26.02.04
secolo xix: rassegna 26.2.04
http://www.ilsecoloxix.it/Secolo_notizia01OK.asp?IDNotizia=168524&IDCategoria=590
No global, ritorno nella città blindata
IL CASO G8 Il 2 marzo, giorno d'apertura del processo per le
devastazioni, previsti un corteo e un presidio, davanti a palazzo di
giustizia
Oggi Rifondazione decide di uscire dalla giunta Pericu
Sarà un martedì rovente. Un giorno politicamente decisivo per la giunta
Pericu; un nuovo giorno di cortei e misure di sicurezza per la città.
Genova sarà invasa da duemila no global fin dalle 8 del mattino a
chiedere «verità e giustizia»; con i palazzi delle istituzioni protetti
dalle forze dell'ordine. Rifondazione uscirà dalla giunta di
centrosinistra in Comune. E in Tribunale comincerà il processo ai 26
giovani accusati di saccheggio e devastazione per i fatti del G8 2001.
Il successo del corteo dipenderà soprattutto dall'affluenza degli
studenti, con il già proclamato sciopero indetto dagli "Studenti in
movimento". Al momento, con una previsione di arrivi in treno e in
pullman, la questura stima tra le 1.500 e le 2.000 presenze. Alle forze
dell'ordine sono arrivate disposizioni per un controllo discreto, non
sono previsti particolari rinforzi da fuori Genova. Ma ogni palazzo
pubblico sarà presidiato: la scuola Diaz, la sede del Fronte nazionale
in via XX Settembre, persino i due palazzi della Regione. Quello della
giunta in piazza De Ferrari, dove è previsto l'arrivo del corteo, e
quello del Consiglio, nonostante i controlli la regolare seduta potrebbe
non avere luogo «per motivi di buon senso in un giorno così caldo», come
ha spiegato il presidente Francesco Bruzzone (la decisione è fissata per
stamattina in una riunione tra capigruppo). Il consiglio comunale,
invece, non si farà di certo, ma il motivo è tutto politico.
Il concentramento di polizia più massiccio, comunque, sarà attorno al
palazzo di giustizia, dove si apre il processo. Il Tribunale
sarà"cinturato" da transenne e sorvegliato fino dalle prime luci
dell'alba. L'udienza, in ogni caso, è pubblica, quindi poco meno di
cento no global potranno entrare, sottoponendosi al controllo del
metal-detector e facendosi identificare. La tensione tra i commercianti
attualmente non è preoccupante, ma non è esclusa una serrata in tarda
mattinata.
I no global scendono nuovamente in piazza per denunciare le «violenze
subite dalle forze dell'ordine». Raccoglieranno firme per ottenere la
commissione parlamentare d'inchiesta, terranno un convegno giuridico sul
reato di devastazione, porteranno «per strada e in Tribunale, l'intero
movimento per dire ai 26 ragazzi imputati che siamo loro vicini». Questo
secondo il programma dei comitati "Piazza Carlo Giuliani" e "Verità e
Giustizia" illustrato ieri alla presenza dell'assessore di Rifondazione
Dante Taccani.
Si comincia sabato pomeriggio, in piazza De Ferrari, alcuni ragazzi
indosseranno cartelli con la descrizione e i referti «delle violenze
subite dai 93 ragazzi nella caserma Diaz» e «dalle decine di persone
passate per Bolzaneto». Domenica il convegno sullo «strano caso del
piano di prevenzione contro il black bloc, mai attuato». E in attesa
della partenza da Genova il 20 marzo della Carovana per la pace, martedì
prossimo andrà in scena il nuovo corteo noglobal. Partenza dalla scuola
Diaz alle 8,30 del mattino, passaggio in piazza Tommaseo e sosta in
piazza Alimonda verso le 9,30; poi marcia attraverso corso Buenos Aires
e via XX Settembre per raggiungere piazza De Ferrari. Nelle stesse ore
altri manifestanti presidieranno palazzo di giustizia mentre nella
primissima mattinata alcuni militanti sfileranno sotto la caserma di
Bolzaneto.
In questo scenario si consumerà la crisi politica in Comune.
Nell'apertura del processo, gli avvocati inviati da Pericu
formalizzeranno la costituzione di parte civile contro gli imputati del
Comune. Il sindaco non cambia idea e conferma la sua «delibera tecnica»
condannata da Rifondazione e ancora ieri messa all'indice dai Cobas.
Quando questo succederà, l'assessore Taccani riconsegnerà il suo
mandato. Così recita il "dispositivo" varato dal segretario genovese del
partito, Bruno Pastorino. Non è chiaro se farà altrettanto anche Walter
Seggi, ieri protagonista di uno strappo secco nei confronti di gruppo e
segreteria del Prc.
A Rifondazione non basta il "documento di mediazione", elaborato dagli
assessori Ds Marta Vincenzi e Luca Borzani, che sarà approvato oggi in
giunta (senza Prc). Non basta la conferma per cui, «laddove si tenessero
altri processi a carico di chiunque per danni non solo materiali», il
Comune si costituirà parte civile «nella sua qualità di soggetto
esponenziale che rappresenta e tutela la globalità dei diritti di tutti
i cittadini». Non basta la ricostruzione dei giorni immediatamente
precedenti al G8, quando «le amministrazioni comunali e provinciali si
impegnarono per fare davvero di Genova una città aperta» nonostante le
resistenze dei governi Amato e Berlusconi. E non ricuce la ferita
neppure il «riconoscimento al ruolo fondamentale dei movimenti contrari
a questa globalizzazione».
A questo punto, tra i Ds («Ma non ci rassegneremo») come nell'intera
coalizione è ormai chiaro l'abbandono del Prc. Tant'è che alla porta di
Pericu qualche ulivista ha già bussato in attesa che si liberi un posto
(o 2) in giunta.
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L' opinione «I violenti discreditano i pacifisti»
La delibera che porterà il Comune di Genova nel processo contro i black
bloc è un atto dovuto? Non lo credo affatto. Questo ne sminuirebbe la
portata ed il significato. Credo la si debba considerare un atto
consapevole e giusto per diversi motivi. Il primo è stato spiegato molto
bene dal sindaco: ci sono danni economici alla città. La grande
maggioranza dei genovesi la condivide. Il secondo motivo, che non ho
sentito, riguarda la necessità assoluta di dividere le sorti tra
manifestanti pacifici e violenti. Deve essere una dissociazione netta e
profonda, una divisione di strade che non può lasciare alcuna ombra di
dubbio. Solo in questo modo avremo la forza di chiedere con successo una
completa chiarezza sugli abusi compiuti dalle forze dell'ordine. Sono
stati i violenti i peggiori nemici dei manifestanti no global, quelli
che ignobilmente si sono fatti scudo dei non violenti per devastare e
distruggere, quelli che hanno gettato il discredito su tutti noi. Chi ha
manifestato come me in quei giorni ha il dovere morale di pretendere che
sia fatta una distinzione e non - come sento oggi da alcuni - che la
violenza venga più o meno giustificata, più o meno coperta. La grande
parte dei ragazzi inermi che hanno preso ingiustificatamente
manganellate la pensano esattamente così. Se saremo onesti e coraggiosi
potremo pretendere onestà e coraggio dallo Stato nel riconoscere gli
abusi delle forze dell'ordine e le responsabilità di coloro che hanno
sbagliato. È precisamente il difficile lavoro che sta svolgendo la
magistratura, attorno alla quale abbiamo il dovere di stringerci avendo
fiducia nella giustizia. Sul fronte della politica propongo al sindaco
di non smettere di chiedere una commissione d'inchiesta parlamentare e
di promuovere una grande iniziativa di dialogo per l'anniversario dei
tre anni dal G8. Per discutere, interrogarsi. E per far pace con le
nostre coscienze ferite e con la nostra città.
*Consigliere regionale della Margherita
ROMOLO BENVENUTO*