04.01.08
repubblica Genova G8, l´ombra lunga della prescrizione
repubblica Genova
Si ammala un giudice e va in tilt il sistema informatico per un attacco hacker.
La sentenza potrebbe diventare inutile
G8, l´ombra lunga della prescrizione
Rinvio per le violenze a Bolzaneto, "impunità " sempre più vicina
NUOVO ed imprevisto rinvio delle udienze per uno dei processi-chiave del G8, quello per i soprusi e le violenze nella caserma di Bolzaneto.
E inevitabilmente si allunga l´ombra nera della prescrizione. La temporanea indisponibilita' di uno dei giudici della sezione del tribunale fa slittare
a data da destinarsi l´udienza - fino a ieri prevista per il 14 gennaio - in cui i pubblici ministeri Petruzziello e Ranieri Miniati at0taccheranno con la requisitoria. Al problema si aggiunge l´inconveniente di un presunto attacco hacker che da ieri avrebbe mandato in tilt il sistema
informatico del Palazzo di Giustizia genovese. Il risultato e¨ che il procedimento nella migliore delle ipotesi riprendera' a febbraio, e che per la sentenza si dovra' attendere il prossimo autunno.
Pagina II - Genova
G8, la prescrizione dietro l´angolo
Giudice si ammala, slitta il processo ai poliziotti per Bolzaneto
Se la sentenza va oltre l´estate, il rischio "impunita' " e¨ certo
A gennaio il termine ultimo, poi l´estinzione del reato
I magistrati: "Comunque vada questi brutti fatti non saranno dimenticati"
MASSIMO CALANDRI
LA temporanea indisponibilita' di Elena Minici, giudice a latere con Luisa Carta nella sezione del tribunale presieduto da Renato De Lucchi, portera'
inevitabilmente ad un rinvio del processo per le violenze e i soprusi
nella caserma di Bolzaneto durante il G8. Le udienze rischiano di slittare di almeno un mese, sempre che il presunto attacco al sistema informatico di ieri pomeriggio - e di cui raccontiamo nell´articolo in basso - non provochi ulteriori ritardi.
Per la sentenza, attesa in un primo tempo intorno a luglio, si passa con ogni probabilita' al prossimo autunno.
E l´ombra nera della prescrizione, che scattera' esattamente tra di un anno, si allunga a questo punto in maniera pesante.
Terminata il 30 ottobre scorso l´istruttoria dibattimentale, la prossima udienza dovrebbe essere quella di lunedi 14 gennaio: in programma c'e' la requisitoria dei due pubblici ministeri, Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati.
Scontato il rinvio a data ancora da definirsi. Si attende
il rientro di Elena Minici. I piu' ottimisti parlano di febbraio, e a questo punto spulciano preoccupati il calendario. L´ultima delle udienze, già programmate da De Lucchi, era prevista per martedì 8 aprile. Si va
dunque a maggio nella migliore delle ipotesi, ma nel conto andranno inserite alcune settimane di fisiologici, ulteriori ritardi. Il rischio e¨ che la sentenza non arrivi prima della pausa estiva: rimandare all´autunno
significherebbe sfiorare pericolosamente il gennaio 2009, data in cui cadra' comunque la prescrizione. La speranza e¨ che almeno si possa arrivare ad un primo grado di giudizio.
Quarantacinque imputati tra generali, funzionari di polizia, ufficiali dei carabinieri, agenti, militari e medici: accusati a diverso titolo di abuso d´ufficio, violenza privata, abuso di autorita' contro detenuti o arrestati, falso, violazione dell´ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell´uomo e delle liberta' fondamentali. Le persone offese sono 209. Il processo aveva preso il via il 12 ottobre di due anni fa: le udienze sono state 157, in aula sono state ascoltate 392 persone (compresi 12 imputati). Gli accusati si sono sostanzialmente difesi, sostenendo di non aver compiuto - e tantomeno visto compiere - nulla di illegale. I pm ritengono invece che la tesi accusatoria sia uscita pienamente rafforzata dal dibattimento. Ci sono buone ragioni per credere che la loro requisitoria ricalchera' in larga parte quanto già denunciato in una esemplare memoria agli atti. Dove
Petruzziello, Ranieri Miniati (e Francesco Pinto, che firma con loro il documento) ricordano le «pagine brutte che sono state scritte in quei giorni a Bolzaneto nella caserma Nino Bixio: pagine brutte di comportamenti gravi che, se anche dovessero incontrare la prescrizione, tuttavia difficilmente potranno essere dimenticati».
I magistrati rifiutano di credere «ad esplosioni improvvise di violenze. I capi ed i vertici di quella caserma hanno permesso e consentito che in quei tristi giorni del luglio 2001 a Genova si verificasse una grave compromissione
dei diritti delle persone, perche' e questo cio' che le indagini hanno provato essere accaduto. Ancora piu' grave perche' erano delle persone detenute, gia' private della loro libertà personale; persone che in quella caserma, a prescindere dal comportamento precedente che ve le aveva
portate, erano inermi e impotenti, spesso ferite, quasi sempre spaventate e terrorizzate».
In questi anni e¨ stato prosciolto in udienza preliminare Vittorio Bertone, mentre Antonio Biribao - unico ad aver scelto il rito abbreviato - non era stato riconosciuto dalle vittime e quindi assolto. Tra gli indagati era comparso anche il giudice Antonio Sabella, che durante il G8 era il piu' alto in grado tra i responsabili della gestione dei fermati a Bolzaneto: la sua posizione era stata successivamente archiviata.