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15.02.11

Quella scarcerazione che fece scandalo dietro gli attacchi lŽombra del G8

Repubblica Genova

Quella scarcerazione che fece scandalo dietro gli attacchi lŽombra del G8
Per la polizia lŽindagine aveva garantito elementi sufficienti per
lŽarresto dellŽuomo. Ma nel mirino cŽera il giudice

A rileggerlo oggi, quel pesantissimo attacco di un importante funzionario
di polizia contro la procura genovese, un senso dimostra di averlo. Ma non
ha niente a che fare con Luca Delfino e le sue due ex fidanzate uccise.
Piuttosto affonda le sue radici in due delicate inchieste dellŽepoca:
quella sullŽirruzione alla scuola Diaz che vedeva imputati i vertici della
polizia italiana, e quella sul misterioso uomo dŽaffari siriano Fouzi Hadj.
Il 10 agosto 2007 Luca Delfino uccide per strada, a Sanremo, Maria
Antonietta Multari, con la quale aveva avuto una contorta relazione
sentimentale. Lo stesso giorno Claudio Sanfilippo, allŽepoca capo della
squadra mobile di Genova, dichiara che i suoi uomini avevano fornito prove
sufficienti al pm Zucca per fare arrestare Delfino ed evitare così il
delitto di Sanremo. EŽ lŽinizio di una durissima polemica istituzionale.
Scatta unŽispezione del ministro della giustizia, lŽavvocato generale di
Genova Luciano Di Noto difende il lavoro di Zucca e stigmatizza il
comportamento di Sanfilippo, sottolineando lŽassenza di elementi probatori
nellŽindagine. Il Csm, nel novembre del 2008 "assolve" il pm riconoscendo
la correttezza del suo operato. Dal canto suo, il Ministero dellŽInterno
non prende nessuna misura nei confronti del vicequestore Sanfilippo.
Ma, nel frattempo, Zucca diventa il magistrato più odiato dŽItalia.
Celebri editorialisti e blogger di provincia lo trasformano nel giudice
che ha lasciato in libertà un assassino. Nessuno si premura di capire, di
sapere che la stessa polizia scientifica non concordava con le ipotesi dei
colleghi della mobile, che nessun gip o tribunale del riesame avrebbe
accettato una richiesta di misura cautelare prima dellŽomicidio Multari.
Nessuno si sofferma su alcune défaillance investigative che emergeranno
durante il processo. Zucca riceve pesanti minacce e per diversi mesi vive
scortato. Una pressione enorme. Proprio mentre si preparano i passaggi
cruciali del processo più aspro del G8, quello per i falsi e le brutalità
compiute dai vertici della polizia nella scuola Diaz, dormitorio del Genoa
Social Forum nel 2001. Da quelle udienze prenderà addirittura vita un
filone dŽinchiesta che porterà allŽincriminazione del capo della polizia
di allora, il prefetto Gianni De Gennaro, accusato di istigazione alla
falsa testimonianza. Oggi, con le recenti sentenze di appello che hanno
condannato gli imputati della Diaz e lo stesso De Gennaro, quelle vicende
appaiono lontane, ma allŽepoca le tensioni, sullŽasse Roma-Genova erano
palpabili. Aggravate da unŽaltra inchiesta urticante, di nuovo gestita da
Zucca. Quella che riguardava le amicizie di alcuni importanti poliziotti
genovesi (come lŽex questore Oscar Fioriolli e alcuni imputati nei
processi del G8) con Fouzi Hadj, ricchissimo uomo dŽaffari siriano - oggi
a processo per la bancarotta della squadra di calcio di Lucca - allŽepoca
indagato per riciclaggio internazionale a Montecarlo e indicato dallŽOnu
come trafficante di armi.
(marco preve)

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