13.06.06
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Il processo politico al G8 la sinistra contro la polizia
di Ruggiero Capone
L' istituzione di una commissione di inchiesta sui fatti del G8 di Genova
secondo gli addetti ai lavori della sinistra dovrebbe indagare “su tutte
le violenze ed arresti compiuti dalle forze dell'ordine nei 5 anni del
governo Berlusconi�, e cioe' “anche sull'arresto dell'extracomunitario
operato dai Carabinieri a Sassuolo, in provincia di Modena, il 19 febbraio
2006�. La Polizia di stato sta adottando una politica opposta a quella dei
Carabinieri. Questi ultimi hanno deciso di non opporsi, nemmeno di fronte
alle accuse (del tutto infondate) che la sinistra sta rivolgendo alla
Benemerita. “I Carabinieri servono le istituzioni, lo stato, ed
indipendentemente dal colore del governo - precisa un alto ufficiale - chi
verrà accusato, anche se riterra' d’esserlo ingiustamente, non puo'
assolutamente ribellarsi od etichettare come non degna di rispetto una
commissione del Parlamento, quindi d'una altissima istituzione di questo
stato�. Di diverso avviso la Polizia che, tramite i suoi sindacati, fa
sapere che non permettera' un linciaggio politico di agenti assolti in
processi della magistratura ordinaria. E secondo alcuni e' un modo per
mettere nuovamente sulla graticola il governo Berlusconi ed i suoi due
ministri dell'Interno (in ordine temporale prima Scajola e poi Pisanu).
Amnesty contro la Polizia.
A soffiare contro le forze dell’ordine ci sono i comitati Giuliani ed il
Legal Forum (struttura legale del Social Forum), ed a dare loro manforte
c’è Amnesty International (che ha gia' condannato la gestione delle forze
di polizia durante il governo Berlusconi). “Sono passati cinque anni ma
non è troppo tardi per sanare la ferita aperta nel corpo della democrazia
italiana dalle tragiche giornate del luglio 2001 - dicono quelli del
Comitato disubbidiente -. Il nuovo Parlamento puo' e deve fare la sua
parte, come previsto dal programma dell’Unione, istituendo una Commissione d'inchiesta�.
Queste sono parole del Comitato Giuliani, anche detto il
"Comitato verita' e giustizia per Genova"�, che sostiene che, fra il 20 e il
22 luglio 2001, durante il G8 di Genova, l'Italia avrebbe vissuto
"œun'autentica sospensione dello stato di diritto"�. “Un ragazzo fu ucciso
durante le manifestazioni. Amnesty International parlo' della piu' grave
limitazione di massa dei diritti civili avvenuta in Europa dopo la fine
della seconda guerra mondiale - dice il Comitato - e chiese la nomina
immediata di una commissione internazionale d'inchiesta indipendente.
L'opposizione di allora propose l'istituzione di una commissione
parlamentare al fine di accertare tutte le responsabilita' , operative e
politiche, dei gravissimi abusi compiuti dalle forze di polizia per
strada, nella scuola Diaz, alla caserma di Bolzaneto.
Il governo nego' l'una e l'altra richiesta, concedendo soltanto la
formazione di un Comitato parlamentare d'indagine - dicono i disubbidienti
- privo dei poteri spettanti alle Commissioni e quindi impossibilitato a
svolgere un efficace lavoro d'inchiesta�. Ma nessuno rammenta alla
sinistra che i no-global hanno svaligiato banche, bruciato auto e
cassonetti d'immondizia, picchiato agenti di polizia, distrutto negozi e
vetri degli appartamenti ai primi piani dei palazzi del centro di Genova.
E nessun disubbidiente per questi atti ha pagato. Intanto a Genova i tre
maggiori processi scaturiti dai fatti del luglio 2001 sono tuttora in
corso. Ed i solo imputati sono settanta agenti delle varie forze di
polizia (29 per i fatti della Diaz, 45 per quelli di Bolzaneto).
“Abbiamo perso cinque anni e non possiamo aspettare oltre - sottolinea il
Comitato facendo pressione sul suo governo di sinistra) -. La Commissione
parlamentare d'inchiesta, che e' stata richiesta da oltre 10.000 firme
apposte alla petizione lanciata da Arci, Comitato Piazza Carlo Giuliani e
Comitato Verita' e Giustizia per Genova, è una necessità democratica: la
gravissima lesione costituzionale del 2001 puo' essere sanata solo
attraverso una operazione di trasparenza che restituisca credibilità alle
istituzioni�.
Il partito Carlo Giuliani.
Carlo Giuliani mori durante gli scontri del G8 di Genova: lui minacciava i
carabinieri con una bombola di gas ed i militari lo fermarono con un colpo
di pistola che lo feri' a morte. “Capisco che a luglio il senatore
Malabarba di Rifondazione comunista lascera' il suo posto a Palazzo Madama
alla mamma di Carlo Giuliani - afferma Francesco Storace (senatore di An)
-, ma non ci sembra affatto opportuna la proposta avanzata dallo stesso, e
altri 53 senatori dell'Unione, di una commissione parlamentare d'inchiesta
sui fatti di Genova 2001�. Ed intanto anche il capogruppo di An, Altero
Matteoli, ha presentato con Storace un'interrogazione al ministro
dell'Interno, Giuliano Amato. “Nell'interrogazione - prosegue Storace -
ricordiamo che nella proposta Malabarba sottoscritta da senatori di Prc,
Ulivo e Verdi appare evidente il tentativo di criminalizzazione di
poliziotti e carabinieri, visto che si parla di ‘una vera e propria
mattanza di strada operata da elementi delle forze dell'ordine’; che si
accusa il capo della polizia di dichiarazioni e atteggiamenti mendaci e
che si nega addirittura la celebrazione del processo per la morte di
Giuliani quando, per amore di verità , il giudice per le indagini
preliminari ha archiviato come atto di legittima difesa, tesi sostenuta
anche dalla pubblica accusa, la condotta del carabiniere Mario Placanica,
che ora magari si vorrebbe tornare a processare nelle aule del Parlamento.
Insomma si cerca il processo politico�.
Il Cosip insorge
“Quale futuro ha una maggioranza di governo asservita ai centri sociali?
Quale credibilità ?� Questo è quanto si è chiesto il segretario generale
del Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di
polizia) Franco Maccari, alla notizia della proposta di Rifondazione
comunista in merito ad una commissione parlamentare sui fatti di Genova
del luglio 2001. “Graziano assassini, parlano di amnistia promovendo a
mediatore e consulente un uccisore di poliziotti - prosegue Maccari - ora
il senatore di Rifondazione Gigi Malabarba vorrebbe una commissione
d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova, forse per raccontare nuove verita' ,
ovvero che le aggressioni alle forze dell'ordine, gli incendi, le vetrine
infrante, il clima da bunker fatto vivere alla gente di Genova, le azioni
delinquenziali sono opera dei poliziotti. Questa maggioranza sta mostrando
la sua vera faccia, e sembra succube e inginocchiata all'altare della
sinistra radicale, agli integralisti capaci di far passare per una
caramella un estintore pronto ad essere lanciato contro i carabinieri.
Tutti gli operatori di polizia, ed immagino ciascun operatore di
sicurezza, - esclama Maccari - ne hanno abbastanza. Presidente della
Repubblica e premier devono rimarcare subito la distinzione fra legalitÃ
ed illegalità , dire come la pensano fra comportamento civile e crimine:
nella Costituzione e nei codici non ci son scritti se o ma. Il Coisp non è
piu' disposto a tollerare questi processi politici, ne' le amnistie ad
assassini e terroristi, ne' le reiterate alzate di voce del signor
Agnoletto, inneggianti alle dimissioni del capo della polizia De Gennaro.
Ne abbiamo abbastanza anche della signora Heidi Giuliani, la madre del
ragazzo ucciso mentre aggrediva i carabinieri. Abbiamo rispettato in
silenzio il suo dolore, perche' quello di una madre. Abbiamo taciuto
davanti alle sue frasi accusatorie, alle titolazioni di sedi di
Rifondazione al nome di suo figlio. Ora a Il Manifesto (e dove senno') la
signora giunge a dichiarare che "Il Paese deve sapere che lo Stato non può
allevare delinquenti, nazisti, torturatori in divisa". E questo e' davvero
troppo - aggiunge il segretario del Cosip - tale da farci chiedere se la
signora non sia ben felice di essere manovrata, e in quell'ambito assurta
a ruoli che mai si sarebbe sognata senza il gesto delinquenziale del
figlio. Le madri dei poliziotti caduti, e sono tante, - sottolinea Maccari
- non hanno partito politico, non rilasciano dichiarazioni, non hanno
partorito ed educato figli dediti alla delinquenza, ma uomini e donne che
sono morti per difendere la collettivita' dalla delinquenza. Di certo hanno
meno onori e celebrita' di Heidi Giulianiâ.