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19.05.05

Lavoro Repubblica: Gibelli: "Il nostro monumento di carta"

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Gibelli: "Il nostro monumento di carta"
l´intervista


Alla fine ha prevalso il ritorno all´ordine, come se laggiù non fosse
successo nulla


«Abbiamo salvato dalla distruzione casuale, e un po´ intenzionale, messaggi
che sarebbero piombati nel nulla»: Antonio Gibelli, professore di Storia
contemporanea all´Università di Genova, spiega uno degli obiettivi del
Fondo Carlo Giuliani, custodito nell´Ateneo genovese.
Professore, com´è nata l´idea di pubblicare un libro con i messaggi di
piazza Alimonda?
«Era il settembre 2004. Fabio Caffarena e Carlo Stiaccini, gli autori,
hanno preparato per l´occasione un prodotto powerpoint proprio sul Fondo
Carlo Giuliani in occasione del Premio Pieve. L´editore del Premio, Terre
di Mezzo, è rimasto affascinato: così ha proposto di realizzare una
pubblicazione»
E perché è nato il Fondo Carlo Giuliani nel suo Archivio?
«E´ stata un´iniziativa spontanea degli studenti. Ho accettato
immediatamente, era il riflesso di un sentimento collettivo di cui volevamo
capire di più e che potevamo salvare dalla dispersione e distruzione».
Distruzione intenzionale?
«Non solo, anche negligenza e abbandono. Certo, lo possiamo vedere: in
piazza Alimonda, ha prevalso il "ritorno all´ordine", una mano di vernice
sulla cancellata e tutto è come se laggiù non fosse successo nulla»
Vorrebbe che in piazza Alimonda fosse realizzato un monumento per ricordare
Carlo?
«Assolutamente sì. Perché la memoria va mantenuta. Perché non accada più e
perché chi ha sbagliato deve ancora pagare. Del resto, anche noi abbiamo
realizzato un monumento: di carta».

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