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26.01.07

lavoro repubblica G8, il boomerang delle molotov

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La questura non trova piu’ le bottiglie della Diaz: il processo andra’ avanti lo stesso e cinque anni dopo scatta una nuova inchiesta

G8, il boomerang delle molotov

La polizia non convince i giudici: "Forse fatte sparire dagli imputati"
IL PROCESSO per il blitz alla Diaz va avanti. Con o senza molotov. Ma la
questione rimane imbarazzante. Se nessuno, neppure il questore Salvatore
Presenti, sostiene di poter dire con certezza che fine abbiano fatto gli
ordigni, il pm Enrico Zucca attacca: “Alcuni imputati potrebbero essere
responsabili di questa sparizione”. E annuncia una nuova inchiesta. I
primi ad essere interrogati saranno quei dirigenti - poi promossi, ora in servizio presso altre questure - che a diverso titolo gestirono i reperti, e che oggi sono sotto processo nel capoluogo ligure. In questo clima, cade comunque nel nulla la richiesta della difesa di mandare la partita a monte, in assenza della prova-regina. Dopo una lunga camera di consiglio , Gabrio Barone ha deciso che la presenza oggettiva delle bottiglie non e’ affatto fondamentale.

Distrutte per errore", la tesi della polizia non convince. A cinque anni
dal G8 scatta una nuova inchiesta
Molotov, scintille e veleni
I giudici: "Potrebbero averle fatte sparire gli imputati"

Il questore in aula: le bottiglie potrebbero essere finite per sbaglio tr
a il "materiale esplodente" da smaltire. Ma nessuno ne e’ certo
MASSIMO CALANDRI


IL PROCESSO per il sanguinario blitz alla scuola Diaz va avanti. Con o senza molotov. La questura di Genova non trova piu’ le due bottiglie incendiarie, prova-regina dei falsi perpetrati dalle forze dell’ordine durante il G8. Dopo una settimana di infruttuose ricerche negli uffici della polizia, un ispettore del nucleo artificieri “presume” che siano state distrutte per errore. Ma nessuno, neppure il questore Salvatore Presenti, puo’ dire con certezza che fine abbiano fatto gli ordigni. E allora? Secondo il giudice Gabrio Barone, ai fini del procedimento la questione “ non ha alcun rilievo”: si puo’ tranquillamente continuare a processare i 29 imputati, tra agenti e funzionari.
Per il momento a rimetterci e’ solo l’immagine della Polizia di Stato.
C’era da custodire quel corpo del reato che rappresentava la pagina pi
u’ nera di questa storia dolorosa, era doveroso riacquistare dignita’ c
on un comportamento esemplare: e invece le molotov sono sparite. Ma non e’
solo una questione di vergogna, perch E9 su diversi funzionari si allung
ano anche nuove ombre nere: “Alcuni imputati potrebbero essere responsa
bili di questa sparizione”, ha accusato ieri il pm Enrico Zucca. Verra’
aperta un’altra inchiesta, i primi ad essere interrogati saranno quei
dirigenti - poi promossi, ora in servizio presso altre questure - che a diverso titolo gestirono i reperti, e che oggi sono sotto processo nel capoluogo ligure.
Gli imbarazzanti precedenti - le bugie, i "non ricordo" ed i falsi smascherati - spingono inevitabilmente verso un’altra, inquietante riflessione: la questura ha spiegato che delle molotov si sono in pratica perse le tracce nell’agosto del 2001, e cioe’ quando ancora si riteneva che le
bottiglie facessero parte dell’arsenale” sequestrato ai 93 no-global
della Diaz. Solo un anno piu’ tardi la Procura avrebbe scoperto che le b
ottiglie erano in realta’ la piu’ clamorosa delle prove fasulle: ma nel
frattempo erano misteriosamente scomparse dagli uffici delle stesse pers
one che sarebbero poi finite sul banco degli imputati.
Ieri in udienza la Procura ha preso atto della relazione con cui il quest
ore Presenti ha ricostruito la parabola delle due bottiglie incendiarie,
trovate alla Diaz e poi prese in carico da Marcellino Melis, ispettore de
gli artificieri, quindi esaminate da Damiano cavalera, capo della polizia
scientifica. Nel settembre del 2001, su ordine del procuratore Francesco
Lalla, allo stadio Carlini viene distrutto del "materiale esplodente". F
orte della relazione di Melis, il questore suppone che le molotov possano
essere state “erroneamente inserite” tra quel materiale. Ma non ne e’
certo, l’unica cosa certa e’ che le bottiglie non si trovano piu’. N
iente corpo del reato, niente processo: gli avvocati difensori addirittur
a eccepivano che in questo procedimento mancava un decreto di sequestro d
elle molotov, e che quindi era il caso di ripartire da zero. Dopo una lun
ga camera di consiglio, Gabrio Barone ha deciso che la presenza oggettiva
delle bottiglie non e’ affatto fondamentale: si puo’ procedere comunqu
e, intanto la questura andra’ avanti nella ricerca e riferira’ direttam
ente a lui. C’e’ tutto il tempo per scoprire che fine hanno fatto le m
olotov, e chi e’ responsabile della loro scomparsa.
Bolzaneto, archiviazione a meta’. Il gip Lucia Vignale ha archiviato la
posizione del magistrato Alfonso Sabella, che durante il G8 di Genova era
responsabile del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e ave
va il controllo della gestione della caserma di Bolzaneto. Secondo la Vig
nale non e’ dimostrato che Sabella sia stato consapevole di condotte ves
satorie compiute nella caserma. Nella sua ordinanza, tuttavia, afferma ch
e “Sabella non adempi’ con la dovuta scrupolosa diligenza al proprio d
overe di controllo, non impedendo il verificarsi di eventi che

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