22.07.07
rassegna stampa 22 luglio 2007
Secolo XIX
«Io, vittima alla scuola Diazdella macelleria italiana»
convegno e fiaccolata no global
I GOVERNI PRODI e Berlusconi, il centro sinistra, i mass media e,
soprattutto, l'ex capo della polizia Giovanni De Gennaro e il suo
sostituto Antonio Manganelli. Sono i bersagli dei protagonisti del
convegno "Macelleria italiana" organizzato ieri dai comitati "Verit e
giustizia" e "Piazza Carlo Giuliani" al museo Sant'Agostino. La tavola
rotonda - tra i relatori, il parlamentare europeo Vittorio Agnoletto,
Heidi Giuliani e l'ex componente del Copaco, Gigi Malabarba - è tra le
iniziative promosse in collaborazione col Genoa social forum per ricordare
i fatti del G8 e la morte di Carlo Giuliani. Il programma ha previsto
anche un torneo di calcio, il corteo di venerdì dal Carlini a piazza
Alimonda e, ieri sera, una fiaccolata sino alla scuola Diaz. Circa 200
persone, stipate nella sala conferenze di Sant'Agostino, hanno ascoltato
ieri il racconto di Mark Cowell, giornalista inglese free-lance, che
durante l'assalto alla Diaz, la sera del 21 luglio 2001, fu massacrato
dalla polizia e finì in coma. «Sono quasi morto», scandisce attraverso
l'interprete Cowell: «Mi hanno rotto il polso, otto costole, perforato un
polmone, ho perso dieci denti. Quando mi sono svegliato, sono stato pure
arrestato come terrorista». «I poliziotti, alla Diaz, non avrebbero potuto
fare quel massacro senza una copertura politica - dice Cowell - Durante il
G8, a Genova, si è rivissuto il cancro del fascismo». Antonio Bruno, del
Comitato Verit e Giustizia, offre lo spunto di riflessione: «Quanto
accaduto nel luglio 2001 fu il frutto di una situazione eccezionale in cui
qualcuno perse la testa o prefigurava una nuova gestione dell'ordine
pubblico basata sulla violenza e sulla repressione?». E' quest'ultima la
tesi sostenuta dai relatori che hanno rilanciato la richiesta di una
Commissione parlamentare d'inchiesta sul G8. Il titolo del convegno
riecheggia la clamorosa denuncia del vicequestore vicequestore
Michelangelo Fournier («Quella alla Diaz fu una macelleria messicana»):
«Ma - avverte Stefano Bigazzi, legale del Gsf - Fournier ha solo detto
pubblicamente quello che tutti sapevano». «Al G8 di Genova - dice
Salvatore Palidda, docente universitario - si è affermata la linea dura
dei governi occidentali che considerano i manifestanti come nemici». Per
Gigi Malabarba, ex senatore di Rifondazione, «a Genova si applicò il
modello collaudato nella lotta alla mafia e incarnato da De Gennaro in
collaborazione con l'Fbi». Malabarba accusa il centro sinistra di aver
avallato la visione secondo cui «il conflitto sociale è brodo di cultura
del terrorismo» e non legittima espressione del dissenso. «La nomina di De
Gennaro a capo di gabinetto del ministro Amato e di Manganelli, uomo di De
Gennaro, a capo della polizia - conclude l'ex membro del Copaco - è una
sconfitta per la sinistra». Il sociologo Alessandro Dal Lago e lo stesso
Agnoletto, infine, hanno criticato la trasmissione sul G8 andata in onda
giovedì sera su La7: «Informazione distorta».
V. G.
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Repubblica Genova
Diaz, una ferita sempre aperta "Lì dentro, democrazia violata"
Tavola rotonda del Comitato verit e giustizia per Genova per discutere
della "Premiata macelleria italiana"
WANDA VALLI
Hanno scelto una piccola sala del Museo di Sant´ Agostino, quelli del
"Comitato verit e giustizia per Genova", per discutere di "Premiata
macelleria italiana. Chi controlla forze di polizia? Chi garantisce i
diritti costituzionali?", tavola rotonda con l´eurodeputato Vittorio
Agnoletto (Prc), Alessandro Dal Lago, sociologo e docente universitario
come Salvatore Paliddo, con Gigi Malabarba (ex senatore di Prc ed ex
membro del Copaco, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi
segreti), con l´avvocato Stefano Bigliazzi, del Genoa Legal Forum e Mark
Cowell, giornalista free lance che, nel 2001, rischiò di morire per le
botte nella notte della Diaz. A moderare c´è Antonio Bruno, reduce da
analogo compito all´assemblea nazionale della Sinistra europea. Haidi
Giuliani, si fa vedere e interviene alla fine, dopo aver assistito agli
incontri di calcio organizzati al "Carlini". Ma ci sono i molti che non si
rassegnano. E che, soprattutto dopo le ultime rivelazioni, credono sia
arrivato il momento di chiarire bene, a tutti, come i delinquenti e i
devastatori, alla Diaz, non fossero i manifestanti che erano andati lì
solo per dormire ma i custodi, quelli che avrebbero dovuto sorvegliare. I
toni e le accuse sono aspre: si riparla di democrazia violata, di
un´azione di polizia inammissibile, si mette sotto accusa il governo di
centrosinistra che esita sulla commissione d´inchiesta e ha premiato
l´allora capo della polizia, Gianni De Gennaro, spostandolo, come dice
Gigi Malabarba «al piano della politica». Haidi Giuliani mette in guardia
dal clima che si è creato e lancia un appello: «Abbiamo bisogno di uno
scatto, di un colpo di reni. Dobbiamo agire come i partigiani che, 60 anni
fa, misero da parte le differenze in nome della democrazia. Perché sento
nella societ tanta voglia di un governo forte, che impedisca a noi di
tornare nelle piazze». Vittorio Agnoletto, a proposito delle dichiarazioni
di Michelangelo Fournier, l´alto dirigente di polizia, sulla «macelleria
messicana", è convinto che non siano solo frutto di sei anni di rimorso:
«Dietro, c´è la voglia di immaginare due polizie, una "buona", l´altra
destinata agli affari sporchi». Non è così, secondo Agnoletto. Ma è il
racconto di Mark Covell che riporta di colpo a quella notte alla Diaz. Lui
premette: «Sono diventato un caso, perché il filmato dove io ero in
barella, è stato fatto vedere molte volte». E spiega: «Quando mi hanno
portato fuori di l ero quasi morto, avevo ben poche possibilit di
riuscire a sopravvivere». Mark ha un polmone perforato, costole rotte, per
le botte ha perso dieci denti, è ferito alle braccia e alle gambe, quando
arriva all´ospedale San Martino: «Il modo più semplice per capire è la
telefonata che un agente fa alle 4 del mattino: io ero in coma, mi stavano
facendo una trasfusione; lui crede che sia morto e lo dice ai superiori. E
poi, appena mi sono sentito un po´ meglio, mi hanno arrestato come
terrorista e, nonostante le ferite, volevano portami a Bolzaneto. Ma ero
solo un giornalista che dormiva, come gli altri ragazzi, e chi è
intervenuto lo sapeva, visto che tutto era stato pianificato». È
l´avvocato Stefano Bigliazzi a fare il punto sui processi: «Dopo sei anni,
pochissime persone sono state condannate per i fatti di strada» Una
fortuna («Vuol dire chi è stato arrestato è innocente»), anche una
sfortuna («Perché non hanno scoperto chi ha fatto i danni»). L´altro fatto
positivo è che «tutti, perfino i difensori degli imputati, adesso non
negano quanto è successo alla Diaz e a Bolzaneto, le violenze subite dai
ragazzi, e la sentenza è prevista per febbraio o marzo». Non basta,
ripetono dopo di lui Salvatore Palidda e Alessandro Dal Lago. Palidda
sottolinea: «È mancata una ricostruzione rigorosa di quanto è successo,
del linguaggio di guerra usato, dell´addestramento delle unit speciali»,
e Gigi Malabarba evidenzia come «il metodo usato per l´irruzione alla Diaz
ricorda quello contro i mafiosi messo a punto da Gianni De Gennaro con
l´Fbi». Ma qui c´erano ragazzi «e noi abbiamo subito una sconfitta pesante
della democrazia». Dal Lago ricorda le responsabilit del governo di
centrosinistra, anche sulla polizia: «I Gom, i gruppi operativi, nascono
con il governo in cui Diliberto è ministro, così come c´era la coppia
Amato-De Gennaro prima del G8». Mentre i politici attuali «non hanno mai
preso una posizione pubblica e, ancora oggi, sono titubanti, anche se la
verit sta emergendo». È per tutto questo che Gigi Malabarba è convinto
che «noi oggi siamo in una fase di sconfitta», come sinistra, come
democrazia.
Prima assemblea nazionale
IL VERTICE
Sinistra europea la "cosa rossa" parte da Genova
Giordano: "Non potevano che iniziare da qui, citt del G8"
Parte da Genova il percorso della Sinistra europea che vuole unirsi in un
unico soggetto politico, sia pure a più voci, destinato a chi, a sinistra,
non vuole aderire al partito democratico. Parte con la prima assemblea
nazionale operativa, a cui partecipano Prc, con il segretario nazionale,
Franco Giordano, deputati, (Graziella Mascia, Francesco Caruso), e gli
esponenti liguri del partito, (Giacomo Conti) assessori regionali liguri
(Franco Zunino) comunali (Bruno Pastorino), e Unione a Sinistra con
l´onorevole Pietro Folena e Mino Ronzitti, presidente del consiglio
regionale. E poi i movimenti che della sinistra europea, in versione
italiana, costituiscono una base importante. Come i vari "net", compreso
"Net-left che si propone di dare gli strumenti necessari per orientarsi in
rete a quanta più gente possibile. L´appuntamento finale, è per «una
grande assemblea, in autunno a Roma», annuncia Franco Giordano, dove si
metteranno le basi per una piattaforma di programma che preceder , a tempi
brevi, la creazione della Sinistra radicale, unita e europea. Sar «una
nuova organizzazione aperta a tante esperienze diverse, dai movimenti ai
sindacati, e tanta innovazione politica e culturale», annuncia il
segretario di Rifondazione. E´, ancora lui, Franco Giordano a spiegare la
scelta di Genova: «Non potevamo che partire da qui, dalla citt del G8,
dove è iniziato un processo che voleva trasformare la societ ». Poi
sottolinea l´affetto verso Haidi Giuliani, ora senatrice del suo partito:
«l´affetto a chi ha perso in quei giorni del 2001, un pezzo di vita» e
insiste sulla commissione d´inchiesta parlamentare, perché «se non
interveniamo a chiarire un pezzo di storia della nostra democrazia siamo
un po´ complici». Pietro Folena, è convinto della necessit del nuovo
soggetto della sinistra e, sulle pensioni, ribadisce il "no" agli scalini,
ma sottolinea un fatto in positivo: «da questa intesa emerge che i sovrani
non sono i partiti, ma i lavoratori che ora dovranno esprimere il loro
giudizio». Mino Ronzitti apre i lavori con un lungo intervento dove
definisce Sinistra europea «un´occasione per allargare i nostri orizzonti,
per dar forza alle tante battaglie comuni, in un´Italia e in un´Europa che
hanno ancora bisogno di una sinistra moderna, forte e unita». In tempi
rapidi, aggiunge Ronzitti, altrimenti «il rischio è quello di un
progressivo e rapido declino».
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L'Opinione
http://www.opinione.it:80/pages.php?dir=naz&act=art&edi=155&id_art=4897
Intervista a Franco Maccari / “G8, polizia criminalizzata”
“In Italia la democrazia esiste solo per tutelare i fan di Carlo Giuliani
che hanno messo Genova a ferro e fuoco”
di Dimitri Buffa
“In Italia non c’è democrazia, o meglio esiste a senso unico, per tutelare
i fan di Carlo Giuliani che hanno messo a suo tempo a ferro e fuoco la
citt di Genova. Ma non per i poliziotti come me, che vorrebbero la verit
su quei giorni del luglio 2001 e non si rassegnano al fatto che un
delinquentello morto tragicamente anche per colpa sua debba assurgere a
simbolo della nuova Italia delle sinistre. Per questo, e siccome era quasi
sicuro che sabato a Genova saremmo stati aggrediti e nessuno ci avrebbe
difeso benché appartenenti alle forze dell’ordine, abbiamo deciso di
rinunciare al convegno sull’“estintore come strumento di pace”. Franco
Maccari, segretario del sindacato Coisp, Coordinamento per l’indipendenza
sindacale delle forze di polizia, è amareggiato ma consapevole in qualche
maniera di avere ottenuto una vittoria politica gettando un sasso nello
stagno del politically correct di un paese che ha intitolato a uno come
Carlo Giuliani persino un’aula del Parlamento.
Segretario, come mai alla fine avete deciso di rinunciare al convegno
sull’estintore come strumento di pace?
Pur senza aver ricevuto veti e neppure limitazioni alla nostra
manifestazione da alcuna autorit competente, abbiamo preferito disdire
l'evento del 20 luglio 2007 e posticiparlo, constatato il clima di guerra,
di sfida e le calunniose ingiurie ricevute solo e soltanto dalla sinistra
radicale, alla quale abbiamo rovinato i piani fascisti o stalinisti di
‘unica voce’ sui fatti di Genova durante il G8 del 2001.
Perché il titolo provocatorio "L'estintore come strumento di pace”?
Perché spero che in Italia non si sia perso il diritto di fare satira. E
se è vero che Carlo Giuliani ha fatto una fine tragica, anche se cercata
con il lanternino, è altrettanto vero che una fine del genere, senza
essersela cercata perché lui stava lì a piazza Alimonda per lavorare,
avrebbe potuto farla anche il carabiniere Mario Placanica se gli fosse
arrivato in testa il famoso estintore.
Lei ha anche denunciato la madre di Carlo Giuliani, la senatrice Heidi di
Rifondazione comunista. Perché?
Lei che avrebbe fatto, dopo avere letto sulle agenzie cose come questa: Il
Prc ha sbagliato ad accogliere bene il nuovo capo della polizia Manganelli
perché appena eletto ha affermato che vuole continuare sulla stessa strada
del suo predecessore De Gennaro, colui che ha promosso di grado i
responsabili della mattanza dei manifestanti. Tra i due c'è una evidente
continuit .
Beh comunque la polizia a Genova potrebbe avere esagerato e anche
parecchio, o no?
E’ probabile, ma deve essere la magistratura ad accertarlo. Noi non
possiamo essere sotto accusa da sei anni e criminalizzati mentre passa in
secondo piano quello che hanno combinato gli amici di Carlo Giuliani in
quella citt . O ritiene forse giusta la seguente dichiarazione di Heidi
Giuliani secondo cui “l'unica vittoria per il Paese sarebbe un
rinnovamento di tutte le forze dell'ordine, attraverso la diffusione nei
loro apparati interni di una cultura democratica e civile”?
Si può dire che ci sono due Italie a confronto, quella della polizia e
quella dei no global?
Sì, e dobbiamo capire i cittadini da che parte stanno. Io non credo che ci
si possa immedesimare nella forma mentis tipica di chi è abituato a
discriminare gli altri che traspare da queste altre parole: “nella
mattanza ha avuto un peso anche la predisposizione culturale degli agenti
nei confronti dei manifestanti no global. Basta vedere tutti i
gagliardetti di destra esposti nelle caserme. Alla voglia di un forte
controllo sociale si aggiungono apparati ammalati di fascismo. Così si
verifica che tra le forze dell'ordine ci siano delinquenti dediti all'odio
e alla sopraffazione”. Ecco, io penso che queste dichiarazioni meritino un
esposto. Giudichi adesso la magistratura chi è che avvelena l’aria, se noi
con un convegno satirico sull’estintore come strumento di pace o la
Giuliani, con l’istigazione al razzismo contro la polizia.
http://www.opinione.it:80/pages.php?dir=naz&act=art&edi=155&id_art=4898
Inizia oggi una “tre giorni” di dibattiti e informazione a senso unico
sugli scontri di Genova
La7 e l’apologia dei no global
di Dimitri Buffa
Le cose, nude e crude, stanno così: da oggi inizia una tre giorni di
criminalizzazione delle forze dell’ordine e di contemporanea
beatificazione dei disobbedienti, black bloc e no global che misero a
ferro e fuoco Genova il 21 luglio del 2001. Chiaro sintomo del primo
fenomeno è stata la rinuncia del sindacato di polizia Coisp a tenere
proprio oggi a piazza Alimonda a Genova un convegno ormai paradossalmente
di contro informazione sui fatti di Genova dal titolo vagamente
provocatorio: “L’estintore come strumento di pace”. Altrettanto palese
indizio del secondo fenomeno è invece lo spazio inusitato che a partire da
oggi il canale televisivo di Tronchetti Provera, La7, ha deciso di volere
dare ai fatti di quei giorni.
A partire dalle 16.30 con uno speciale del Tg La7, condotto da Guy
Chiappaventi, inviato che seguì a suo tempo “l’evento”. Tale Tg
trasmetter in diretta la manifestazione organizzata a Genova in memoria
di Carlo Giuliani, con approfondimenti e dibattiti in studio. Ci si può
immaginare che ne verr fuori. A partire dalle 21.30 poi inizieranno gli
scoop di repertorio contro la polizia, il tutto in un documento
televisivo, cioè il film “Il seme della Follia”, girato in presa diretta
da Mauro Parissone e Roberto Burchielli. Gli autori hanno ascoltato le
oltre seicento ore di comunicazioni telefoniche e via radio del 20 e 21
luglio 2001, focalizzando l'attenzione su tre punti: la presunta impunit
dei black bloc, che nelle prime due ore di scontri - secondo le
registrazioni audio riportate nel documentario - avrebbero potuto essere
in larga parte neutralizzati; l'assalto al corteo autorizzato delle tute
bianche, che diede il via agli scontri poi sfociati nella morte di Carlo
Giuliani; la notte della Diaz, intorno alla quale vi sono ancora
responsabilit da chiarire, come dimostrerebbe un altro filmato finora
inedito.
Insomma un bel programmino che mischier complottismo, ridda di ipotesi e
vaniloqui in studio di esponenti di Rifondazione, tra cui non dovrebbe
mancare proprio la madre di Giuliani, e criminalizzazione vera e propria
contro le forze dell’ordine. Tutto a senso unico e con un unico pensiero
fisso: fargliela pagare, anche mediaticamente, agli sbirri. Intorno alle
rievocazioni del G8 si sta creando la stessa atmosfera che portò, dopo la
morte dell’anarchico Pinelli caduto dal quinto piano della questura di
Milano per motivi mai accertati, prima all’omicidio del commissario Luigi
Calabresi e poi al giustificazionismo esistenziale della lotta armata.
L’unica paradossale differenza è che nei primi anni ’70 queste inchieste,
come quella che delizier il pubblico de La7 per tutto il pomeriggio di
oggi, venivano definite di contro informazione, mentre oggi sono
palesemente di regime. Come constatano ogni giorno sulla propria pelle i
sindacalisti della polizia e dei carabinieri oggi la vera contro
informazione la fa chi osa prendere le parti delle vittime del terrorismo
o ascoltare le ragioni di chi, come la polizia di stato, tenta di
contrastarlo. Semplicemente il mondo si è rovesciato e questa è la nuova
realt .