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21.02.04

Secolo xix: spaccatura anche tra DS

dal Mercantile

No global, spaccatura nei Ds
LA POLITICA I consiglieri comunali di area berlingueriana si dissociano dalla posizione del partito
Il correntone chiede di sospendere la delibera sui Black bloc

La crisi politica a Palazzo Tursi si complica sempre di più. Non solo Rifondazione comunista insiste nella richiesta che il Comune non si costituisca parte civile nei confronti di 26 manifestanti al G8 (e in caso di bocciatura uscirà dalla maggioranza), adesso anche sei consiglieri comunali del Correntone diessino (Massimo Casagrande, Bruno Delpino, Massimiliano Morettini, Paolo Lavagetto, Gabriella Biggio e Fulvio Molfino) scendono in campo per chiedere la "sospensione" della delibera contestata. Pur concludendosi con un appello al confronto e all'unità in vista delle prossime decisioni importanti per il futuro della città (Cornigliano, Amt, il bilancio), il documento prende di fatto le distanze dalla posizione assunta e ribadita dal sindaco. «La decisione della giunta - scrivono infatti - non può essere considerata, come molti sostengono, un mero atto amministrativo né un atto dovuto. Era chiaro che avrebbe assunto una valenza politica e aperto una discussione all'interno della maggioranza di centrosinistra. Era dunque necessaria un preventiva discussione con le diverse forze di maggioranza». In un quadro che rischia di precipitare, «è necessario che ognuno si fermi e rifletta, senza pregiudiziali o atteggiamenti arroganti». Pur riconoscendo a Pericu di aver svolto «un ruolo di grande spessore politico e istituzionale nei giorni del G8», il documento della minoranza diessina apre un nuovo fronte di criticità.
«Sono sorpreso e dispiaciuto sul piano personale - è la reazione a caldo di Mario Tullo, segretario diessino - A questo punto è evidente che occorre un chiarimento all'interno del comitato politico, dove ribadirò la posizione che era stata discussa con il gruppo consiliare e approvata, cioè il sostegno alla decisione della giunta, con l'ulteriore impegno a confrontarsi sul documento politico che due assessori stanno elaborando».
L'irritazione di Tullo deriva anche da questo: «Lunedì mattina a parte qualche perplessità su aspetti di metodo nessuno aveva avanzato la richiesta di sospensione».
Rifondazione, intanto, non fa passi indietro. L'altra sera la segreteria ha deciso di chiedere al gruppo consiliare di presentare una mozione. Dice Bruno Pastorino, segretario di Prc: «Spero che il presidente del consiglio avrà la sensibilità di discuterla prima del 2 marzo, data di inizio del processo». Sarà un testo ampio, articolato, intorno al tema della "verità negata" sui fatti del luglio 2001, che si concluderà chiedendo al Comune di non costituirsi parte civile, con le modalità meglio viste, e rivervandosi di chiedere i danni una volta che saranno eventualmente accertate le responsabilità penali degli imputati. Il documento politico che la giunta sta elaborando? «Immagino che ci ritroveremo su molti punti - dice Pastorino - ma il punto su cui ci deve essere una risposta è: il Comune conferma o no la decisione? L'intervento del sindaco Pericu su "Il Secolo XIX"è sicuramente di altissimo profilo, però c'è un elemento che non condividiamo assolutamente: la divisione tra amministrazione e politica. L'amministrazione non è mai neutrale». Lunedì alle 21, alla sezione Bianchini di Marassi, si terrà una riunione aperta degli iscritti. Sulla presentazione della mozione, il capogruppo Roberto Delogu è perplesso: «Mi pare una forzatura che inasprisce il conflitto. O si aspetta di leggere il documento della giunta, oppure tanto vale uscire ora».
In dissenso c'è anche l'assessore Valter Seggi. «E' una posizione legittima - dice Pastorino - ma quando il 90 per cento del partito sceglie una linea, chi non la rispetta compie un'azione di rottura».
Per Claudio Gustavino, capogruppo della Margherita, dalla delibera non si può tornare indietro: «Se questa richiesta fosse accolta, non saremmo più noi nella maggioranza. E se Rifondazione insiste si mette fuori da sola».

Andrea Plebe
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