08.07.07
Unita': Agnoletto: Fu strategia della tensione
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=67258
Agnoletto: «Fu una vera strategia della tensione»
Luca Domenichini
«La sera del 21 luglio 2001 (durante il terzo giorno del G8 di Genova,
ndr) io sono ospite di una trasmissione su La 7. Il conduttore è Gad
Lerner. Io pongo come condizione alla mia partecipazione di mandare in
onda una cassetta che mi era stata consegnata 10 minuti prima dal regista
Davide Ferrario. Quella cassetta mostrava in modo inequivocabile persone
vestite da black bloc che si intrattenevano amichevolmente con le forze
dell'ordine. Io accuso la polizia di avere messo infiltrati tra i black
bloc. In un paese normale, la polizia infiltra qualcuno per evitare che si
commettano reati. A Genova, invece, nonostante gli inflitrati, alcun black
bloc è stato fermato. La ragione è molto semplice. Gli infiltrati della
polizia tra i black bloc avevano un altro scopo: partecipavano loro stessi
alle azioni dei balck bloc e d'indicare loro gli obiettivi, così da
screditare tutto il movimento. Cioè, il Genoa Social Forum».
Insomma, una "strategia della tensione"...
«Sì, una strategia della tensione».
L'avvocato Ezio Menzione, uno dei legali che si sono occupati dei numerosi
processi scaturiti da quei fatti, ha affermato che dalle trascrizioni
emerge quello che si sospettava, ovvero l'esistenza di «più di una filiera
di comando» parallela dietro alle violenze di Genova. Cosa ne pensa?
«Se Menzione, quando parla in sostanza di "comandi diversi", si riferisce
all'insieme delle giornate del G8, allora non c'è dubbio. Venerdì 20
luglio il comando reale delle operazioni di piazza era nelle mani dei
carabinieri e dell'allora ministro Gianfranco Fini, che in quel momento si
trovava nella sala operativa dei carabinieri. Il 20 i carabinieri hanno
assalito il corteo delle "tute bianche", nel totale disprezzo delle
indicazioni che provenivano dalla questura e che spiegavano che quel
corteo era autorizzato. Il 20 c'è stata un'asse tra An, Fini e i
carabinieri che si è mosso indipendentemente dai vertici della polizia.
Per la sera di sabato 21, invece, le responsabilità dell'irruzione alla
Diaz portano ai vertici della polizia. In primo luogo, a Gianni De
Gennaro».
Che idea si è fatto leggendo le trascrizioni delle chiamate tra la
centrale operativa e i mezzi di polizia?
«È stata l'ennesima conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto. Cioè,
che è stato un vero e proprio massacro. Non solo, quando si parla della
morte di un ragazzo dicendo "uno a zero per noi" o quando si ipotizza che
ci sia un'altra morte, ne emerge una immagine assolutamente inaccettabile
da parte della polizia e sorge una domanda: quali sono stati criteri di
selezione in questi anni della polizia? Penso sia indispensabile da parte
del governo di prendere provvedimenti, di espulsione, per gli agenti
coinvolti nelle telefonate. E chiedo al governo che sposti il prossimo G8
dalla Maddalena».