08.12.07
lavoro repubblica Marina, anarchica gentile "Non riconosco i giudici"
Repubblica Genova
Il messaggio di una delle accusate: non chiedo sconti
Marina, anarchica gentile "Non riconosco i giudici"
la dichiarazione
«COLPIRNE 25 per educarne 300.000». Stefano Caffagnini, uno degli imputati
per la devastazione e il saccheggio di Genova, confessa in aula tutto il
suo timore. Lo stesso raccontato da Vincenzo Vecchi, un altro dei 25:
«Vogliono colpire nel mucchio. Per intimidire chi vuole partecipare a
manifestazioni pubbliche ed esprimere il proprio dissenso. Voglio
"prevenire". Facendo terrorismo psicologico». Caffagnini, Vecchi e
un´altra imputata - Marina Cugnaschi, che rischia 16 anni di galera -
hanno chiesto ed ottenuto di parlare in aula al termine dell´udienza. «Non
cerco scappatoie o giustificazioni - ha detto Vecchi - . Per un anarchico
come me, il concetto di colpevolezza e innocenza è privo di significato. E
il linguaggio della burocrazia dei tribunali stravolge il senso, il valore
di quei fatti del 2001. Mi onoro di aver partecipato allora, da uomo
libero, ad una giornata di contestazione contro un´economia capitalista,
neoliberista. Ma non dite che fu una guerra tra bande, non svalutate il
ruolo di delle persone scese in piazza. E poi io non mi permetterei mai di
infierire su persone ammanettate, di umiliarle. Affamare il mondo e
costringere all´esilio: questa è devastazione e saccheggio». Marina
Cugnaschi, che così magra e dai modi gentili non dava proprio
l´impressione di un leader delle Tute Nere, ha letto alcune pagine
tremando come una foglia per l´emozione: «Non chiedo clemenza o sconti,
perché non riconosco come interlocutore l´apparato giudiziario. Rifiuto
questo sistema capitalista sempre più spietato, escludente, e la sua
classe dirigente: sono loro i devastatori e saccheggiatori del pianeta».
(m. cal.)