Ferri ha chiesto
di farsi interrogare di nuovo, e' possibile che abbia qualcosa in piu' da
dire. Prosismo interrogatorio anche per Francesco Gratteri, capo
dell'Antiterrorismo, che per il momento non si associa allla manovra di
domani mattina. Pero', mai dire mai: in questa vicenda abbiamo imparato che
c'e' sempre qualcosa di sorprendente dietro l'angolo.

Massimo Calandri

.
.