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12.05.04

Secolo xix: processate 47 medici e poliziotti

«Processate 47 poliziotti e medici»
G8, chiesto il rinvio a giudizio per diversi reati: abuso d'ufficio, percosse, violenza, falso ideologico e abuso di autorità
Il procuratore capo Lalla chiude l'inchiesta per i fatti di Bolzaneto


Genova Questa mattina il procuratore capo Francesco Lalla depositerà la richiesta di rinvio a giudizio per 47 indagati che dovranno rispondere di reati che vanno dall'abuso di ufficio, alle percosse, alla violenza, al falso ideologico, all'abuso di autorità. L'inchiesta è quella dei fatti del G8 che riguarda la caserma di Bolzaneto, ovvero il "centro di accoglienza" che venne istituito per i giovani no global tratti in arresto. Gli altri numeri che emergono dall'indagine sono 9 donne indagate, 150 parti lese, di cui 40 manifestanti picchiati nella scuola Diaz. In tutto nella caserma di Bolzaneto passarono, per medicazioni e riconoscimenti, 600 persone. Tra gli indagati nomi di alti funzionari della polizia, medici e infermieri. Le accuse sono pesantissime, tanto che i pm parlano di vere e proprie torture nei confronti dei detenuti.
Tre sono le donne medico - tra i cinque camici bianchi indagati - con accuse pesanti. Come la suturazione tra insulti e minacce, senza anestesia, lo "strappo" di due dita inferto ad un fermato da un altro poliziotto. Alcune agenti avrebbero invece tollerato le umiliazioni inflitte a manifestanti: lasciate nude, minacciate di stupro con manganello, percosse. O, ancora, uomini delle forze dell'ordine che avrebbero irrorato le celle con gas urticanti, costringendo i fermati ad accucciarsi e abbaiare come cani, subire colpi di manganello, nudi, sui testicoli, costole spezzate da pugni e calci. Tra i medici risultano i nomi di Giacomo Toccafondi, responsabile sanitario della struttura, Aldo Amenta e Sonia Sciandra . A Toccafondi i pm hanno contestato anche le violazioni della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo. Il funzionario che aveva il grado più alto nella caserma era Alfonso Sabella, oggi pm a Firenze, all'epoca dei fatti responsabile del Dipartimento di amm
inistrazione penitenziaria, ma la sua posizione è stata archiviata perchè sarebbe stato presente solo saltuariamente in caserma e avrebbe delegato il controllo al generale Oronzo Doria, all'epoca colonello.
Tra gli altri indagati, il vicequestore Alessandro Perugini, Biagio Antonio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria. Una svolta all'inchiesta, che portò a indagare il generale Doria, era giunta dalle dichiarazioni spontanee di due infermieri e di alcune guardie penitenziarie. Tra la polizia penitenziaria sono 13 gli indagati, oltre a Gugliotta, Daniela Maida, gli operatori del servizio matricola (accusati di falso) Giuseppe Fornasieri, Giovanni Amoroso, Marcello Mulas e Michele Colucci Sabatucci; gli agenti Silvia Rossi, Giuliano Patrizi, Alfredo Incoronato, Daniela Cerasuolo, Antonio Biribao, Vittorio Bertone, Barbara Amadei. Nella polizia oltre a Perugini (ex numero due della Diogs di Genova) e Anna Poggi, vicequestore torinese, c'è Antonello Gaetano, Luigi Pigozzi, pure lui genovese, indicato come l'autore dello strappo di due dita ad un fermato; Massimo Salomone. E ancora Antonello Talu, Aldo Tarascio (sindacalista Silp Cgil), Francesco Tolomeo, Mario Turco, Paol
o Ubaldi, Franco Valerio, Giovanni Pintus, Natale Parisi, Matilde Arecco.
Tra i carabinieri con un ruolo di maggiore responsabilità ci sono Piermatteo Barucco di Limone e Gianmarco Braini di Reggio Calabria, Mario Foniciello, Giovanni Russo, Pietro Romeo, Maurizio Piscitelli, Ignazio Mura, Antonio G. Multineddu, Corrado Furcas. Il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, ha ribadito «il convincimento che le forze di polizia (e in primis la polizia penitenziaria) sono istituzioni sane e democratiche del Paese, formate da donne e uomini che con professionalità, alto senso del dovere, e dello Stato, svolgono il difficile compito di operatori della sicurezza sociale».
Ieri mattina, nel processo contro 25 manifestanti per le devastazioni durante il G8, hanno deposto i commercianti che hanno subito danni. Sono stati sentiti il titolare dell'agenzia Firpo di corso Torino, Rosanna Stilo della Car Rent, Adriano Poggio delle Poste Italiane di corso Sardegna, e Raffaele Zambonini dell'Area Banca di via Rimassa: quest'ultimo ha denunciato una danno complessivo per 95 mila euro. Per il titolare dell'autosalone Italauto, Riccardo Ciaburri, danni per 50 mila euro «non ancora risarciti».

Elisabetta Vassallo

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