11.06.06
Mercantile: a Bolzaneto torture con sigarette
Corriere Mercantile
A Bolzaneto torture con sigarette
Cicche accese sotto i piedi per non fargli mettere i talloni per terra
Perchè non mettesse i talloni a terra e rimanesse il più a lungo possibile
sulle punte dei piedi, con le braccia e la faccia contro il muro, gli
agenti mettevano delle sigarette accese. E' questo uno dei tanti terribili
particolari che è emerso ieri mattina nel corso dell'audizione di un
giovane spagnolo testimone al processo per i fatti avvenuti all'interno
della caserma di Bolzaneto. Ma non solo. Al giovane che anche ora. a
distanza di cinque anni da quegli episodi. trema quando vede la la divisa
di un poliziotto, avevano cercato di strappare il piercing dalla lingua e
da un capezzolo. Un racconto drammatico è stato quello di Oscar C.
sollecitato dalle domande dei pubblici ministeri Vittorio Ranieri Miniati
e Patrizia Petruzziello. Un racconto che è stato ascoltato attentamente
dai giudici della terza sezione penale presieduti da Riccardo Delucchi. Il
giovane era stato arrestato insieme a un connazionale il venerdì
pomeriggio e portato nella caserma di Bolzaneto. Lì erano iniziate le
sevizie. Con un salame era stato picchiato violentemente sui genitali.
Quindi portato in cella e obbligato a stare con le mani e la faccia
appoggiate contro il muro. Come si è detto, perché non appoggiasse i
talloni a terra gli mettevano sotto delle cicche accese di sigarette.
Nell'udienza precedente vi era stata l'audizione come parte lesa. di un
ragazzo svizzero che cinque anni fa era minorenne. Il giovane, Andrea S.,
ha raccontato che. una volta giunto nella caserma, fu portato in una cella
e denudato. Fu poi preso per i capelli e costretto a fare una quindicina
di flessioni. prima più lente e poi sempre più veloci. Ha riferito anche
di essere stato colpito alle costole mentre si trovava con la faccia
rivolta contro la parete e insultato. C'erano dei poliziotti che si
divertivano - ha detto il giovane -dicendomi bastardo e maledicendomi)).
Il legale del giovane svizzero, l'avvocato Massimo Pastore di Torino, ha
riferito ai giornalisti che è sua intenzione presentare un esposto alla
Procura per chiedere che vengano chiarite le circostanze in cui il suo
assistito è stato fermato e con- dotto nella caserma di Bolzaneto per
individuare eventuali responsabilità. (Si può ipotizzare - ha spiegato il
difensore - la calunnia e l'arresto illegale. Formalmente hanno parlato di
accompagnamento per accertamenti ma lui non doveva essere portato nella
cella insieme agli altri dove è rimasto per sei ore.