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03.10.04

secolo xix: G8 repinte le richieste della difesa

I tabulati "fantasma" infiammano l'udienza sul blitz alla Diaz
G8. Respinte le richieste delle difese

Genova Altro che atmosfera distesa, altro che tregua. La battaglia del G8,
dei ventotto dirigenti, funzionari, agenti di polizia sotto accusa per
l'irruzione alla scuola Diaz torna a divampare, violentissima. Nelle
schermaglie procedurali davanti al gip Daniela Faraggi, che deve decidere
sul rinvio a giudizio dei poliziotti. E fuori dall'aula, con dichiarazioni
violentissime degli avvocati: tre di loro hanno abbandonato l'udienza, in
dura polemica con una decisione del giudice. «Non abbiamo nessuna
intenzione - spiega il legale spezzino Marco Corini - di rimanere solo per
sancire una legalità formale di questo procedimento, quando quella
sostanziale viene del tutto negata».
Che cos'ha innescato l'incendio? Tutto ruota intorno alla vicenda dei
tabulati. Sono gli elenchi cronologici delle telefonate che tutti i
protagonisti dell'irruzione e della perquisizione alla Diaz, giunta alla
conclusione due giorni di scontri sulle strade durante il summit dei
Grandi, si scambiarono tra di loro.
Gli avvocati difensori hanno chiesto gli originali di questi elenchi. La
Procura ha presentato al giudice l'elenco delle prove, tra cui anche i
tabulati che in realtà, secondo gli avvocati, sarebbero invece "un
elaborato parziale dei tabulati originali". In altre parole, solo dei
brogliacci elaborati dalla polizia giudiziaria. «Per poterci difendere -
spiegano i legali - vogliamo gli elenchi originali e completi. Ma la
procura non è in grado di produrli. Dove sono finiti?».
Da qui l'eccezione procedurale. Che è giunta a chiedere la nullità di
tutti gli interrogatori nei quali i pm abbiano utilizzato con gli indagati
la parola tabulati: «Non potevano farlo, non avendoli in realtà tra le
mani». Il giudice Faraggi ha però respinto le obiezioni, scatenando una
contestazione accesissima. «Abbiamo la spiacevole sensazione che gli
sforzi della difesa siano considerati un fastidioso incidente», tuona
Alfredo Biondi, difensore del vicequestore romano Pietro Troiani, il
poliziotto che ha portato nella scuola le false molotov. «Sarebbe
importante per tutti - insiste Biondi - che venisse fatta chiarezza sui
tabulati che non ci sono». Tra i legali è bagarre. C'è chi valuta se
dismettere il mandato, chi minaccia di non far interrogare i suoi clienti,
chi di chiedere l'acqusizione "forzata" dei tabulati alla Cassazione. Chi
minaccia esposti al Csm. «In un processo basato tutto sui filmati e sui
tabulati - incalza Corini - si scopre che i tabulati non esistono. A me
sembra una situazione surreale, invece il giudice dice che si può andare
avanti lo stesso. Sono davvero incredulo».
Con l'esame del vicequestore Carlo Di Sarro, ex numero tre della Digos di
Genova, l'udienza si è conclusa alle 17. «Il mio assistito - ha commentato
l'avvocato Gimmi Giacomini - è l'unico dei 28 imputati che ha chiesto di
essere sottoposto all'esame e controesame. Sono molto soddisfatto perché
nel lungo esame non è emerso alcun contributo alla tesi accusatoria, anzi
ha dimostrato la sua assoluta estraneità ai fatti contestati». E
interviene anche l'avvocato Silvio Romanelli (assiste l'ex dirigente del
reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini) che a corollario di una
giornata convulsa attacca ancora la ricostruzione dei fatti di quella
notte compiuta dalla procura. «Il racconto del pm Enrico Zucca è ben
scritto e palesa doti narrative non comuni. Potrebbe anche essere un best
seller da leggere sotto l'ombrellone, la prossima estate. Ma è, per
l'appunto, un romanzo, una ricostruzione ingegnosa che però non è la
realtà dei fatti».
Marco Menduni
03/10/2004

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