06.11.12
genova 24 G8, processo all’ex questore Colucci
. Il pm Zucca: “In primo grado corale opera di inquinamento delle prove”
Genova. Sta giungendo alle battute finali il processo, davanti al giudice
monocratico Massimo Deplano, contro l’ex questore di Genova Vincenzo
Colucci, accusato di falsa testimonianza nell’ambito del processo per i
fatti della scuola Diaz.
Questa mattina era attesa la richiesta pena da parte dei pubblici
ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, ma l’assenza di
quest’ultimo e il prolungarsi dell’udienza, hanno indotto il magistrato a
rinviare le richiesta dei pm e parti civili alla prossima udienza che si
terrà lunedì 12 novembre. Il 20 novembre invece parlerà il difensore di
Colucci Maurizio Mascia.
L’ex questore Colucci, a capo della centrale operativa delle forze
dell’ordine nei giorni del G8 di Genova, secondo l’accusa avrebbe
ritrattato in aula la sua testimonianza su diversi punti chiave relativi
alla sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, per la quale la Corte di
Cassazione ha condannato in via definitiva per falso, calunnia e lesioni
25 funzionari di polizia, tra cui alcuni tra i massimi vertici della
Polizia italiana.
Cinque secondo l’accusa i punti su cui verterebbe la falsa testimonianza
di Colucci. Il principale, e forse più noto, riguarda l’invio presso la
scuola Diaz, dell’allora capo dell’ufficio stampa della Polizia Roberto
Sgalla. In un primo tempo, sia alla Commissione parlamentare che indagava
su quei fatti, sia in un’audizione testimoniale ai pubblici ministeri del
processo, Colucci avrebbe sostenuto che era stato il capo della Polizia
Gianni De Gennaro a chiedere l’invio di Sgalla in via Battisti, prima
dell’inizio dell’operazione. Durante l’udienza di primo grado invece
Colucci sostenne in aula che era stato lui stesso a mandare Sgalla alla
Diaz.
Perché Colucci cambiò versione? La risposta, secondo l’accusa, sta in due
intercettazioni telefoniche intercorse tra Colucci e l’allora capo della
Digos Spartaco Mortola, prima della testimonianza di Colucci al processo
Diaz.
“Io devo rivedere un po’ il discorso di quello che ho dichiarato io di
Sgalla, [...] Questo… essendo… che…. che… Sgalla, la stampa, eccetera.
Questo serve per aiutare i colleghi che sono inquisiti là, a Genova” dice
Colucci a Mortola qualche giorno prima della sua testimonianza.
E in una telefonata successiva è ancora più esplicito: “Io alla stampa
avevo dichiarato che, praticamente, avevo avvertito… il Capo m’aveva
telefonato per la stampa.
A questo punto, io devo fare un po’ di marcia indietro e dirò… se me lo
richiedono: “Ma Lei aveva dichiarato questo”. “Sì, avevo dichiarato
quello, però, ripensandoci bene, sicuramente io ho avvertito Sgalla… io,
ma non credo, non mi ricordo, tante telefonate, tanti casini che, magari,
non me l’ha detto il Capo”.
Ed è esattamente quello che dirà Colucci davanti al Tribunale di primo
grado.
Per induzione alla falsa testimonianza era finito a processo lo stesso
Capo della Polizia Gianni De Gennaro, condannato in appello e assolto poi
in Cassazione perché secondo la Suprema Corte il fatto non sarebbe stato
rilevante. Ma l’assoluzione di De Gennaro e Mortola, come ha sottolineato
oggi il pubblico ministero Enrico Zucca – è arrivata prima della sentenza
di Cassazione per i fatti della Diaz, che acquisisce appieno il giudizio
formulato dalla Corte di appello di Genova che nella sentenza emessa il 18
maggio 2010 scrive: “La priorità seguita in quel momento era la tutela
dell’immagine compromessa della Polizia, tutela operabile con una
speculare immagine di efficienza, cioè la rappresentazione pubblica
dell’arresto di numerose persone [...]. E questo è il motivo per cui venne
convocato l’addetto stampa Sgalla ancora prima di sapere l’esito della
operazione”.
Una priorità, quella di risanare l’immagine della Polizia facendo molti
arresti che arrivò direttamente dall’alto, dicono la Corte di appello di
Genova e la Cassazione Diaz.
Zucca oggi nella sua requisitoria è stato molto duro “Durante il processo
di primo grado c’è stata una corale opera di inquinamento delle prove” e
“una promiscuità oscena tra alcuni testimoni e gli imputati”. Zucca ha poi
“definito “ributtante lo scorcio su quello che accadeva dietro le quinte
del processo” facendo riferimento alle numerose intercettazioni
telefoniche che rivelano i costanti contatti tra poliziotti imputati e
alcuni testimoni del processo.
Sulla sentenza all’ex questore di Genova, oggi in pensione con grado di
prefetto, potrebbe pesare l’assoluzione degli imputati “concorrenti” De
Gennaro e Mortola arrivata però prima che fosse definitiva la minuziosa
ricostruzione dei fatti e delle responsabilità per ciò che accadde quella
notte alla Diaz fornita dalla quinta sezione della Corte di Cassazione.
Dure ricostruzioni “agli antipodi”, ha detto oggi Zucca. La sentenza
potrebbe già arrivare il prossimo 20 novembre.
Redazione