08.06.07
secolo xix Genova, Canterini dodici ore sotto torchio
Secolo XIX
Genova, Canterini dodici ore sotto torchio
processo diaz
Spesso in difficoltà, l'attuale questore "Interforce" ha spiegato di non
essere "competente" sulla sanguinosa irruzione
08/06/2007
Genova. Dodici ore: per tanto tempo, sette ore mercoledì e cinque ieri, è
stato interrogato Vincenzo Canterini, uno degli imputati più importanti
nel processo sulla violenta irruzione della polizia nella scuola Diaz
durante il G8 genovese di sei anni fa nel quale sono alla sbarra 29
poliziotti (tutti nel frattempo promossi). Dodici ore durante le quali
Canterini, imputato di lesioni aggravate, falso e calunnia, è stato messo
sotto torchio dai pm Enrico Zucca e Francesco Albini Cadorna, dai legali
rappresentanti la parti civili e dagli avvocati della difesa. Ieri la
lunga deposizione è stata più tranquilla rispetto al giorno prima in cui
non erano mancati forti colpi di scena. Diverse le contraddizioni in cui è
caduto l'allora capo della "Celere" romana ed oggi questore in Romania
nell'ambito della Interforce di polizia dell'Unione Europea, sostenuto
passo passo nella deposizione dal suo avvocato Silvio Romanelli.
La novità processuale di ieri è stata la richiesta, accolta dal presidente
del tribunale Gabrio Barone, di mettere agli atti 37 registrazioni
telefoniche che riportano le segnalazioni dei genovesi a polizia e
carabinieri durante la notte della violenta irruzione nella Diaz. La
proposta è stata fatta da uno degli avvocati difensori, Marco Corini, il
quale ha sostenuto che, delle 14 mila segnalazioni giunte quella notte
alle forze dell'ordine l'accusa ha messo agli atti solo quelle che
sostengono la loro linea. Nei testi delle telefonate proposte dalla difesa
si sentono cittadini che segnalano numerosi giovani che manifestavano
intorno alla scuola, cassonetti posti in mezzo alla strada...insomma una
situazione di pericolo che certamente rendeva necessaria la presenza della
polizia. Segnalazioni che però non giustificano la sanguinosa violenza di
cui la scuola fu teatro.
Le dichiarazioni che hanno suscitato reazioni tra i presenti, durante la
lunga deposizione, sono state diverse. Tra queste quando Canterini ha
detto che, trovatosi di fronte ad una giovane tedesca inerme a terra in un
lago di sangue per le manganellate ricevute, gli è sembrato giusto non
chiedere spiegazioni, in quando avrebbe potuto uscire dalla sua competenza
. E poi a proposito della «vigorosa resistenza dei manifestanti armati di
bastoni e spranghe» come aveva scritto nel suo verbale, ha spiegato che
«più che averli visti direttamente, aveva sentito quello che avevano detto
i poliziotti».
Mercoledì tra i manifestanti davanti a palazzo di giustizia armati di
cartelli, vi era anche il giornalista Lorenzo Guadagnucci, ferito
nell'irruzione, che ha commentato: «I due pm stanno lavorando in
solitudine, quasi agissero contro lo Stato e non come se facessero parte
dello stesso».
Elisabetta Vassallo
08/06/2007