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17.11.07

secolo xix 17.11.07

secolo xix

Don Gallo garantedella non violenza
All'ospedale San Martino spunta una tenda di decontaminazione
LA SCOMMESSA che il corteo dei no global si svolga pacificamente e¨
lanciata con il volto di don Andrea Gallo, proposto dalla parte ufficiale
dei manifestanti come il testimonial di un evento che portera' a Genova
(secondo le stime della questura) tra i venti e i trentamila giovani. E un
fermo appello a rifiutare la violenza «verbale e gestuale», rispettando le
opinioni diverse e la verità delle cose, e¨ stato lanciato ai manifestanti
dall'arcivescovo di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco.
«Dobbiamo sempre portare avanti gli ideali grandi, innanzitutto nella
verita' delle cose», e «non sbagliare nello scegliere gli ideali», ha
affermato il prelato.
L'arcivescovo spera che oggi prevalga il «rispetto assoluto delle opinioni
diverse senza alcuna forma di intolleranza e tantomeno di violenza».
Parole calibrate per cercare di fare breccia nel cuore di chi non si
riconosce nella posizione della Chiesa. «Spero - ha aggiunto - che
qualunque tipo di azione pubblica, da qualunque parte venga, cattolica o
non cattolica, sia all'insegna di questo duplice criterio: la verita' delle
cose, non di particolari ideologie, tantomeno di posizioni di parte. E il
rispetto della non violenza».
Strano destino, quello di una manifestazione che nasce nel cuore di una
sinistra di piazza che certo ha poca dimestichezza con le cose di chiesa.
E poi si ritrova in testa, sulla camionetta apripista, un sacerdote che ha
ottenuto quantomeno una silenziosa "non condanna" da parte del suo
vescovo. «Mi ha chiesto solo di usare prudenza...», confida don Gallo. Ma
oggi non sfilerà certamente un corteo di Chiesa e i cori non
risparmieranno nemmeno la sinistra di governo. Tra le tante anime del
mondo antagonista, anche `Sinistra Critica´ sarà presente per «chiedere le
dimissioni del ministro Amato e del suo capo di gabinetto De Gennaro».
Insieme ai militanti dell' associazione saranno in piazza anche il
deputato Salvatore Cannavò e il senatore Franco Turigliatto.
La speranza che prevalgano le colombe e sul corteo non volino avvoltoi è
lì, in queste strane alleanze tra persone di buona volontà provenienti da
mondi diversissimi. Se prevarrà la linea pacifista, stasera su Genova non
si conteranno i danni ma si farà festa. Altrimenti, sarà una sconfitta per
la città . E, benché tutti giurano che la manifestazione sarà tranquilla,
ieri sera al pronto soccorso del San Martino è stata allestita una "sala
decontaminaione" da campo: per intervenire nel caso di problemi causati da
lacrimogeni della polizia o materiale chimico portato dai manifestanti
I primi treni dei no global di tutta italia sono partiti ieri sera dopo
una frenetica giornata di contrattazioni con le ferrovie. Il Viminale ha
inviato a tutte le questure disposizioni per il monitoraggio delle
stazioni, con particolare attenzione ai gruppi oltranzisti e anarchici che
formeranno un unico blocco all'interno del corteo.
In particolare, il Viminale raccomanda alle forze di policia di garantire
un afflusso ordinato dei manifestanti e evitare problemi ai normali
passeggeri in partenza. Sulla questione economica, ieri gli organizzatori
del corteo hanno annunciato l'accordo raggiunto con Trenitalia: 10 euro,
da qualsiasi destinazione, sui treni speciali predisposti per i gruppi
organizzati. Il primo è partito ieri sera alle 21,30 da Napoli per
raggiungere Roma e proseguire fino a Genova, il secondo è programmato
questa mattina da Venezia per i manifestanti provenienti dal nord est.
Previsti anche treni da Palermo - sul quale viaggeranno anche i no global
cosentini - da Milano e da Torino. Quest'ultimo partirà alle 11 dalla
stazione di Porta Nuova con a bordo gli anarchici dei centri sociali che
aderiscono al blocco antagonista. Sono in programma inoltre 100 pullman da
diverse regioni d'Italia.
A Genova i manifestanti troverano qualcosa per rifocillarsi all'arrivo del
corteo in piazza De Ferrari: 90 chili di focaccia, bibite e probabilmente
anche birra in lattina, venduti a prezzo "politico" dagli organizzatori su
banchetti autogestiti. Poi, rientro previsto in serata per tutti, senza
pernottamentio.
Bruno Viani

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Carabiniere picchiato in piazzal'arma gli chiede i danni
per la riparazione del defender
Genova. C'è un conto che nessuno ha ancora pagato a proposito dei fatti
del G8, e che per il comando regionale dei carabinieri della Campania deve
essere addebitato a un carabiniere ausiliario. È il conto dei danni subiti
da un "Defender" dell'Arma (un furgone Fiat Iveco), danni provocati dai
manifestanti durante gli scontri nei pressi della stazione di San Martino.
Scontri per i quali, nei giorni scorsi (sei anni dopo), il sostituto
procuratore Vittorio Ranieri Miniati ha iscritto nel registro degli
indagati sette militari, con l'accusa di falso e calunnia. Il furgone fu
assaltato dai noglobal. I danni al mezzo, per un valore di 2.327 euro e 53
centesimi, potrebbero essere pagati all'Erario (che ha saldato il conto
con il carrozziere) dal carabiniere che vi si trovava all'interno.
La lettera di "messa in mora"è stata recapitata al militare, che è in
servizio al decimo battaglione della Campania, e che è difeso
dall'avvocato genovese Giovanni Ricco. Si tratta di un passaggio di un
procedimento disciplinare a suo modo clamoroso perché ipotizza una
responsabilità da parte del militare che fu vittima dell'assalto no
global. Il pagamento del conto, per la precisione, sarà vincolato alla
verifica di una eventuale responsabilità nei fatti avvenuti davanti alla
stazione dei carabinieri di San Martino.
«A prescindere dal tasso di irragionevolezza di abbagliante evidenza che
connota l'iniziativa, nella lettera non si fa alcun cenno alle lesioni
personali per cui il militare dovette essere trasportato nel reparto di
traumatologia d'urgenza dell'ospedale San Martino - attacca l'avvocato
Ricco - ci chiediamo se è da considerarsi uno Stato di diritto quello che
conformisticamente si accanisce contro i poliziotti che fanno il proprio
dovere? Restiamo in attesa che ad altri appartenenti alle forze
dell'ordine vengano fatti pagare i cristalli infranti domenica scorsa da
una decina di violenti nello stadio durante Atalanta-Milan. Un qualunque
gruppo di facinorosi può oggi esercitare la sopraffazione con la violenza
con la quasi certezza di impunità . Il conto, come si vede, lo mandano ai
carabinieri».
Il caso in questione riguarda come detto l'assalto a una caserma, per il
quale sono indagati sette carabinieri, assalto avvenuto tra le 16,30 e le
18 del 20 luglio 2001, in sei ripetuti attacchi che videro coinvolte circa
500 persone. Una lettera acquisita agli atti dal sostituto procuratore
Ranieri Miniati presenta una ricostruzione opposta a quella che ha portato
alla denuncia dei militari. Si tratta di una missiva firmata dal
comandante della stazione assaltata, il maresciallo Franco Monteleone, che
definisce senza mezzi termini i colleghi sotto inchiesta «degli eroi» che
operarono con un comportamento «encomiabile, generoso e professionale»,
risolvengo una situazione rischiosa e complessa «senza nemmeno fare uso di
lacrimogeni».
Graziano Cetara

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G8, corteo tra le barriere
Circolare del Viminale alla questura: attenzione alle infiltrazioni, anche
di gruppi dall'estero

GENOVA. Ai no global, sicuramente, non conviene aumentare il livello della
tensione e dello scontro. Nessuno, nel movimento, lo vuole. Anzi:
«Vigileremo sulle infiltrazioni», giurano gli organizzatori della
manifestazione di oggi. Le infiltrazioni: proprio quelle preoccupano.
Quelle del mondo ultrà , scosso dalla tragedia sull'autostrada ad Arezzo. E
i movimenti di estrema destra (che con alcune curve sono contigui):
potrebbero approfittare dell'occasione-Genova per alimentare ancora una
volta lo scontro con la polizia.
Certo, in questa difficile settimana si è fatto tutto il possibile per
attutire l'effetto della morte tragica del tifoso laziale Gabriele Sandri,
ucciso dal proiettile esploso da un agente della polizia stradale.
L'accusa di omicidio volontario nei confronti di Luigi Spaccarotella
(«l'abbiamo praticamente sollecitata noi, già dalle prime parole del
questore», rivela una fonte del ministero dell'Interno) potrebbe placare
gli animi. Chi ha seguito la vicenda di Arezzo sa che la modifica del capo
di imputazione era attesa dopo i funerali di Sandri e prima del corteo di
oggi. E cosìè andata.
Basterà ? L'ordine di scuderia è sminuire, minimizzare, tranquillizzare.
«Non succederà nulla». «Sarà tutto tranquillo». Risposte uguali,
identiche, quale che sia il quartier generale delle forze dell'ordine
interpellato. Anche le direttive partite da Roma sono soft. Agli uomini
delle digos è richiesta la sorveglianza delle stazioni ferroviarie da cui
partiranno i treni che raggiungeranno Genova. Particolare attenzione «ai
gruppi oltranzisti e anarchici, che formeranno un unico blocco all'interno
del corteo». Nel documento inviato al questore Salvatore Presenti il
Viminale raccomanda di innalzare il livello di vigilanza alle stazioni
ferroviarie e ai caselli autostradali, per garantire un afflusso ordinato
dei manifestanti. In arrivo anche, da diverse regioni d'Italia, cento
pullman.
Per quanto riguarda il corteo, la circolare romana non indica segnali
specifici di rischio. Si raccomanda, però, «di intensificare l'attivitÃ
informativa verso gli ambienti più oltranzisti, anche provenienti
dall'estero, per evitare che vi siano iniziative di contestazione
violenta».
Anche il mondo della contestazione è spaccato. Gli autonomi promettono di
disertare la manifestazione e un comunicato di "Autonomia di Classe -
Roma" se la prende con il corteo genovese e i suoi organizzatori:
«Vogliono tornare a Genova, con le loro (ridotte) moltitudini e la loro
disobbedienza di plastica, in processione dietro i cori della chiesa del
dissenso».
Gli anarchici della Fai (la Federazione anarchica italiana, ben diversa
dalla Federazione anarchica informale degli insurrezionalisti) ricordano
soltanto che «l'appuntamento per lo spezzone anarchico è alla partenza
presso la stazione marittima. Per chi lo ricorda è la stessa piazza da cui
partì il corteo organizzato da Anarchici contro il G8 il 9 giugno del
2001. Lo striscione sarà lo stesso». E Secours Rouge, sito internet
dichiaratamente vicino alle Brigate Rosse (nella home page il ritratto di
Mario Galesi, ucciso nello scontro a fuoco in cui fu arrestata Nadia
Lioce) indirizza le sue attenzioni a un'altra manifestazione, il 12
dicembre a Milano, di sostegno ai terroristi in galera. Il mondo ultrà ?
Non ha lasciato, negli ultimi giorni, particolari segni. Ma èil pericolo
più temuto, anche se il monitoraggio della digos, almeno ufficialmente,
non ha raccolto segnali di particolare allarme.
Le forze dell'ordine schiereranno poco più di mille uomini. Le direttive,
ancor più pressanti dopo la tragedia di Arezzo, sono quelle di tenere il
più defilati possibile agenti e militari in divisa e mezzi. L'intervento
dev'essere limitato ai casi di reale emergenza e, in ogni caso (come giÃ
accaduto a Roma durante la visita di George W. Bush), eventuali incidenti
devono essere "contenuti" e non fronteggiati con eccessiva veemenza, con
il rischio che groppuscoli di violenti, difficili da controllare, si
disperdano.
Durante il percorso del corteo sono già stati rimossi tutti i cassonetti
dell'immondizia e pure i cartelli della segnaletica stradale. Sigillati,
come ormai di prammatica dal G8 del 2001 a oggi, i tombini. Più del
cinquanta per cento dei commercianti ha deciso di tenere chiuse le
saracinesche: sia temendo il probabile "vuoto" di acquirenti, sia
nell'ansia di scontri. Così la città attende la manifestazione in
un'atmosfera irreale.
C'è anche chi non si fida. E ieri sera, simbolo di una paura che aumenta
esponenzialmente con l'avvicinarsi dell'ora x, un gruppo di operai ha
iniziato a nascondere dietro una pesante palizzata di tavole di legno le
vetrate del C-dreams, il lounge bar di Costa Crociere, uno dei locali più
eleganti del centro cittadino. E a far salire la tensione c'è anche la
decisione del Coisp, il battagliero sindacato di polizia che da tempo
annuncia (e qualche volta organizza per davvero) manifestazioni di
solidarietà con le forze dell'ordine, in coincidenza di quelle del mondo
antagonista. Il questore ha dato il via libera al volantinaggio in una
decina di piazze, ovviamente lontane dal percorso del corteo. Ma non è
un'iniziativa che concorra a rasserenare il clima.
marco menduni

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Forum al mattino poi la sfilata
il programma
Genova. Chi protesta per la richiesta della Procura di condanne a 225 anni
di carcere nel processo ai 25 manifestanti del 2001 e chi sfilerà per
sollecitare la Commissione parlamentare d'inchiesta: le due posizioni
all'interno del movimento oggi saranno esplicitate in un convegno alla
mattina e nel corteo del pomeriggio.
Il dibattito all'Auditorium Sarzano di piazza Sant'Agostino, "Genova
2001-2007: un altro mondo è ancora possibile", previsto alle 10, avrà come
relatori il presidente della Commissione per la riforma del codice penale
Giuliano Pisapia, il segretario dell'associazione ligure dei
giornalisti-Fnsi, Marcello Zinola e l'avvocato Laura Tartarini del Genoa
Legal Forum. Seguiranno interventi, tra gli altri, del segretario generale
della Fiom-Cgil Gianni Rinaldini, dell'europarlamentare Vittorio
Angoletto, del presidente del Comitato verità e giustizia Enrica
Bartesaghi e del senatore della sinsitra europea Francesco Martone.
Durante il dibattito verrà anche proiettata una breve sequenza presentata
l'altro ieri all'udienza del processo Diaz, a cura della segreteria del
Genoa Legal Forum.
I centri sociali hanno intanto ribadito le critiche alla richiesta di pene
da parte della Procura per i 25 imputati accusati di devastazione e
saccheggio durante il G8 genovese. «Crediamo che le tre giornate del 2001
siano state create dal meccanismo di partecipazione attivato nei mesi
prima. La storia da raccontare è questa anche oggi», ha detto Luca Oddone,
tra i promotori del comitato "Noi di via Tolemaide" e del centro sociale
genovese Zapata. «Oggi siamo di fronte all'inaccettabile richiesta di pene
per 25 manifestanti con un capo d'imputazione inacettabile che mira a fare
una censura politica di quei giorni».
Il collettivo di Supporto legale che collabora con gli avvocati dei tre
processi penali seguendo le udienze sul G8, ha fatto il punto sui processi
genovesi (Diaz, Bolzaneto e 25) e su quello di Cosenza per 13 imputati
accusati di associazione sovversiva e ha accusato la Procura genovese di
«tentare di criminalizzare il movimento».

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