10.10.03
Secolo xix: i poliziotti inquisiti rimarranno al loro posto
Summit al Viminale con De Gennaro. Saranno respinte le richieste di rimozione avanzate da partiti e movimenti antagonisti
G8: ?blindati? i poliziotti inquisiti
Resteranno al loro posto anche in caso di processo
La decisione del capo della polizia - che segue le promozioni di alcuni funzionari - è netta e prevede la difesa dei colleghi indagati per i fatti di Genova 2001. È stato valutato che un?eventuale sospensione potrebbe suonare come un?anticipazione di condanna Roma. Nessun poliziotto sarà sospeso. Nessun indagato per i fatti del G8 subirà provvedimenti disciplinari, in questa fase dell?inchiesta. E non soltanto adesso: la sospensione non scatterà nemmeno nel
caso di rinvio a giudizio. C?è stata una riunione, negli ultimi giorni, nelle stanze del Viminale. C?è stato un summit: faccia a faccia il capo della polizia Gianni De Gennaro e i suoi stretti collaboratori. Incalzati dalle richieste sempre più pressanti che giungono non solo dalle fazioni più oltranziste del movimento no-global, ma anche della sinistra parlamentare.
Richieste rinnovate, e corroborate, dai settantatrè avvisi di conclusione delle indagini spediti nelle scorse settimane a dirigenti, funzionari, agenti. Le vicende
nel mirino dei pm: l?irruzione alla scuola Diaz, il blitz delle polemiche e dei
feriti; la casermacarcere di Bolzaneto e le vessazioni sui detenuti.
La decisione del capo della polizia è netta: non scatterà alcun provvedimento
di sospensione. Nemmeno nell?eventualità peggiore: che gli indagati siano mandati alla sbarra. Solo se arriveranno delle condanne, alla fine dei processi,
questo punto potrà essere rivisto. Ma fino alle sentenze nessuno sarà toccato. E nessuno sarà spostato dai suoi attuali incarichi.
Una posizione nel solco delle ultime decisioni prese al vertice del dipartimento di pubblica sicurezza. Ricordiamo: Francesco Gratteri e Gianni Luperi, due degli indagati ?eccellenti? dell?inchiesta G8, sono stati collocati ai vertici dell?antiterrorismo. Due ruoli nevralgici e determinanti. Spartaco Mortola,
l?ex capo della Digos genovese, è oggi il numero uno della polizia postale della Liguria. Nando Dominici, allora capo della squadra mobile, è oggi vicequestore
vicario a Brescia. Vincenzo Canterini, il dirigente del reparto mobile di Roma,
non è mai stato avvicendato, anche perché nel frattempo è diventato segretario del Consap e gode quindi dell?inamovibilità sindacale.
Un valzer di incarichi che ha fatto trasparire una linea ben precisa: blindare i nomi di spicco quando l?ultima tempesta giudiziaria era ormai imminente.
Ma c?è anche una ragione più tecnica, nella decisione dei vertici della polizia.
«Una sospensione dal servizio nell?eventualità di un processo ? si spiega nei
corridoi del ministero dell?Interno ? sarebbe il regalo peggiore per chi si troverà
a difendersi da accuse pesanti. Sembrerebbe un?anticipazione di condanna,
un?ammissione di colpevolezza. Quali potrebbero essere le prime domande dei
giudici, in questa eventualità? Chiederebbero: ma perché lei è stato sospeso? Evidentemente anche all?interno della polizia nutrono dei sospetti sul suo comportamento».
Così la blindatura continua. Fiducia ribadita nei confronti di tutti gli indagati, pur nel rispetto delle indagini della magistratura.
E sarà blindatura ferrea, con la conferma di tutte le posizioni e di tutti gli incarichi. Anche qualora i giudici delle indagini preliminari, nei prossimi
mesi, decidano di mandare a processo i poliziotti indagati per le vicende del G8. Non è un?eventualità remota, quando i pm del pool G8 finiranno di stendere le loro richieste.
Marco Menduni