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12.02.06

Secolo xix: Sabella cosi' mi hanno rovinato la carriera

Secolo XIX

G8, la rabbia del giudice Sabella «Così mi hanno
rovinato la carriera»
L'ex magistrato del Dap non si accontenta dell'ormai
certa archiviazione nella vicenda delle violenze a
Bolzaneto

Genova Era veramente arrabbiato Alfonso Sabella, ieri durante l'udienza che deciderà l'archiviazione chiesta dall'accusa, per le violenze all'interno della caserma di Bolzaneto, durante il G8 genovese.
L'udienza per lui e altre sette persone si è svolta al settimo piano del palazzo di giustizia davanti al giudice LuciaVignale.
Sabella, difeso dall'avvocato Alessandro Garassini, ex presidente della Provincia di Savona, ogni tanto scappava dall'aula per raggiungere il vano scale, dove
fumava nervosamente: «Mi sento usato, calunniato: questo continuare a voler ribadire, da parte dei legali delle parti offese, la mia presenza presso la
caserma di Bolzaneto e la mia conoscenza sulle violenze subite da alcuni detenuti... Io durante i giorni del G8 ho fatto base alla caserma di San
Giuliano: ero con Gianfranco Fini durante la sua visita, ero in piazza ALimonda quando è morto Giuliani, ero al pronto soccorso di San Martino a rimandare a
casa molto giovani tenuti in stato d'arresto quando i loro nomi non risultavano nell'elenco... Ero ovunque e invece sembra fossi stato sempre nella caserma di
Bolzaneto dov'ero soltanto passato. Oggi i legali che si oppongono alla mia archiviazione hanno sostenuto che gli atti del Dap (Dipartimento amministrazione
carceraria, ndr) sono falsi: è veramente il colmo visto che nel processo a carico degli imputati rinviati a giudizio quegli atti sono utilizzati a livello di prove...»
Sabella, ex pm a Firenze, oggi giudice presso il tribunale di Roma, chiarisce che da questa vicenda vuole uscire pulito: oltrettutto sottolinea che come
responsabile del Dap si era adoperato in ogni modo per migliorare lo stato di detenzione nelle carceri: aveva ideato il bancomat per i detenuti, ampliato le sale di visita dei parenti. Ed era stato particolarmente duro - sino alla sospensione - con poliziotti che non si erano comportati secondo il regolamento.
«Io voglio uscire completamente pulito da questa storia - incalza - ho chiesto ai pm di risalire ai tabulati del mio cellulare durante i giorni del G8: era sempre acceso e mi chiamavano continuamente.
Controllandoli, si può ricostruire dove mi trovavo in ogni istante. Ma all'accusa basta aver chiesto la mia archiviazione... A me no: rinuncio a ogni prescrizione, a ogni eventuale remissione di querela... Mi sento nell'occhio del ciclone. Chissà
perchè i miei coetanei hanno fatto carriera e io no: dovrei essere magistrato di corte d'appello e invece sono ancora giudice...»
Ieri, l'udienza si è protratta sino alle cinque del pomeriggio e alla fine la decisione è stata rinviata al prossimo 27 febbraio. Oltre all'archiviazione di
Alfonso Sabella si è discusso anche di quelle degli agenti di polizia Luca Voli, Antonio Milano, Pietro Romeo, Silvia Rossi, Giuseppe Agati, Roberto Atzori e
Giuseppe Graziosi, quest'ultimo difeso dall'avvocato Giuseppe Maria Gallo.
La richiesta di archiviazione per i fatti accaduti all'interno del cosidetto "carcere provvisorio" presentate dai pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Raineri Miniati è per oltre cento persone, quasi tutti agenti di polizia. Nell'udienza di ieri ne sono state discusse otto alle quali si sono opposti gli avvocati delle parti offese.
Elisabetta Vassallo

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