24.10.07
secolo xix G8: «225 anni a chi devastò Genova»
secolo xix
G8: «225 anni a chi devastò Genova»
le richieste del pm al processo
Per i 25 noglobal alla sbarra proposte pene variabili dai sedici ai sei
anni di reclusione
GENOVA. L'allerta è scattata nel primo pomeriggio, subito dopo la
requisitoria dei pubblici ministeri. «Non escludiamo ritorsioni o gesti
dimostrativi dai gruppi più estremi», confermano alla Digos. E perciòè
stata incrementata la sorveglianza al palazzo di giustizia, ai due
magistrati titolari dell'inchiesta e intorno ad almeno quattro-cinque
«obiettivi sensibili».
È il primo contraccolpo delle richieste di condanna pronunciate ieri
mattina dai pm Anna Canepa e Andrea Canciani nel processo ai 25 noglobal
accusati d'aver devastato le strade di Genova durante il G8 del luglio
2001: 225 anni di carcere complessivi, con pene proposte fra i 6 e i 16
anni.
«Come chiamiamo "massacro" quello compiuto dai poliziotti intervenuti alla
scuola Diaz - aveva premesso Canciani - così dovremmo avere il coraggio di
definire il reato contestato agli imputati per quello che è: devastazione
e saccheggio. Non chiediamo condanne esemplari ma severe, e la severità
vorremmo fosse adottata in occasione d'ogni giudizio sui fatti di allora,
in modo che quanto accaduto non avvenga più».
Le istanze della procura dividono inevitabilmente i politici, mentre i
difensori preannunciano un'arringa durissima. Spiega Laura Tartarini, uno
dei legali "storici" dei noglobal: «A parte alcuni casi eclatanti, ci sono
giovani che rischiano di trascorrere lunghi periodi in prigione per
episodi marginali, contestati sulla base di immagini e foto tutt'altro che
chiare. Certe pene non vengono chieste nemmeno per un omicidio». La
sentenza potrebbe arrivare entro la fine dell'anno o al massimo nel
gennaio 2008.
I sostituti procuratori hanno focalizzato quattro momenti topici nella
guerriglia che stravolse il capoluogo ligure: l'assalto al carcere di
Marassi, il saccheggio d'un supermarket nel quartiere di San Fruttuoso,
l'incendio d'un blindato dell'Arma oltre alle barricate e alle sassaiole
che precedettero la tragedia di piazza Alimonda, dove Carlo Giuliani fu
ucciso da Mario Placanica mentre attaccava il suo "Defender". «Erano
tutt'altro che pacifisti», hanno ribadito Canepa e Canciani nelle udienze
precedenti riferendosi ai dimostranti, e «chi si scontrò con le forze
dell'ordine lo fece dopo aver scelto di rimanere in strada per
combattere». È altrettanto indubbio che senza nome, e impuniti, restano
decine di vandali (coloro che giunsero dall'estero, per esempio), molti
dei quali commisero gesti ben più gravi ma non sono mai stati identificati
La pena più elevata, sedici anni, è quella richiesta per Marina Cugnaschi,
oggi quarantunenne, originaria di Lecco e da sempre vicina a formazioni
anarco-insurrezionaliste. Quindici anni sono stati proposti per Alberto
Funaro (39), romano, dipendente delle Poste che si mise in malattia per
partecipare agli scontri, e per Francesco Puglisi, un catanese di 33 anni
soprannominato "Molotov" per la dimestichezza nel fabbricare bombe.
Quattordici anni e una multa di 2.500 euro l'addebito per Vincenzo Vecchi,
bergamasco di 34 anni, amico della Cugnaschi.
Un capitolo a parte meritano i genovesi: Massimiliano Monai, l'"uomo della
trave" fotografato mentre con un'enorme barra di legno colpisce la jeep da
cui sparerà Placanica, rischia 9 anni; Paolo Dammicco, trentaseienne,
secondo l'accusa scorrazzò dentro il supermercato e merita 7 anni e 6
mesi. E ancora Paolo Putzolu (34), portuale della Compagnia unica
individuato perché si portava appresso il guinzaglio del suo cane (per lui
richiesti 6 anni e 6 mesi) oppure Nadia Sanna, ventottenne, richiesta di 6
anni. Nell'elenco figura pure Antonio Fiandra, che oggi ha 61 anni ed è
finito sempre nei guai per storie di truffe e riciclaggio, dichiarandosi
spesso simpatizzante di destra.
Fuori dal capoluogo ligure vanno ricordati Luca Finotti di Pavia (28),
presente in piazza Alimonda, e il calabrese Carlo Cuccomarino (55),
insegnante: per entrambi sono stati chiesti 12 anni; i palermitani
Antonino Valguarnera - che nel 2003 prestò servizio volontario
nell'esercito in Bosnia, ricevendo un'onorificenza dall'allora presidente
Carlo Azeglio Ciampi - e Carlo Arculeo (30) rischiano 10 anni; richieste
di 8 anni e 6 mesi per il toscano, ma trapiantato alla Spezia, Mauro
Degl'Innocenti (51), i messinesi Dario Ursino (29) e Ines Morasca (37).
Otto anni proposti per Federico Da Re (30), di Padova, 7 e 6 mesi per
Fabricio De Andrade (24), brasiliano, entrambi ex "tute bianche". Pene di
circa 6 anni ipotizzate per Duccio Bonechi (30), di Firenze, Stefano
Caffagnini (32), di Parma, Domenico Ceci (39), di Napoli, Filippo D'Avanzo
(26), di Avellino, Angelo Di Pietro (30), catanese, Tabar Firouzi (27),
nato in Iran e residente in Veneto e Francesco Toto (26), romano.
All'udienza erano presenti solo gli imputati Mauro Degl'Innocenti e
Antonio Fiandra. «Per l' altra verità - hanno sottolineato i pm - quella
con l'iniziale maiuscola non ci sono speranze. Sei anni dopo attendiamo
inutilmente l'assunzione di responsabilità dai protagonisti di quei
giorni: l'autorità di governo, i vertici della polizia, le frange più
violente dei noglobal non individuate». Gli aggiornamenti in arrivo da
Genova rinfocolano intanto la bagarre politica. Secondo Jole Santelli,
responsabile sicurezza di Forza Italia, «a Genova si è rotto un tabù e
dimostrato come in strada scese una massa di violenti». Replica Heidi
Giuliani, madre di Carlo e senatrice di Rifondazione: «Se chi si difende
da violenze ingiustificate, o ruba un prosciutto, merita 225 anni di
carcere quanti se ne dovrebbero pretendere per chi ha rotto teste o
ucciso? Non si può riscrivere la storia nelle aule dei tribunali».
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