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17.07.11

Repubblica Genova Torture al G8, l´appello dei giudici

Torture al G8, l´appello dei giudici
"Magistratura democratica": cancellare la prescrizione per Diaz e Bolzaneto
"Per dieci manifestanti pene durissime, per i vertici della polizia la via d´uscita"

MARCO PREVE

Le gravi lesioni di cui si sono macchiati alti rappresentanti dello Stato per i fatti della Diaz e di Bolzaneto «dovrebbero essere considerate imprescrittibili». E´ uno dei passaggi più duri del lungo comunicato con cui la sezione ligure di Md (Magistratura Democratica, la corrente sindacale più rappresentativa della categoria) ieri ha deciso di intervenire sulle vicende giudiziarie del G8 in occasione del decennale.
Nel documento redatto dalla segretaria ligure Lucia Vignale, con il collega Roberto Braccialini, l´analisi inizia con un´amara constatazione: «Ancora una volta, la politica è venuta meno ai propri compiti: non vi è stata alcuna presa di distanza tra i rappresentanti delle istituzioni e i pubblici ufficiali coinvolti nei processi; sono mancate le doverose assunzioni di responsabilità da parte di chi rivestiva ruoli di rilievo nella gestione dell´ordine pubblico; è mancata una leale collaborazione da parte della polizia nei confronti della magistratura». Concetti che erano stati espressi pochi giorni fa dal procuratore generale Luciano Di Noto in un´intervista a Repubblica.
Uno degli aspetti su cui il documento si concentra è il mancato adeguamento della legislazione italiana a quella europea ed in particolare agli indirizzi provenienti dalla Corte dei Diritti dell´Uomo di Strasburgo. Ad esempio l´Italia non ha mai voluto introdurre nel suo ordinamento il reato di tortura.
Il comunicato di Md affronta senza ipocrisie un paragone spinoso, quello tra la sorte dei dieci manifestanti condannati in appello per devastazione e saccheggio a pene pesantissime (15,13,12 anni di carcere) solo per danni materiali, e quella dei vertici della polizia italiana condannati in appello per lesioni, falsi e abusi per l´irruzione alla Diaz e le sopraffazioni di Bolzaneto. «Va rammentato - dice Md - che... la possibilità di valersi della prescrizione non è neppure ipotizzabile nei procedimenti a carico dei manifestanti... «, mentre se l´Italia avesse introdotto il reato di tortura «una tale possibilità sarebbe stata preclusa anche a coloro che sono accusati di aver abusato della propria autorità su persone private della libertà personale e di averle sottoposte a "trattamenti inumani e degradanti"». La prescrizione, invece, è dietro l´angolo per gli imputati per la Diaz e Bolzaneto.
Il comunicato di Md - frutto di una condivisione faticosamente raggiunta visto che le opinioni all´interno della sezione ligure erano differenti, a volte contrastanti - stigmatizza la circostanza che «le carriere degli alti funzionari coinvolti nei fatti di Genova, quando non hanno registrato promozioni significative sono progredite normalmente» e, inoltre, evidenziano una vera e propria anomalia nella scelta della polizia di continuare ad assegnare compiti operativi, che prevedono la collaborazione con la procura, a poliziotti che per i fatti del 2001 hanno subito condanne definitive (il riferimento è a un ispettore condannato per falso in merito all´arresto del 17enne fermato per strada e "scalciato" al volto dall´ex vice della Digos Alessandro Perugini).
I responsabili liguri di Md, infine, sottolineano come siano rimasti senza risposta decine di fascicoli per le cosiddette violenze e arresti illegali di strada a causa «della complessità di tali procedimenti», ma anche «a causa di scelte organizzative non sempre condivisibili», ma se «molti episodi di violenza di strada non hanno potuto avere risposta in sede penale, alcuni di questi tuttavia hanno ricevuto tutela in sede civile e singoli manifestanti ingiustamente arrestati o malmenati, hanno visto riconosciuto il loro diritto al risarcimento del danno patito».

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