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07.04.05

Lavoro Repubblica: IL DRAMMA DEL G8

IL DRAMMA DEL G8
Quattro anni dopo il sanguinoso blitz il dibattimento resta al palo. E il
rischio prescrizione diventa più concreto
Botte alla Diaz, processo fantasma
Udienza subito rinviata, si profila lo slittamento a ottobre


MASSIMO CALANDRI

IL PROCESSO «scomodo» rischia di slittare di sei mesi almeno, ispessendo il
fantasma della prescrizione. Come se ce ne fosse bisogno, a quattro anni
dai delitti e con un nuovo, prossimo tentativo degli imputati di spostare
il dibattimento a Torino: mossa scontata, già bocciata in passato dalla
Cassazione, ma che come minimo farà perdere altro tempo. Evidentemente
questo è un processo che non s´ha da fare, denunciano le vittime.
Sgradevole, ingombrante, rognoso: proprio come il G8 del luglio 2001. Sarà
per questo che la società, e soprattutto la città, sembrano aver rimosso la
vergogna dell´assalto alla scuola Diaz. Nel momento in cui sul banco degli
imputati finiscono i più noti investigatori italiani, accusati di aver
ignobilmente truccato le carte, ecco che tutti si squagliano. Così il
Comune di Genova, che non si è costituito parte civile. Così gli
amministratori e i politici del capoluogo ligure, che evitano inquieti
l´argomento. E allora non può stupire più di tanto il rinvio pronunciato
ieri mattina dal presidente della terza sezione del tribunale, Bernardo Di
Mattei: che chiude la prima, brevissima udienza del processo per il
sanguinario assalto alla scuola Diaz dando appuntamento al prossimo 19
maggio. «Ma considerate che poi ci rivedremo ad ottobre», spiega. Un
plurale alquanto singolare, dal momento che Di Mattei sta per lasciare il
palazzo di giustizia genovese e diventare il procuratore di Imperia. Non ci
sarà ad ottobre, e non ci sarà nemmeno il giudice a latere, Vincenzo Pupa,
che va in pensione. E´ cioè indispensabile un nuovo collegio giudicante,
che potrebbe appunto entrare in gioco solo fra sei mesi. Una speranza però
c´è ancora: che per il 19 maggio il Csm abbia deciso la data di
insediamento ad Imperia di Di Mattei, cosa che permetterebbe di affidare
subito dopo il processo Diaz ad una delle altre due sezioni (favorita
quella presieduta da Gabrio Barone). Il nuovo collegio comincerebbe a
lavorare già dai primi di giugno, e ad un ritmo di due udienze settimanali
si potrebbero fare importanti passi avanti in attesa della pausa estiva. Se
tutto va bene, insomma, regaleremo alla prescrizione due soli mesi. Vale la
pena di ricordare che si prevedono almeno duecento udienze, e che se si
procedesse nella maniera più spedita - ma tutto suggerisce che non andrà
così - ci vorrebbero almeno due anni e mezzo prima di giungere ad una
sentenza di primo grado.
Ieri all´esordio in aula mancavano praticamente tutti gli imputati:
contumaci Francesco Gratteri e Giovanni Luperi, ai vertici
dell´Antiterrorismo, e Gilberto Caldarozzi, un altro super-poliziotto;
contumace il vice-questore Pietro Troiani, quello delle molotov falsamente
attribuite ai no-global, contumace l´ormai prossimo questore Vincenzo
Canterini, che al comando della ?Celere´ romana guidò il massacro dei 93.
Erano presenti solo in 3, dei 28 imputati: Carlo Di Sarro, attuale
dirigente del commissariato di Rapallo; Spartaco Mortola, già capo della
Digos e oggi questore vicario ad Alessandria; Nando Dominici, che ai tempi
del G8 era capo della squadra mobile genovese. Nel corso dell´udienza si
sono costituiti parte civile, tra gli altri, anche il Genoa Legal Forum
attraverso l´avvocato Dario Rossi, e l´associazione nazionale dei comitati
di base, i Cobas, per nome dell´avvocato Simonetta Crisci. «Comune di
Genova?» ha chiesto il presidente Di Mattei. «Assente», ha risposto una
voce dal fondo.

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