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19.02.04

Liberazione: Comune contro manifestanti. Pericu insiste

Comune contro manifestanti, Pericu insiste
Genova, il sindaco conferma: saremo parte civile. Ancora autospesi gli
assessori del Prc
Non si è ancora ricomposta la frattura tra Rifondazione comunista e la
Giunta Pericu dopo la decisione del sindaco di costituirsi parte civile
nel processo che inizierà il 2 marzo contro 26 manifestanti accusati di
devastazione e saccheggio nelle contestazioni del G8.
Non è bastata a ricomporre la crisi, un'ora e mezzo di riunione, ieri
pomeriggio a Tursi (il palazzo del Comune di Genova) tra Pericu (ds) e
la delegazione del gruppo Prc (Roberto Delogu, Patrizia Poselli e Laura
Tartarini) accompagnata dal segretario cittadino Bruno Pastorino. A
loro, il primo cittadino ha confermato di non voler spostare di una
virgola la delibera contestata definita, peraltro, «dovuta e opportuna
(e i due termini non sono sinonimi, ndr)». Una discussione su quanto
accaduto nel luglio 2001, «ci porterebbe a giudizi differenti», ha detto
Pericu, contraddicendo le sue stesse parole pronunciate all'indomani del
G8 e citando come prova l'esito della commissione parlamentare
conoscitiva che si concluse con due distinte relazioni di minoranza di
Ulivo e Prc. Non solo, l'amministrazione comunale non è disposta neppure
ad assumere impegni rispetto ad altri processi (come essere parte civile
alla Diaz e Boolzaneto) e si dice indisponibile a passare - lo aveva
suggerito l'avvocato Giuliano Pisapia - da parte civile (che
oggettivamente sostiene l'accusa e si esprime su colpevolezza o
innocenza degli imputati) a parte lesa (che mantiene il diritto di
essere risarcita ma solo dopo tutti i gradi di giudizio e sui danni
effetivamente riscontrati). E, ancora, Pericu non ha voluto spiegare la
«riservatezza» con cui ha gestito la faccenda senza coinvolgere la sua
maggioranza.
Restano autosospesi i due assessori del Prc che oggi, per la seconda
volta, non parteciperanno alla seduta di Giunta. «Abbiamo chiesto al
sindaco un atto che può compiere solo lui per riappacificare questa
amministrazione con la migliore cultura democratica che si è espressa in
città», ha spiegato Bruno Pastorino. Rifondazione, infatti, non è sola a
condannare l'irruzione di Tursi nel processo del 2 marzo. Quattordici
dei 17 consiglieri di maggioranza della Circoscrizione Medio Ponente,
più il presidente diesssino, hanno chiesto la revoca immediata della
delibera «facendo nostre parole del Comitato Verità e giustizia». Anche
Don Gallo, prete-partigiano della comunità di S. Benedetto al Porto, è
sconvolto dalla decisione della «mia giunta di sedersi dalla parte degli
accusatori» contro «26 capri espiatori». Come lui Giulietto Chiesa,
presidente onorario del Comitato Verità e Giustizia. L'Arci genovese
torna a chiedere una vera inchiesta parlamentare ma non crede che la
delibera «sia un'inversione di tendenza del sindaco». Tuttavia, chiede
che solo alla fine di tutti i processi Tursi valuti «caso per caso di
aprire cause civili contro chi ha danneggiato la comunità».

Diventa ancora più importante, anche alla luce delle evoluzioni
cosentine, la presenza di movimento già convocata a Genova per il 28 e
29 febbraio e, due giorni dopo, all'avvio del processo. A Roma inizia
domani il Carnevale disobbediente (all'Astra e al Corto circuito) per
far fronte alle spese legali e il Cantiere di Milano ha già lanciato
l'appuntamento alla Stazione Centrale per le 6.30 del 2 marzo.

Che. Ant.

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