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03.09.04

Una prima vittoria nei processi

CRONACHE GFENOVESI

Riprenderanno tra pochi giorni le udienze preliminari per 2 delel inchieste chiavi sui fatti del luglio 2001. E c?e? gia? una piccola vittoria da registrare: la madre di una ?scomparsa? e? ammessa come parte civile.

Lorenzo Guadagnucci

I PROCESSI di Genova, oltre a tante cose certo più importanti, sono anche una sfida alla pazienza. Sono trascorsi più dì tre anni dai fatti, ma il ritmo delle udienze non è certo incalzante.
I primi a tornare in aula, venerdì 17, saranno i venticinque imputati di devastazione e saccheggio» all'ordine del giorno ci sono le memorie presentate dalla difesa durante l'ultima udienza,che risale a metà luglio. I pm Canepa e Canciani hanno avuto tutta l'estate per studiarsi i documenti, che contestano punto per punto la ricostruzione dei fatti. compiuta dall'agente-videomaker che ha montato il filmato che riassume le accuse contro i venticinque.
I legali hanno chiesto l'esclusione di alcuni materiali e una perizia tecnica su altri, per verificare che non vi siano state manomissioni. Uno degli avvocati, Fabio Sommovigo aveva anche chiesto la nullita' d'intera udienza preliminare per violazione dei diritti della difesa. Come sì vede, siamo a uno snodo delicato sotto il profilo tecnico. Il 17 arriveranno le repliche dei pm, e le decisioni del giudice.
Qualche giorno dopo, giovedì 23, a dieci mesi dalla seduta precedente, si tornerà a parlare dei 29 funzionari e dirigenti di polizia imputati per i fatti della scuola Diaz. Il menu si annuncia particolarmente ricco, con l'esposizione delle accuse da parte dei pm. Si dice che i magistrati abbiano inserito una sorpresa. Nessuno ne parla e magari la voce è solo una voce, ma un quotidiano di Genova ha scritto di filmati girati davanti alla scuola che mostrerebbero con nuovi dettagli le responsabilità dei singoli dirigenti nella falsificazione delle prove [in sostanza, la »gestione» delle due bombe molotov]. Dal 23 dovremmo saperne di più e comunque si entrerà nel vivo dell'articolata udienza preliminare cominciata il 28 giugno: si dovrebbe capire abbastanza rapidamente se le prove accumulate dai pm saranno sufficienti a convincere il gip per il rinvio a giudizio dei poliziotti imputati.
Assi nella manica o meno, il processo Diaz si segnala già per un'importante novità sotto il profilo giuridico e potremmo dire sociale. Nell'ultima udienza prima delle ferie estive, il gip Elena Faraggi ha infatti ammesso fra le parti civili -anche Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato Verità e Giustizia per Genova.
La notizia è passata pressoché inosservata, ma non è stata affatto una decisione di routine. Enrica è stata ammessa fra le parti civili non per fare le veci della figlia Sara, che è maggiorenne, e nemmeno come rappresentante dei Comitato, che all'epoca dei fatti ovviamente non esisteva e, quindi non è ammissibile al processo. Enrica è stata considerata parte lesa proprio in quanto madre, per le sofferenze patite nei due giorni trascorsi senza avere notizie della figlia »desaparecida» fra Diaz, Bolzaneto e carcere nonostante le ricerche condotte in tutte le direzioni, inclusa la prigione in cui Sara effettivamente si trovava -, e per le conseguenze del clamore che seguì il blitz alla scuola, con la notizia dell'arresto che circolò fra conoscenti, vicini di casa, concittadini, causando un comprensibile terremoto e altrettanto comprensibili sofferenze emotive.
In sostanza la vita di Enrica è stata profondamente segnata dall'esperienza del G8; per lei e la sua famiglia sono cambiati i rapporti con il resto della comunìta' il gip ha ritenuto questi motivi, esposti nella richiesta d'ammissione al processo preparata dall'avvocato Gilberto Pagani sufficienti ad entrare fra le parti civili. E? stato, se vogliamo, il primo .successo» ottenuto in tribunale.
Altri genitori, forti di questo precedente, potranno seguire l'esempio, sia per la vicenda Diaz sia per quella di Bolzaneto [che non arriverà all'udienza prelimirnare prima di dicembre, a proposito di pazienza}.
La rilevanza di tutto ciò balla subito in evidenza: le madri, che non erano a Genova e non hanno vissuto gli abusi in prima persona, possono essere considerate come rappresentanti ideali del'lintera società civile, di quei milioni di singoli cittadini che di fronte alle violenze delle forze dell'ordine si sentirono calpestati nei loro diritti, nella loro dignità. La presenza di Enrica fra le parti lese, e degli altri genitori che si aggireranno, è una sorta di socializzazione» del processo, il riconoscimento del suo spessore civile e politico.
CARTA N. 32 /23

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