09.07.07
Repubblica "G8, quei falsi documenti di Bolzaneto"
Repubblica Genova
La Procura ha dimostrato che quei rapporti non erano originali. I giovani,
tutti stranieri, dichiaravano di non voler parlare con avvocati ne' con
familiari
IL DOCUMENTO
"G8, quei falsi documenti di Bolzaneto"
I pm: precompilati i modelli che dovevano essere riempiti dai no-global
arrestati
Secondo quei fogli, i giovani non avevano paura e non volevano parlare con
nessuno
Oggi in aula chiederanno di sentire il perito che ha smascherato la bugia
MASSIMO CALANDRI
GENOVA - Massacrata a calci e manganellate nell´inferno della scuola Diaz.
Arrestata illegalmente con prove false. Trascinata via per i capelli, il
volto ridotto ad una maschera di sangue. Ma Anna Nicola Doherty, cittadina
inglese di 27 anni, quella notte maledetta entrando nella caserma di
Bolzaneto dichiarava di «non temere per la propria incolumità fisica». Di
non voler parlare con i propri familiari, con un legale, tantomeno con
l´ambasciata britannica. E come lei tutti gli altri no-global stranieri,
66 delle 93 vittime del blitz poliziesco durante il G8. Secondo i verbali
ufficiali del ministero della Giustizia - redatti nel centro di prima
detenzione - i ragazzi non avevano paura e non volevano parlare con
nessuno. Sei anni più tardi la Procura di Genova è riuscita a dimostrare
la falsità di quei documenti, e stamani chiederà che venga ascoltato in
aula il perito che ha smascherato la bugia delle forze dell´ordine. I
rapporti erano stati compilati in anticipo. Per evitare rogne e differire
quanto più possibile i contatti tra le persone fermati nella scuola e
l´esterno, circostanza che getta ombre ancora più cupe sulla sciagurata
irruzione del 21 luglio 2001. Se oggi il presidente del tribunale non
dovesse accettare l´inserimento della nuova indagine nel processo per i
soprusi e le violenze di Bolzaneto - 47 imputati tra funzionari di
polizia, ufficiali dei carabinieri e della polizia penitenziaria, guardie
carcerarie e medici - , i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri
Miniati apriranno l´ennesimo fascicolo per falso nei confronti delle
persone allora responsabili della caserma.
Ancora un falso, ancora uno scandalo per coloro che durante il vertice
internazionale dovevano garantire l´ordine pubblico. La perizia
calligrafica dimostra che nel centro di prima detenzione furono preparati
due modelli pre-compilati. In entrambi era scritto in anticipo che il
detenuto sosteneva di «non» appartenere ad alcun clan criminale, ma
soprattutto che «non» temeva per la propria incolumità personale o fisica
e che «non» voleva che del proprio stato di detenzione venisse data
comunicazione al consolato o all´ambasciata del suo paese. La cosiddetta
«dichiarazione di primo ingresso» recava l´intestazione Ministero della
Giustizia - Dipartimento dell´Amministrazione Penitenziaria, e in calce il
timbro del magistrato Alfonso Sabella, allora capo del servizio ispettivo
del Dap (la sua posizione è stata archiviata nel gennaio scorso).
All´arrivo a Bolzaneto, ciascun detenuto si vedeva intestare il relativo
verbale. E via, chiuso in cella, costretto a restare per ore con le mani
alzate. Insultato, minacciato, ancora picchiato. Accecato con i gas
lacrimogeni gettati tra le sbarre. Spogliato, deriso, con gli agenti che
mimavano atti sessuali. Senza distinzione tra detenuti maschi o femmine.
Ad uno di loro, un poliziotto divaricò le dita di una mano fino a
strappare letteralmente la pelle.
Ma ufficialmente, secondo i verbali, i fermati non avevano paura e
preferivano non parlare con l´esterno. Il falso, certificato dal perito
Laura Parodi, e¨ oggettivamente distinguibile anche ad occhio nudo. In 49
casi e¨ stato usato un modello pre-compilato, in 17 un altro. In questi che
i pm ricordano essere atti redatti da pubblici ufficiali, ci sono poi
alcuni strafalcioni grotteschi. In calce a quello di Anne Nicola Doherty
c´e¨ scritto che «il dichiarante si rifiuta di firmare». La dichiarazione
di Achim Nathrath, di Monaco di Baviera, non porta neppure la firma.
Quella di stamani è l´ultima udienza dei processi genovesi per i fatti del
G8, prima della pausa estiva. Sabato e¨ in programma l´interrogatorio
dell´ex capo della polizia Gianni De Gennaro, indagato recentemente per
aver istigato il questore Francesco Colucci a testimoniare il falso.