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27.05.07

Secolo xix Al processo G8 indagato l'ex questore di genova

Secolo XIX

«Falso testimone»

Al processo del G8 indagato l'ex questore di Genova

La deposizione resa dall’alto dirigente il 3 maggio non ha convinto i pm
dopo il confronto con altre testimonianze
GENOVA.Francesco Colucci,questore di Genova nel luglio 2001, all’epoca del
G8, ora al Cesis, la struttura di coordinamentodei servizi segreti
italiani, e' stato iscritto nel registro degli indagati.
L'accusa e' di falsa testimonianza nel processo G8.
Non lo avevano toccato le inchieste sugli abusi della polizia nei giorni delle devastazioni e delle manganellate, degli assalti ai Defender e dei lacrimogeni. E' stato incriminato, pero', per le sue affermazioni in aula, la mattina delloscorso
3 maggio, nel corso di un'udienza del processo Diaz, con 29 poliziotti
accusati di lesioni, falso, calunnia, detenzione arbitraria e abuso
d'ufficio per ilblitz nella scuola sede del Genoa Social Forum, la notte
tra il 21 e il 22 luglio 2001.

PASSATO INDENNE NELL'INCHIESTA SUGLI ABUSI G8, indagato l'ex questore
Colucci
Eˆ accusato di falsa testimonianza per la sua ricostruzione in aula
dell’irruzione alla Diaz

GENOVA. Francesco Colucci, il questore di Genova all'epoca del G8, ora in
forze al Cesis, la struttura di coordinamento dei servizi segreti
italiani, e' stato iscritto nel registro degli indagati. L'accusa e' di
falsa testimonianza nel processo Diaz, il processo a ventinove poliziotti
accusati di lesioni, falso, calunnia, detenzione arbitraria e abuso
d'ufficio per il blitz nella scuola di via Cesare Battisti, sede del Genoa
Social Forum,la notte tra il 21 e il 22 luglio 2001. In quell'irruzione
furono arrestati 93 no global, poi tutti prosciolti. Ma decine e decine di
ragazzi furono malmenati, pestati a sangue senza apparenti
giustificazioni. Non lo avevano toccato le inchieste sugli abusi della
polizia nei giorni delle devastazioni e delle manganellate, degli assalti
ai defender e dei lacrimogeni. Colucci e¨ stato incriminato pero' per le sue
affermazioni in aula, la mattina dello scorso 3maggio. Le dichiarazioni
del capo della polizia genovese non hanno convinto i pubblici ministeri. E
nel giro di qualche giorno, il tempo di analizzarle (in attesa della loro
trascrizione ufficiale) e di confrontarle con quelle degli altri testi
ascoltati in aula, e¨ partita l'inchiesta per falsa testimonianza.La firma
in calce all'avvisodi garanzia, consegnato dalla polizia giudiziaria di
palazzo di giustizia mercoledi' scorso, e' del procuratore aggiunto Mario
Morisani e dei sostituti procuratori Enrico Zucca, Patrizia Petruzziello e
Francesco Albini Cardona. Ad assistere l'ex questore di Genova sono gli
avvocati Maurizio Mascia e GennaroVelle. In cosa avrebbe mentito in aula
l'ex questore? Sotto accusa ci sarebbero le sue risposte relative ad
aspetti marginali, nella ricostruzione di cio' che avvenne nelle scuole
Diaz e Pascoli, eppure importanti nel delineare il clima che precedette e
segui' quell'operazione dall'esito cosi' clamoroso. «Fui io e non il capo
della polizia a chiamare il portavoce nei rapporti con la stampa».
Circostanza smentita dallo stesso numero due di allora, Ansoino Andreassi.
E poi i pattuglioni, i controlli in forze che sconvolsero i gruppi di
manifestanti ormai diretti a casa: «Li organizzammo per agevolare il loro
deflusso». In realta' , secondo quanto accertato e affermato concordemente
da altri testimoni e dalle indagini, quei servizi erano finalizzati per
individuare e arrestare i black bloc in fuga e furono ordinati dal capo
della polizia Gianni De Gennaro in persona. E poi quel fax con il quale
veniva data notizia ai vertici romani della poliziadi Stato dell'™avvenuto
blitz alla Diaz: si parlava chiaramente di una doppia irruzione. In aula
il questore Colucci ha ammesso che il blitz nel complesso scolastico,
quello a disposizione del centro multimediale Indymedia, «fu un errore
delle squadre destinate a quell'intervento». Smentendo se stesso. Nessuno
puo' e sa dire al momento se esistano delle ragioni precise alla base delle
contraddizioni e delle reticenze che hanno contraddistinto
l'interrogatorio dell'ex questore genovese. L'inchiesta agli esordi,
(adombrata nei giorni scorsi con una frase sibillina all'interno della
trascrizione dell'interrogatorio di Andreassi, sul sito
www.supportolegale.org) provera' se non altro a ipotizzarle. Resta,nel
resoconto di domande e risposte al centro dell'udienza del 3 maggio,un
senso generale di imbarazzo. Da parte di chi era chiamato a spiegare le
sue scelte, in qualita' di testimone, e da parte degli stessi pm che devono
di fronte al giudice chiarire che cosa avvenne esattamente e di chi furono
le responsabilita' . Colucci si e' trincerato dietro a molti «non ricordo».
Ha ipotizzato un «Forse ho sbagliato nel parlare». Proseguendo con
giustificazioni del tipo: «La mia affermazione forse e' stata un po´
sprovveduta, superficiale». «Non sono sicuro,lo giuro davanti a Dio e allo
Stato italiano». «Mi correggo, forse sono stato impreciso». Un dialogo
durato oltre sei ore, durante il quale un solo elemento certo e' emerso:
l'ordine pubblico, la notte dell´assalto alla scuola Diaz, era gestito dal
vicequestore Lorenzo Murgolo (la sua posizione e' stata archiviata):
«Murgolo era il coordinatore.Ma c´erano La Barbera e Gratteri accanto a
lui...». Una domanda centrale ancora non ha avuto risposta nel processo in
corso: perche' fu deciso il blitz nell´istituto di via Battisti?
La versione al momento ancora valida e' quella dell'attacco subito in serata da
alcune pattuglie della polizia, con lanci di pietre, davanti alle due
scuole.
Chi tra i superpoliziotti spinse per il blitz? Il questore Colucci
ha fatto alcuni nomi, salvo poi ripensarci, indicando infine il nome del
prefetto La Barbera, che e' morto:«Era d´accordo».
I testi dell'accusa sono ormai terminati.
I pm hanno incassato i loro successi, i racconti dei pestaggi tutti concordanti, gli arresti immotivati, le false molotov usate come prova, le reticenze dei testimoni della polizia.
La difesa degli imputati, in attesa di prendere in mano il pallino delle udienze, ha gia' segnato qualche successo, come la sparizione delle bottiglie incendiarie
dello scandalo, la conferma del presupposto del blitz: le scuole non
risultavano piu' sotto il controllo del Genoa Social Forum.
Ora tocca alle parti civili. Interpellato telefonicamente dal Secolo XIX, l'ex questore Francesco Colucci si e' limitatoa chiosare:«Chiedete al magistrato che sa tutto con esattezza. Non chiedete a me. Grazie comunque per avermi
contattato e buona domenica».

GRAZIANOCETARA

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