23.02.06
Mercantile: Abbiamo alzato le mani e ci hanno subito picchiato
G8: Abbiamo alzato le mani, ci hanno subito picchiato
Sebastian Zehatschek, 26 anni originari odi Barlino e' staot il terzo testimone ieri matina al processo per l'irruzione nella scuola Diaz nei gironi del G8 2001.
E ha raccontato che a colpirlo al capo erano stati dei poliziotti con divisa blu e che impugnavano manganelli a forma di "T".
Questo particolare tipo di sfollagente era anche in dotazione al settimo nucleo del primo reparto mobile di Roma, comandato allora da Vincenzo Canterini, uno dei 29 poliziotti indagati per l'irruzione nella notte tra il 21 e il 22 luglio.
Per le botte prese, Sebastian aveva subito una profonda ferita alla testa.
Il giovani ha anche aggiunto di essere arrivato alla Diaz circa mezz'ora prima dell'arrivo della polizia. "All'arrivo dei poliziotti io e altri ragazzi abbiamo subito alzato le mani, ma ci hanno immediatamente picchiati. Nel corridoio una ragazza e' stata buttata a terra a colpi di manganello e a calci."
Un altro particolare di inaudita violenza ricordato dal giovane e' stato questo: un poliziotto che lo aveva visto picchiare dai colleghi, gli chiese in inglese se era tutto ok. Lui aveva rispsoto di no e allora quello gli aveva sferrato un colpo talmente violento al capo con il manganello da farlo svenire.
Il difensore di Canterini, l'avvocato Rinaldo Romanelli ha chiesto poi a Sebastian che cosa gli era stato sequestrato e perche' in Germania si era rifiutato di rispondere alle domande dei magistrati.
Sul primo punto il giovane ha detto che aveva in tasca un coltello svizzero con lama mobile e sul secondo ha precisato: "Non ho rifiutato di deporre in linea generale ma solo sui fatti che non erano in relazione all'episodio della scuola Diaz, dal momento che c'era nei miei confronti un procedimento in corso."
In particolare Sebastian si era rifiutato di rispondere alle domande su come era vestito e se la definizione di black block gli faceva venire in mente qualcosa.
Prima di lui hanno deposto altri due testimoni tedeschi Holger Kress, 26 anni, di Tubinga e Tanja Weisse, 27 anni di Amburgo.
Kress era andato verso le 23 alla Diaz e si era addormentato poi era stato svegliato da un altro giovane che in inglese gli aveva detto che arrivava la polizia.
Era stato picchiato con i manganelli e poi costretto a stare in ginocchio con la testa piegata in avanti.
Quando poi era stato disteso su un letto a San Martino un poliziotto lo aveva colpito legermente e piu' volte ai piedi con il manganello.
Il giovane aveva subito violenza anche alla caserma di Bolzaneto. Ha detto che era stato costretto a stare in piedi nudo in una cella con la faccai rivolta al muro e le braccia alzate e che qualcuno gli aveva preso la testa e glielo aveva sbattuta contro la parete.
Tanja Weisse ha spiegato ai giudici che i poliziotti avevano incominciato a picchiarli senza che nessuno opponesse la benche' minima resistenza.
Fu picchaita con un bastone alla schiena e alle gambe.
A Bolzaneto era stata fatta svestire davanti a uomini e a donne.
a.l.