14.12.05
secolo xix: segretario cgil genova su processi
Lettera al Secolo del 3/12
VERITAA'? E GIUSTIZIA PER I FATTI DEL G8
Proseguono, in questi giorni nella nostra città i processi per fatti del G8 2001. Processi aperti con molto ritardo e preceduti da molte e pretestuose polemiche tese a condizionarne l'esito. Come Cgil abbiamo ribadito piu' volte l'importanza di arrivare alla verita' e di fare giustizia su quanto e' accaduto a Genova nel luglio 2001.
E' indubbio che in quei giorni abbiamo vissuto un anticostituzionale
oscuramento delle piu' elementari regole democratiche che sono la base stessa di una convivenza civile: per questo e' fondamentale che si riesca a fare
luce sulle gravissime, imperdonabili, responsabilita' di chi ha voluto e coltivato quel clima di violenze. E' fondamentale ottenere verita' e giustizia. Non solo
per non dimenticare, ma anche per non fermarsi li' poter manifestare
senza paura, portando nelle piazze pacificamente l'espressione delle proprie idee e la forza delle proprie lotte praticate con civilta' E' anche un nostro patrimonio, una conquistadel movimento dei lavoratori. Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani
(senza dimenticare che in quelle giornate si sono riversate nella nostra città tutte le generazioni con il loro bagaglio di lotte e ideali) che da tutta Europa
stanno tornando a Genova per praticare il diritto-dovere di portare la loro testimonianza e contribuire al perseguimento della giustizia.
Sappiamo che questo generoso ritorno nella nostra città riapre in loro profonde ferite personali e collettive, ed esprimiamo loro tutta la nostra solidarietà , con affettuoso e riconoscente rispetto. Un sindacato che si batte da sempre per i diritti e la democrazia non puo' non fermarsi a riflettere: questi giovani hanno sperimentato in quei giorni, il tentativo collettivo di dire no alle ingiustizie del
mondo alimentate dal mercato, dal profitto e dall'odio razziale.
E cosa hanno trovato in risposta alle pacifiche proteste? Violenza e soprusi. Violenza e soprusi ai quali nessuno avrebbe creduto se non ci fosse stata anche la testimonianza di tutte quelle immagini
e dei filmati, soprattutto in riferimento a chi, costituzionalmente, avrebbe dovuto impedire che tutto ciò accadesse. Violenza e soprusi che ora, chiamati a testimoniare sono costretti a rivivere. Quanti di quei ragazzi, dopo â??i fatti di Genovaâ?? sarebbero tornati nella nostra citta' se non per i processi?
Quanti di loro sono tornati a Genova nel luglio 2002, per non dimenticare
e proseguire il cammino insieme? Potranno mai tornare ad aver fiducia nella
possibilità di cambiare il mondo se non viene fatta giustizia su quanto e' accaduto, se non vengono individuati i responsabili di quegli atti e di chi ha preso
decisioni cosi' gravi? Noi che siamo anche oggi impegnati a difendere la Costituzione che e' la base della democrazia, ottenuta con la Resistenza,
crediamo che questi giovani e noi tutti siamo creditori di una risposta che ristabilisca verita' e giustizia.
Walter Fabiocchi
(segreteria Cgil Genova)