12.02.04
Secolo xix: autogol e Tursi sull'orlo della crisi
dal secolo xix
Inspiegabile autogol
Stupisce assai la durissima presa di posizione politica di Rifondazione, contraria alla costituzione di parte civile del Comune di Genova contro i 26 presunti black bloc rinviati a giudizio per le devastazioni e i saccheggi del G8. Sorprende che si ritenga «un fatto inaudito e gravissimo» ritenersi offesi dalla violenza che si è abbattuta in quei giorni sulla città. E' singolare anche perché, politicamente, questa impennata rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol. Il processo che si celebrerà, non riguarda il movimento no global nel suo complesso, ma 26 individui ben identificati che si ritengono responsabili di atti precisi.
Giudicare «inaudito e gravissimo» il volersi costituire parte civile contro i violenti equivale a volerli in qualche modo difendere. Comunque, a non voler cercare i colpevoli di quanto accaduto. Peccato. Perché proprio così si finisce per minare la credibilità complessiva dei no global, che rappresentano invece un movimento politicamente importante e manifestamente, nella sua generalità, non violento. Per mesi, i partiti del centrosinistra hanno cercato di spiegare e distinguere la profonda differenza che c'è tra un no global e un black bloc. Apparentamento su cui invece il centrodestra ha spesso, più o meno strumentalmente, giocato. "Legittimare", come sembra voler fare Rifondazione, i 26 rinviati a giudizio, risulta alla fine incomprensibile per i genovesi che hanno vissuto da vicino i giorni del G8. E per i tanti che hanno subìto anche i danni.
R. On.
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G8, Tursi sull'orlo della crisi
LA POLITICA La scelta della giunta di costituirsi parte civile contro i black bloc scatena Prc: «Atto gravissimo»
Rifondazione ai suoi assessori: «Adesso autosospendetevi»
La decisione del Comune di Genova di costituirsi parte civile nel processo che si aprirà il 2 marzo a carico di ventisei manifestanti, accusati di devastazione e saccheggio nei giorni del G8, si trasforma in una bufera politica per la maggioranza, che sconvolge Rifondazione comunista anche a livello nazionale. Per Prc si tratta di un «fatto inaudito e gravissimo» che rappresenta «uno strappo con la migliore cultura democratica». Il segretario di Prc, Bruno Pastorino, ha appreso la notizia leggendo ieri "Il Secolo XIX" e si è messo subito in contatto con i suoi assessori per capire cos'era accaduto. Alla fine di una giornata convulsa, con telefonate anche con i parlamentari Giuliano Pisapia e Graziella Mascia, Prc chiede il ritiro della delibera e ai suoi assessori che l'hanno votata, Valter Seggi e Dante Taccani, di autosospendersi dalla giunta (che si riunisce stamattina, assente il sindaco Giuseppe Pericu, a Roma per le acciaierie di Cornigliano), in attesa di un chiarimento politico. Oggi a mezzogiorno, riunione congiunta di segreteria, assessori e gruppo consiliare di Prc: si attende che quest'ultimo diserti la seduta pomeridiana dell'assemblea, dopo che Laura Tartarini (che è avvocato di sette imputati) avrà letto una dichiarazione. Della decisione della giunta non sapevano nulla nemmeno i vertici politici dei ds, il segretario provinciale Mario Tullo e quello regionale Mario Margini. Presentata dal sindaco Giuseppe Pericu (che però a quella seduta era assente, così come gli assessori Borzani, Castellano, Gabrielli, Montaldo e Vincenzi), la delibera sostiene che «si rende necessaria» la costituzione da parte del Comune «a tutela dei propri diritti e legittimi interessi». Dal sindaco arriva una dichiarazione che mira a circoscrivere l'argomento alla sfera amministrativa: «La costituzione di parte civile riguarda solo i danni materiali, è un atto dovuto, imposto da esigenze di tutela dei beni pubblici. Abbiamo ottenuto 7,5 milioni di euro dallo Stato per i danni che la città e i suoi abitanti hanno subito: se non agissimo nei confronti di chi è accusato di averli causati, la Corte dei conti ci potrebbe contestare l'omissione. Non è un atto politico, mi rincresce che Rifondazione la pensi così».
Bruno Pastorino e Manuel Chiarlo, dei Giovani comunisti, invece non hanno dubbi: «La scelta del Comune non è affatto obbligata, la Provincia che ha subito a sua volta danni non ha infatti seguito questa scellerata decisione».
Secondo Prc l'atto si configura «come un sostegno all'impianto accusatorio»: «Già timido sugli altri fronti di inchiesta, il Comune aderisce all'idea che quelle giornate furono l'effetto di comportamenti delittuosi completamente slegati da quell'autentica sospensione democratica e dall'azione premeditatamente repressiva delle forze dell'ordine». Boccia il provvedimento anche il capogruppo di Prc a Plazzo Tursi, Roberto Delogu: «Un grave errore di valutazione politica». «Questa costituzione è un atto con il quale il Comune prende parte al processo - attacca Laura Tartarini - E' una decisione vergognosa, l'amministrazione dovrebbe chiedere invece che si faccia davvero luce sul G8 a Genova».
E proprio il Comitato verità e giustizia per Genova si associa, contestando a Pericu di non aver proposto di fare della città nel 2004 non solo la capitale europea della cultura ma anche quella dei diritti civili, costituendosi «come parte civile nei futuri processi per i fatti di Bolzaneto e della Diaz».
Tra i ds c'è imbarazzo. Massimiliamo Morettini, consigliere comunale e presidente di Arci Liguria, parla «fulmine a ciel sereno»: «Speriamo che la decisione sia arrivata perché atto dovuto. Le persone inquisite hanno già accuse pesantissime. Non chiediamo certo una generica impunità, ma abbiamo difficoltà a capire le ragioni intime della scelta che la giunta ha compiuto di entrare così direttamente nella vicenda giudiziaria».
Franco Maggi, capogruppo dei Ds, chiederà spiegazioni, ma si dà già quella del sindaco: «Conoscendo Pericu, so che non può essere altro che un atto dovuto».
Andrea Plebe
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