18.11.07
lettere al secolo xix
Il corteo dei no global / 1
Per Genova un altro danno
Questo è il Paese dei diritti: diritto a dire la propria, purché
coincida con quella degli altri; diritto a dirla come si vuole anche
alzando la voce e spesso le mani; diritto a rivendicare tutti i
diritti, anche quelli già persi in precedenti occasioni. Lo Stato,
secondo alcuni, ha il dovere di garantire questi diritti anche andando
contro se stesso e soprattutto contro chi i diritti li merita, ma è
troppo civile per urlarlo. È ciò che è accaduto in occasione della
manifestazione di sabato a Genova. È stato garantito il diritto di
manifestare contro una decisione della magistratura, presa in seguito
a sei lunghi anni di indagini e dibattiti, a gente che il diritto di
manifestare lo aveva già perso. In compenso, ai commercianti del
centro è venuto meno il diritto a lavorare e alla gente comune di
dedicarsi al consueto "struscio" del sabato. Mi domando: chi porrà
rimedio a questo torto e chi risarcirà il danno di un sabato, giorno
più redditizio della settimana, trascorso senza batter scontrino? Ci
penserà il sindaco, signora Vincenzi, e la giunta tutta che hanno
autorizzato la manifestazione e l'hanno agevolata dedicandole l'intero
centro cittadino? O forse lo faranno i giornalisti che si sono
premurati di costruire una settimana di terrorismo? O toccherà ai
signori Caruso, Agnoletto, Casarini che si fanno portavoce della loro
tribù? Mi sa tanto che la risposta sia sempre la stessa: chi se ne
frega. Intanto, la gente comune non ha ideali e i commercianti sono
tutti ladri.
Federica GoriniGenova
Il corteo dei no global / 2
Se questa è la non violenza
Scritte sui muri di Genova, striscioni visti durante il corteo, slogan
sentiti a Genova sabato 17 novembre: "10, 100, 1.000 Raciti e
Nassiriya", "polizia assassina", "sbirri assassini: vendetta", "morte
a tutti gli eserciti: Nassiriya docet", "basta sbirri", "nessuna pietà
per i cani", "allo sbirro sputo in bocca", "morte allo sbirro",
"banche assassine, fuoco alle banche", "brucia il Vaticano", "la
giustizia non è nei tribunali: giustizia e vendetta", "Chiesa e
Polizia: giustizia e vendetta", "Carlo è vivo e lotta insieme a noi",
"W il Che Guevara", "via Amato e De Gennaro", "nessun rimorso, chi
devasta e saccheggia è lo Stato". Il tutto "condito" da bandiere Usa
bruciate per strada, striscioni e slogan contro la base aerea Usa di
Vicenza, e perfino contro la Tav in val di Susa. Urla contro un
poliziotto: "E adesso spara, servo, spara!". Assalti ai treni, alle
stazioni e ai controllori. Commemorazioni varie con deposizione di
corone di fiori in piazza Carlo Giuliani, ragazzo (già piazza
Alimonda), con appuntamento al luglio 2008. Le dichiarazioni di Heidi
Giuliani, senatrice della Repubblica: «I venticinque compagni sotto
processo sono capri espiatori, Carlo è vivo e lotta insieme a noi».
Con la ciliegina dell' "orazione" di Don Gallo: «Duecentoventicinque
anni di galera per venticinque ragazzi. I veri responsabili sono stati
promossi ai vertici dello Stato. Non reagite alle provocazioni di quei
figli di puttana. Se non ci aiutiamo da noi non ci aiuta un cazzo di
nessuno. Affanculo i profeti di sventura». Vorrei che qualcuno mi
spiegasse se tutto questo è definibile con la formula della non
violenza. Se è vero, come è vero, che molte volte certe parole possono
ferire più delle pietre, in tutto questo intravedo una nuova violenza
usata - e lasciata usare - nei confronti di Genova. Scrivo questo
soltanto per sottolineare che c'è una larga, larghissima parte di
genovesi che non si allinea con quanti si sono dichiarati soddisfatti
di come sono andate le cose sabato pomeriggio a Genova. Personalmente,
anzi, mi ritengo offeso ed indignato.
Angelo Toscanoe-mail
Il corteo dei no global / 3
Una strana idea della pace
I no global che hanno manifestato a Genova possiedono fine ironia.
Basta dare un'occhiata a quelli che hanno sfilato con la bandiera
arcobaleno (cioè della Pace appena resuscitata) sulla spalla, in via
Gramsci, sotto la sopraelevata, ove da alcuni pannelli colava il
liquido che loro sodali avevano appena finito di spruzzare così
disegnando un infame geroglifico con gli slogan "Cento, mille,
diecimila Raciti" e "Cento, mille, diecimila Nassirya".
Luigi Fassonee-mail
Il corteo dei no global / 4
Con che coraggio tornano?
Incredibile. Sono sfilati per Genova come nel 2001, ma non ho visto
pacifisti: insulti, grida, minacce, bandiere rosse e anarchiche. Con
che coraggio ritornano nella città che hanno devastato e saccheggiato?
Non ho visto monaci birmani. Al contrario ho sentito don Gallo.
Assurdo pretendere l'assoluzione per quello che hanno fatto. I
politici irresponsabili che sono scesi in piazza e che proteggono
questi personaggi (i loro elettori) partecipano a una propaganda il
cui disegno non interessa ai genovesi e, secondo me, non interessa a
nessuno. Sabato ha sfilato un pacifismo ipocrita e si sono viste scene
che speravamo di non vedere più.
Davide Punzonee-mail
Il corteo dei no global / 5
E ora la condanna sia severa
Manifestazione sul caso G8 Genova. Montagne di parole idiote e
falsità. La veritàè una sola: non sono state le forze dell'ordine a
incendiare cassonetti, auto private e mezzi delle forze dell'ordine.
Non sono state le forze dell'ordine a demolire vetrine, a rovinare le
strade per procurarsi pietre o altro da lanciare contro i dimostranti.
La conclusione è una sola: bisogna punire gli autori con pene di
reclusione a partire da vent'anni anni di carcere effettivi.