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10.03.04

Liberazione: Genova, Pericu perde la faccia in tribunale

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Respinta, dopo aver squassato la maggioranza, la richiesta di danni ai 26 manifestanti del luglio 2001 accusati di devastazioni e saccheggio

Genova, Pericu perde la faccia in tribunale


Respinta la richiesta del Comune di Genova di costituirsi parte civile nel processo a 26 manifestanti del luglio 2001 accusati di devastazione e saccheggio. Troppo generico, secondo il tribunale, il riferimento contenuto nella delibera di Tursi al capo d'imputazione, soprattutto per quei danni morali che il sindaco di Genova, Pericu, pretendeva dai 26. Atto dovuto, era stato ripetuto ossessivamente alla vigilia del processo per giustificare un atto amministrativo che aveva il sapore amaro di uno "strappo" del primo cittadino con la società civile che lo aveva rieletto, all'indomani del G8, grazie a un programma fortemente contaminato da istanze e personaggi di movimento. Dovuto e opportuno, aveva precisato lo stesso Pericu dopo che le polemiche imperversavano in città. Rifondazione comunista aveva subito sospeso (e poi ritirato) i suoi assessori contro la scelta di sedersi dalla parte dell'accusa - come ha detto il prete più scomodo di Genova, don Gallo - nel processo contro
26 capri espiatori per i quali è stata rispolverata un'accusa terribile. Rischiano, infatti, da 8 a 15 anni di galera magari solo per aver resistito alle cariche violente di ps e carabinieri come quella contro un corteo regolarmente autorizzato che dallo Stadio Carlini puntava sulla zona rossa. E' lì che scaturirono ore di scontri durante i quali il proiettile di un carabiniere uccise Carlo Giuliani, ragazzo di 23 anni.
Il processo ai 26, inaugurato il 2 marzo e che riprenderà il 13, viene letto come il tentativo di riscrivere in tribunale la storia di quei tre giorni di luglio ribaltando i ruoli e attribuendo ai manifestanti la responsabilità di aver indotto i "tutori" dell'ordine a una sorta di "superlavoro" da cui sarebbero scaturiti gli "eccessi" della Diaz e di Bolzaneto. Questa lettura è evidente nei discorsi inaugurali del procuratore generale ligure, Porcelli, e nelle motivazioni di costituzione in parte civile di Palazzo Chigi e di tre ministeri. Dunque «non era un atto dovuto - commenta Graziella Mascia, deputata Prc eletta a Genova - e i nostri dubbi prefiguravano quell'atto come una rottura politica col movimento». Ma Pericu, avvocato amministrativista prima di essere sindaco, «rifarebbe tutto» e incassa la solidarietà a doppio taglio del Polo che governa in Regione. «Non credo di dovere delle scuse a qualcuno», ha dichiarato in consiglio comunale poco dopo la decisione dei giudi
ci glissando sull'eventuale costituzione in parte civile per i misfatti della Diaz e di Bolzaneto («Vedremo i capi d'imputazione»).

Ma che quella delibera - preparata con grande "riservatezza" - sia stata un errore «politico e giuridico», torna a dirlo Giuliano Pisapia, legale milanese e deputato Prc già presidente della Commissione giustizia di Montecitorio: essere presente al processo ma come parte lesa avrebbe garantito un ruolo a Tursi senza sposare le tesi dell'accusa e senza creare la «grave frattura politica su un tema dall'alto valore simbolico», come ricorda il segretario cittadino del Prc, Bruno Pastorino. «Resta l'inquietante interrogativo del perchè abbia scelto di percorrere questa strada», si chiede Vittorio Agnoletto, all'epoca portavoce del Gsf che non può dimenticare che «molti di noi devono la propria incolumità fisica al soccorso e ai tanti portoni aperti dai genovesi che assistevano alle brutalità delle forze dell'ordine».

«Ora siamo noi parte civile contro il sindaco e contro i ds che hanno fatto finta di niente. E ci deve risarcire», fanno sapere i disobbedienti della Lanterna lanciando l'idea di intitolare una piazza a Carlo Giuliani o di porre un cippo nella piazza in cui fu ucciso. Oppure, come propone il comitato Verità e giustizia, dedicare una giornata ai diritti civili. Sul versante politico, Patrizia Sentinelli della segreteria nazionale di Rifondazione, rivendica ancora la «scelta del Prc genovese di ritirare la propria presenza dalla giunta Pericu». Ora il Prc resta nella maggioranza ma «valuterà volta per volta se verrà attuato il programma - annuncia la consigliera a Tursi Patrizia Poselli - saranno i fatti a decidere». Anche il Correntone, la sinistra interna ds, pur confermando la fiducia a Pericu, rammenta che le sue riserve avanzate sulla delibera alla vigilia del processo «non erano infondate».

Checchino Antonini c. antonini@liberazione. it

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