13.10.05
Lavoro Repubblica: G8: processo in un teatro
I GIORNI DEL G8
La prima udienza per le violenze a Bolzaneto rinviata a novembre: "Non arrendiamoci, anche se finirà con un colpo di spugna"
"G8, il processo in un teatro"
Il procuratore Morisani: non basta un aula di tribunale
"Dobbiamo arrivare a un giudizio, ce lo chiede tutta l´opinione pubblica"
Appello al Comune: "Ci mettano a disposizione una sede adeguata"
MASSIMO CALANDRI
QUANDO gli stessi magistrati dell´accusa confessano che il processo «non potrà essere celebrato in tempi ragionevoli». Quando ammettono che la prescrizione tirerà «un colpo di spugna» su di una delle vicende più vergognose nella recente storia italiana. Quando i giudici allargano le braccia, ben sapendo che la civiltà va misurata anche nelle risposte che la giustizia è in grado di dare, ma riconoscendo che oggi quella risposta è solo una «illusione». Allora è il caso di domandarsi che senso abbia tutto questo: quattro anni di istruttoria, denunce circostanziate, bugie smascherate, confessioni, prove e controprove, falsi accertati, ansia di verità. Sembrava tutto chiaro ed ineluttabile, è stato invece semplicemente inutile? Mario Morisani, procuratore aggiunto, non ci sta. E al termine della prima udienza per i soprusi e le violenze nella caserma di Bolzaneto, di fronte ad un secco rinvio - giovedì tre novembre - che fa bruciare la pelle, interviene in aula. Lo fa per ricordare che «abbiamo bisogno di una sentenza che dica se queste cose sono accadute o meno». Questo processo deve arrivare ad un giudizio, e pazienza se poi - nei gradi successivi - interverrà la famigerata prescrizione. «Lo vuole non il nostro piccolo mondo - spiega Morisani - ma quello che sta fuori: la società nazionale ed internazionale. Perché a Genova sono in gioco i principi fondamentali della società civile». Il procuratore lancia un appello a tutti e prima ancora al tribunale del capoluogo ligure. È necessaria una gestione di «un processo che trascende la normale attività giuridica», è indispensabile quell´organizzazione che è mancata fino ad oggi e che ha fatto dichiarare ad Anna Canepa, presidente dell´Anm ligure: «Il tribunale di Genova è alla frutta». Ieri, la terza sezione del tribunale si è ritrovata a gestire undici procedimenti, compreso quello di Bolzaneto, e in una piccola aula come quella della Corte d´Assise che potenzialmente avrebbe dovuto ospitare almeno quattrocento persone. «Chiediamo al Comune di metterci a disposizione un teatro», è arrivato a chiedere Morisani.
Nel Centro di prima detenzione di Bolzaneto, nel luglio 2001 del G8, transitarono 255 no-global fermati durante la guerriglia di strada. Furono picchiati, derisi, umiliati. Duecentonove di loro hanno sporto denuncia. In un´esemplare memoria, i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno denunciato «gravi compromissioni dei diritti delle persone», «comportamenti inumani e degradanti, in violazione dell´articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell´uomo e delle libertà fondamentali». Della nostra piccola Abu Ghraib ieri sono stati chiamati a rispondere 45 imputati: funzionari di polizia, generali dell´amministrazione penitenziaria, agenti, ufficiali dei carabinieri, militari dell´Arma, guardie carcerarie e quattro medici. I reati vanno dalle lesioni personali all´abuso di autorità su detenuto, dal falso ideologico alla violenza. Si prescrivono in sette anni e mezzo: vuol dire che per il gennaio 2009 sarà tutto finito, se non interverrà una sentenza definitiva. E questo, lo sappiamo già, non potrà accadere. Ma almeno, grida Morisani, che si arrivi ad una decisione in primo grado. Per capire cosa è davvero successo. «Però non si può trattare questo processo come se fosse un fascicolo per guida senza patente. Se le cose andranno bene, ma dobbiamo essere molto ottimisti, avremo bisogno di circa 250 udienze. Vanno "spalmate" nei prossimi tre anni, vedete un po´ voi». Gli avvocati degli imputati però, hanno già fatto sapere che non sarà facile: «Noi vorremmo collaborare, abbiamo tutti degli impegni con procedimenti altrettanto importanti, se non più gravi: processi per omicidio, per associazione a delinquere o peggio. Non possono "imporci" un calendario, magari da tre udienze settimanali, senza tenere conto di questo», spiega per tutti Alessandro Vaccaro. Il colpo di spugna è inevitabile, se al conto si aggiunge anche l´eventuale entrata in vigore della Cirielli, che in molti casi potrebbe restringere ulteriormente i termini a favore della prescrizione. Cosa rispondere allora a chi s´ostina a rivendicare il diritto a capire cosa è accaduto a Bolzaneto? Tempo scaduto.