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20.01.04

Secolo xix: «A Torino il processo ai no global»

dal secolo xix


«A Torino il processo ai no global»
Una parte dei difensori accusa: a Genova non c'è serenità di giudizio

Genova. E' in corso una spaccatura tra gli avvocati che difendono i 26 no
global per i quali il giudice Fucigna ha fissato il processo per il 2
marzo. Gli accusati devono rispondere di devastazione e saccheggio,
resistenza aggravata, porto e detenzione di esplosivi, furto aggravato e
tentativo di lesioni gravi. I fatti sono quelli del G8 genovese e
riguardano le violenze di strada nell'ambito delle quali si svolse
l'assalto alla camionetta in piazza Alimonda dove morì Carlo Giuliani. E'
di ieri la notizia che alcuni legali vorrebbero però appellarsi alla Legge
Cirami sul legittimo sospetto: ritengono che i giudici di Genova non siano
sufficientemente sereni per affrontare il giudizio.
Tale decisione sarebbe stata presa dopo le dichiarazioni del pg Domenico
Porcelli durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Porcelli ha
ribadito che a fronte di 70 avvisi di fine indagini a carico dei
poliziotti, solo 26 sono stati i rinvii a giudizio per i manifestanti che
hanno messo la città a ferro e fuoco. «Con questo clima - ha commentato
l'avvocato romano Simonetta Crispi - con quale serenità possiamo affrontare
un processo davanti ai giudici di Genova?». E' un'opinione, però, che non
troverebbe d'accordo i legali del Foro genovese. E proprio per affrontare
la spaccatura e cercare una linea comune gli avvocati dei 26 no global
s'incontreranno il prossimo primo febbraio. Se prevalesse l'idea dello
spostamento, i difensori dei no global si troverebbero in sintonia con i
difensori dei poliziotti.
Intanto ieri il procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino, a proposito
delle critiche riservate alla inchiesta sul G8 dal procuratore generale
Porcelli ha precisato: «Su sollecitazione del pg avevamo tenuto conto del
materiale acquisito dai colleghi di Cosenza, comprese le intercettazioni
telefoniche, ma al termine delle nostre indagini non abbiamo ravvisato per
i manifestanti indagati il reato di associazione a delinquere bensì singole
responsabilità per devastazione e saccheggio».
Tornando all'inchiesta sul G8, ieri doveva essere interrogato il magistrato
Alfonso Sabella, già all'antimafia di Palermo e attualmente pm a Firenze
riguardo alle violenze di cui sarebbero rimasti vittime i detenuti nella
caserma di Bolzaneto. Sabella è stato indagato per tali presunte violenze
ma l'interrogatorio è stato rinviato per ragioni di sicurezza. La posizione
del magistrato, indicato come uno degli obiettivi di "Cosa nostra" quando
era a Palermo, è infatti molto delicata. Sabella, durante il G8, era
ispettore del Dipartimento di amministrazione penitenziaria. L'inchiesta di
Bolzaneto sembrava giunta al termine con l'invio, qualche mese fa, di 43
avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Ma lo scorso dicembre
venne sentito come nuovo indagato il generale Oronzo Doria, stretto
collaboratore di Sabella; ora toccherà a lui.

Elisabetta Vassallo

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