29.11.06
Secolo XIX: Buoni e cattivi da una parte e dall'altra
Lettere al Secolo XIX del 29/11/2006
Mi ero augurato che nel consiglio regionale chiamato mercoledi scorso a
discutere un ordine del giorno sull'stituzione di una Commissione
d'inchiesta sui fatti delG8 di Genova prevalesse il buonsenso. Così mi
pare non sia stato. L'ordine del giorno firmato dai consiglieri Nesci,
Bonello e Bianchi e' un tentativo dimettere sotto inchiesta le
forzedel'ordine, ed e' la riprova di un complesso irrisolto della sinistra
nei confronti degli uomini in divisa. Il Parlamento promosse gia'
un'indagine con un comitato che elaborÃo'un documento conclusivo.Non
basta?A rileggere i giornali emerge una sorta di revisione storica che
sembra mettere sotto accusa soltanto l'operato delle forze dell'ordine. Si
parla molto di eccessi polizieschi, ma poco o nulla delle responsabilita'
di coloro che hanno deliberatamente provocato e devastato. Le colpe di
alcuni agenti sembrano essere considerate piu' gravi della strategia con
cui i contestatori sono scesi in piazza e delle complicita' da cui hanno
tratto vantaggio.Personalmente non ci sto:non credo che i buoni fossero
solo da una parte e i cattivi solo dall'altra. Ed e' per questo che
sostengo che le responsabilita' di comportamenti contrari alle leggi dello
Stato debbano essere individuate singolarmente, non certo per categoria,
proprio come prevede la Carta costituzionale. Ai promotori della proposta
vale la pena ricordare le parole di Pierpaolo Pasolini il quale
considerava figli del popolo i ragazzi in divisa e non i manifestanti di
piazza, figli della borghesia radicalchic, i quali attuano la loro
rivoluzione sfasciando vetrine o distruggendo auto.Un dato ritengo sia
incontrovertibile: cinque anni fa, nel corso dell'incontro dei
rappresentanti dei Paesi piu' industrializzati, la frangia violenta dei no
globa lmise a ferro e fuoco Genova. Furono distrutti 41 negozi, 34 banche,
9 uffici, 83 automobili, diverse decine di moto. Furono assaltate e
gravemente danneggiate ben sei strutture dello Stato: il carcere di
Marassi, le caserme dei carabinieri San Giuliano e San Martino, quella
della Guardia di Finanza di via Nizza, quella della Polizia Stradale di
piazza Tommaseo e la caserma della Polizia di Stato di Sturla. Sono decine
i casi in cui si e' tentato il linciaggio fisico di poliziotti e
carabinieri. Un mezzo dell'Arma fu addirittura dato alle fiamme all’angolo
tra via Invrea e corso Torino: in quel mezzo c’erano degli esseri umani la
cui unica colpa era indossare una divisa, uomini che hanno rischiato di
essere bruciati vivi solamente perche' erano carabinieri. Ma sotto accusa
si vogliono mettere solamente gli appartenenti alle Forze dell'Ordine. E
questo mi sembra francamente sconcertante.
Roberto Martinelli Roma Sindacato Polizia penitenziaria