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01.04.08

lsecoloxix I difensori di Perugini: non autorizzo' torture


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I difensori di Perugini: non autorizzo' torture

«Se Alfonso Sabella non e¨ responsabile dei fatti accaduti a Bolzaneto a
maggior ragione non lo e¨ Perugini che non ha visto né autorizzato alcune
delle posizioni, come quella del cigno, che secondo l'accusa sarebbero
state imposte per ore ai detenuti». Lo hanno sostenuto stamani nella loro
arringa gli avvocati Giovanni Scopesi e Vittorio Pendini, difensori di
Alessandro Perugini, all'epoca del G8 numero due della Digos di Genova.

Perugini e¨ tra i 45 imputati nel processo per le violenze e i soprusi su
arrestati e detenuti avvenuti nella caserma di Bolzaneto. nei suoi
confronti i pm Vittorio Ranieri Miniati e Patrizia Petruzziello hanno
chiesto 3 anni e 6 mesi di reclusione. Il magistrato Sabella, all'epoca
responsabile del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria),
nelle fasi di indagini preliminari venne indagato per abuso d’ ufficio e
abuso d'autorita' sugli arrestati, in seguito però, su richiesta degli
stessi pm, la sua posizione fu archiviata. I difensori hanno confutato che
Perugini fosse il funzionario con il grado più alto presente nella
struttura anche perché, oltre a Sabella, che aveva fatto spesso visita
alla struttura, e il dottor Giorgio Gaeta, dirigente della Polizia, che
passò nella caserma sia venerdì che sabato (20 e 21 luglio del 2001), a
Bolzaneto era sempre presente con incarichi direttivi Anna Poggi,
commissario capo di polizia, a sua volta imputata. I difensori si sono
quindi chiesti perché le richieste di condanna sono state avanzate solo
per Perugini e la Poggi.

«Questa ricerca dell'accusa - hanno sottolineato - del più alto in grado
per incriminarlo di cosa successe nella caserma non pensiamo sia tanto
ortodossa. Bastava infatti ricercare l'autore materiale delle violenze e
il suo diretto superiore». «In realtà - hanno sostenuto i pm - chi a
Bolzaneto ha visto e percepito tutto quello che è accaduto senza
intervenire adeguatamente si è reso concorrente nei reati commessi».

Le arringhe difensive, iniziate oggi, proseguiranno il 14 aprile.

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