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20.07.08

repubblica Manifestazione dal Ducale a piazza Alimonda.

Manifestazione dal Ducale a piazza Alimonda. E il procuratore generale
rivela: "Durante il vertice gli americani potevano sparare"

G8 sette anni dopo, il giorno della memoria
Giornata di appuntamenti per ricordare i sette anni delle manifestazioni
anti G8 si moltiplicano in un clima pacifico. Intanto, da un ricorso
presentato dalla procura generale, si scopre che a Genova, nel luglio del
2001, numerosi militari e agenti dei servizi statunitensi vennero
autorizzati all´uso delle armi sul territorio italiano.
G8, appuntamento in piazza Alimonda "Ma alla Maddalena non andremo"
Oggi corteo e manifestazione in ricordo di Carlo Giuliani
La folla in piazza Alimonda per ricordare l´uccisione di Carlo Giuliani
durante gli scontri del G8. Una tragedia che, dopo sette anni, presenta
ancora molti aspetti oscuri, che non potranno essere chiariti in un
processo. L´inchiesta è infatti stata rapidamente archiviata Anche questa
volta sono attese centinaia di persone che si fermeranno alle 17.26 in
punto, nell´ora esatta in cui Carlo è stato ucciso.

Da sette anni nel luogo dell´omicidio
"I grandi sono sempre più costretti a nascondersi, Smettiamola di
corrergli dietro e facciamo politica lontano da loro"
ERICA MANNA
Ore 17.26, 20 luglio 2001. La vita di Carlo Giuliani si ferma in questo
istante, sull´asfalto di piazza Alimonda. Una striscia rossa che si
allarga piano, fumo, pietre, gambe delle forze dell´ordine che lo
nascondono alla vista. Voci che gracchiano nelle ricetrasmittenti.
Frammenti di sette anni fa, ancora vivi nei racconti di chi quei giorni li
ha vissuti, e che tappezzano la mostra Al lavoro - Genova chiama,
allestita da Progetto comunicazione con il Comitato Piazza Carlo Giuliani,
al Munizioniere di Palazzo Ducale. Oggi, alle 17.26, Genova si fermerÃ
ancora, a piazza Alimonda, dove «una voce dal passato ci ricorderà che è
importante fare memoria», dice Haidi Giuliani: «Sarà un momento di
riflessione - anticipa - una sorpresa per chi verrà ».
Al Ducale, alle 10.30, ci sarà il convegno "L´Italia è una repubblica che
convive con la tortura", sullo stato dei diritti civili e politici con
Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International,
Mauro Palma, presidente del Comitato europeo per la prevenzione della
tortura, e il sindaco Marta Vincenzi, che alle 12.30 incontrerà le parti
civili del processo per i fatti di Bolzaneto. Alle 14.30, da piazza
Matteotti, partirà la passeggiata verso piazza Alimonda, dove ci sarà il
comico Andrea Rivera e suonerà un´orchestra rom, «perché vogliamo dare un
segnale, siamo loro amici», dice Haidi.
Ieri, al Munizioniere di Palazzo Ducale, movimenti e comitati si sono dati
appuntamento per «un ragionamento insieme», come lo chiama Haidi Giuliani.
Su quei giorni di sette anni fa, certo, ma anche guardando al futuro, al
G8 alla Maddalena. «Ci vorrà un passaggio di testimone simbolico -
interviene Vittorio Agnoletto, nel 2001 portavoce del Genoa Social Forum -
Chi farà il prossimo G8 avrà Genova addosso, la storia è passata di qui e
non si deve ignorare. Non possiamo pensare di prenderne le distanze»,
dice, mentre su uno schermo, poco più in là , scorrono le immagini
dell´irruzione alla Diaz. Questo, precisa Agnoletto, senza trascurare il
cambiamento di scenario, la specificità della Maddalena. Sì, perché il
luogo dove probabilmente avverrà il G8 2009 è una vera e propria «isola
nell´isola, impossibile da raggiungere», dice Norma Bertulacelli della
rete contro il G8 per la globalizzazione dei diritti, e questo «è un fatto
positivo, vuol dire che gli Otto sono sempre più costretti a nascondersi».
La proposta è di realizzare una serie di iniziative sul territorio della
Sardegna, sottolineando le ricadute dannose della globalizzazione a
livello locale e «legando i temi sardi ai problemi mondiali», sottolinea
Agnoletto. Il rischio di finire in un angolo c´è, ammonisce l´ex portavoce
del Genoa Social Forum. Per questo «è importante coinvolgere anche la
società civile, intellettuali, direttori di giornali, a dire la loro
sull´inutilità e lo spreco dei G8», continua Agnoletto, che solleva anche
il problema dell´autonomia del movimento: «Dobbiamo avere chiaro che
Renato Soru, il presidente della Regione Sardegna, incarna un liberismo
soft». Giuliano Giuliani chiude l´incontro lanciando un appello:
«Piantiamola di correre dietro agli appuntamenti di quegli otto cialtroni
e facciamo politica sui contenuti, lontano da loro». «Alla Maddalena è
inutile andare - gli fa eco Haidi - sì invece ad iniziative in tutta la
Sardegna».

Presentata martedì a Palazzo Rosso un´altra rivisitazione di quei giorni
"Inferno Bolzaneto" 31 storie dall´orrore
Nel libro di Mario Portanuova testimonianze sul dramma vissuto nella
caserma
MARGHERITA RUBINO
Genova sa ribellarsi. Porta nella propria storia una capacità , continuata
e sottovalutata, di reazione tota sua, improvvisa e collettiva, guerriera
o politica: dalla sassaiola antiaustriaca del 1746 alle ribellioni
antifasciste del 1960. Va inscritta, in questa tradizione di rabbie
impreviste, l´intera civilissima manifestazione di "Genova città dei
diritti". Messa su in pochi giorni da sindaco, Nando Dalla chiesa Dalla
Chiesa, Torre e tutto lo staff comunale quando sembrava che il processo G8
non arrivasse neppure a sentenza, è diventata una sorta di bandiera
cittadina. Si badi, il punto non sono i dibattiti, quelli sono anche
interessanti, ma lasciano poco: il punto è la ricerca complessiva di una
memoria autonoma, condotta con propri mezzi e propri ragionamenti, sui
fatti tormentati di Alimonda, Diaz, Bolzaneto. Lo Stato non fa ancora
chiarezza? E la città se la avvia da sola, questa ricerca di chiarezza,
fissando, come minimo, puntelli forti per la memoria. Il più importante, a
nostro avviso, sta nel buio pesto di quei soprusi effettuati nella caserma
di Bolzaneto: lo Stato di diritto non può avere eccezioni o pause, e là le
ha avute. Lo denunciò con forza Giuseppe D´Avanzo su Repubblica, con
articoli che riportavano i racconti dei singoli e che ruotavano sulla
denuncia dell´infermiere Marco Poggi; cui fu alla fine consigliato un bel
trasferimento. Li amplia e li ribatte oggi, con quella agghiacciante
violenza che hanno i libri che allineano fatti, testimonianze firmate e
cronologie, senza una parola di commento, l´impressionante "Inferno
Bolzaneto", di Mario Portanuova, prefazione di Giuseppe Pisapia,
presentazione a Palazzo Rosso martedì 22, ore 18.30, nel cuore della
"Città dei diritti". Testimonial, con gli autori, proprio Dalla Chiesa: il
suo nome evoca quanto di meglio forse un Milite abbia mai dato allo Stato,
ma non fa velo all´esigenza di giusto ripensamento, in chiave, nella
sostanza, antimilitare. La scansione del volume ci pare esemplare, poiché
ai terrificanti contenuti risponde una asciutta eleganza formale, che
allinea "Un carcere provvisorio", "Il buco nero", "Le storie", "Gli
imputati". I sottotitoli, poi, sono le frasi pronunciate dai persecutori,
"Benvenute ed Auschwitz", "Ti infilo il manganello", "Denti rotti" e così
di seguito per 31 storie. Nell´insieme, si tratta dell´atto di accusa
ragionato e comprovato dei magistrati di Genova, di Genova tutta ci
piacerebbe dire, contro quella gravissima violazione che chiuse in maniera
tombale il G8. Con pagine contro sentenza ma convincenti, come il
capitoletto sulle torture: le violenze provate a Bolzaneto erano state
classificate tali in sentenze della Corte Europea precedenti il 2001.
Bolzaneto è metafora di una questione alta e concreta: tre giorni senza
alcuna legge nel centro di una città possono, per chi non vigili,
diventare più vasto orrore di qualunque natura.

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