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27.06.07

Secolo xix : Il Manganelli-day«Polizia più visibile»

Secolo XIX

Il Manganelli-day«Polizia più visibile»
Oggi la nomina in Consiglio dei ministri. Prime indiscrezioni sui progetti
dalla prima pagina
Certe attese, in Italia, sono da cardiopalma. A far scongiuri e a sperare
che qualche imprevisto dell'ultima ora non faccia saltare il banco. A far
saltare sulla sedia i fedelissimi di Manganelli è l'ex presidente della
Repubblica Francesco Cossiga. Ipotizza addirittura che stia per arrivare
anche al vice di De Gennaro un avviso di garanzia per i fatti del G8. La
congettura di Cossiga si diffonde rapidamente. Non trova conferme dalla
procura di Genova che pure, si sa, ha alcuni altri nomi da iscrivere sul
registro degli indagati per la brutta faccenda della (presunta) falsa
testimonianza dell'ex questore Francesco Colucci. Ma nemmeno questa
circostanza, anche fosse veritiera, potrà ormai fermare il carro che si è
messo in moto.
Dubbi ormai non ce ne sono. Sul nome almeno. A spazzarli via è quella
lingualunga di Roberto Maroni, Lega, che spiattella ai quattro venti il
contenuto di una telefonata (s'immagina) riservata: «Mi ha chiamato il
ministro dell'Interno Giuliano Amato per confermarmi che in mattinata
proporrà al consiglio dei ministri la nomina di Manganelli come nuovo capo
della Polizia, conferendo al prefetto Gianni De Gennaro un importante
incarico all'interno del ministero». C'è anche l'ok della Lega e un
consenso unanime che attraversa tutto l'arco parlamentare. Si poteva
sperare di più? Certo, c'è qualcosa di strano nelle dichiarazioni che si
succedono. Due a caso? Russo Spena, Rifondazione: «E' in netta
discontinuità con i fatti del G8 di Genova». Calderoli, Lega Nord: «La sua
nomina rappresenta il segno della continuità». Ma si sa, in politica
ognuno se la canta e se la suona come più gli conviene.
Ma chi è l'uomo che ha messo tutti d'accordo? In due giorni, da quando il
tam tam della politica ha iniziato a indicare sempre più esplicitamente il
suo nome, della biografia del superpoliziotto si sa quasi tutto. Meno dei
suoi aspetti privati. «Abbiamo anche iniziato a fare dei progetti, in
questi giorni - prosegue il suo collaboratore - e lui insiste, ripete:
voglio davvero riuscire a far della Polizia una casa di vetro, credo
veramente alla massima trasparenza». Certo, è vero, cominciano sempre
tutti così. Ma chi l'ha guardato negli occhi conferma: «Ci crede davvero».
Una delle fisse di Manganelli, nonostante la formazione antimafia, è
rivolta soprattutto alle esigenze quotidiane dei cittadini. A quella
polizia di prossimità che oggi è entrata nel linguaggio comune di tutti
gli addetti ai lavori, ma che cinque anni fa muoveva i suoi primi passi.
Era il 2002 e, certo, la polizia aveva bisogno di rinsaldare un rapporto
di fiducia con quei cittadini rimasti sbigottiti per le sconcertanti
performance al G8. Manganelli viene scelto come portavoce del rinnovato
corso. Detta la linea: «Prossimità non vuol dire solo avvicinare il
cittadino alle istituzioni, ma stabilire un vero e proprio contatto, quasi
fisico, attraverso un'effettiva visibilità della presenza delle forze di
polizia».
Non si nasconde le difficoltà: «La sfida che abbiamo lanciato è difficile
e il percorso è particolarmente lungo e complesso, le progettualità,
finalizzate a innovare il modo di pensare e di operare della Polizia, si
prefiggono una meta importante e ambiziosa». L'operazione di ricucitura è
difficile, ma inizia a funzionare. «E' sempre stato orgoglioso di
quell'incarico - spiegano oggi i suoi collaboratori - e se molte cose nel
tempo sono migliorate, nel rapporto con la gente, lo si deve anche alla
sua ostinazione».
A Gianni De Gennaro lo accomuna la passione per il lavoro: «Sempre in
ufficio, anche la sera, anche nei giorni festivi, difficile che faccia
qualche giorno di ferie. Difficile che si conceda una sosta più lunga di
qualche ora dagli impegni del lavoro. Quando andrà in pensione, ne avrà
accumulato centinaia e centinaia». Ora il suo entourage aspetta solo la
nomina ufficiale. Manganelli non cambierà, per qualche tempo, tutta la
squadra che lo circonda.
Confermerà, secondo quanto risulta al Secolo XIX, tutti i posti di
responsabilità. Almeno finché le acque non si saranno placate. Poi
sceglierà personalmente la nuova squadra. E De Gennaro? Sempre vicino a
Manganelli, al Viminale. In un posto da "superprefetto" studiato
appositamente per lui.
marco mendunI

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