16.11.07
lavoro repubblica "Alla Diaz La Barbera fu decisivo"
lavoro repubblica
IL PROCESSO
"Alla Diaz La Barbera fu decisivo"
«In quel servizio, la perquisizione nella scuola Diaz, l´anomalia era la
presenza sul posto del prefetto Arnaldo la Barbera, che fu determinante». Lo ha
detto ieri Giovanni Calesini, dirigente Ucigos, all´epoca del G8 vicario del
questore Francesco Colucci, sentito come teste di parte civile nel processo per
la sanguinosa irruzione dei poliziotti nella scuola Diaz, durante i giorni del
G8.
«Si trattava infatti - ha spiegato il dirigente - di un´operazione di polizia
giudiziaria, per cui il fatto che un prefetto vada sul posto e si metta il casco
ha creato degli imbarazzi anche al dirigente dell´ordine pubblico». La Barbera,
a sua volta indagato, è morto nel corso delle indagini preliminari.
Parti civili, Accusa e Difesa hanno quindi cercato di fare chiarezza su chi
comandava quella notte alla Diaz, sulla famosa catena di comando rimasta
nebulosa a distanza di sei anni dai fatti del G8.
«La decisione di perquisire la scuola come operazione di polizia giudiziaria
compete ai dirigenti di polizia, in questo caso del questore. Ma un prefetto
come La Barbera aveva una tale autorevolezza nei confronti del questore e degli
altri dirigenti che non si poteva non obbedire comunque».
Nel corso del processo sono stati sentiti altri due testi, tra cui un agente di
polizia giudiziaria, incaricato di repertare gli oggetti trovati nella scuola,
il quale ha sostenuto di non aver visto quella sera le due bottiglie molotov.
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Corteo del G8, il giallo dei treni
I manifestanti: "Prezzo politico", le Ferrovie rispondono picche
Duecento giovani cureranno il servizio d´ordine, gli ultrà respingono l´invito
di Casarini: non saranno a Genova
GIUSEPPE FILETTO
SI FARÀ. «Non c´è ragione per impedire la manifestazione - dice Giuseppe Romano
- né per ritenere che non sia pacifica». Il prefetto fuga ogni dubbio sulla
partecipazione di gruppi ultrà, invitati dall´ex leader delle "tute bianche"
Casarini. «L´appello è stato respinto», ha detto. Non fanno paura i ventimila
manifestanti, di cui la metà dovrebbe arrivare da fuori Genova. Per ricordare le
tragiche giornate del luglio 2001 e protestare contro la richiesta della Procura
di infliggere 225 anni di reclusione ai 25 manifestanti accusati di devastazione
e saccheggio, dopo quella che anche il vice questore Michelangelo Furnier in
tribunale ha definito la "macelleria messicana", dovrebbero arrivare in treno
duemila manifestanti dall´asse Venezia, Bologna e Milano; altrettanti da Napoli,
Roma, Firenze: militanti dei centri sociali, sindacalisti di base e "no-global".
Tutti intenzionati ad andare in treno, pagando solo 10 euro, "per il diritto a
manifestare". Anche se fino alla tarda serata di ieri Trenitalia non ha
garantito i convogli speciali. Ha fatto sapere che i manifestanti potranno
avvalersi delle tariffe agevolate per le comitive, o affittare treni charter al
normale prezzo applicato per ogni altra manifestazione.
Tornando a Genova, le dichiarazioni del prefetto arrivano alla fine di una
riunione allargata. Ieri il rappresentante del Governo ha radunato attorno allo
stesso tavolo il sindaco Marta Vincenzi e gli assessori comunali Francesco
Scidone (Sicurezza), Bruno Pastorino (Politiche della Casa); il questore
Salvatore Presenti e il capo della Digos, Giuseppe Gonan. Ha chiamato anche il
presidente della Confesercenti, Patrizia De Luise, ed i vertici di Ascom, Mario
Montessoro e Antonio Ornano; ma anche i leader delle principali sigle che
organizzano la manifestazione di domani e con loro don Andrea Gallo. Da questi
ultimi si è visto promettere ciò che voleva: «Le motivazioni di chi scende in
piazza il 17 novembre sono diverse rispetto a quanto si chiede negli stadi», ha
precisato Domenico Chionetti della Comunità di San Benedetto al Porto.
Non fanno paura i diecimila manifestanti, attesi a Genova con 3 treni speciali e
100 pullman da ogni parte d´Italia. Tantomeno gli altrettanti "no global"
locali. Anche se il servizio d´ordine ("Meglio chiamarlo autotutela") conta 200
militanti: ciascuna organizzazione curerà il suo spezzone di corteo con il
compito di isolare eventuali infiltrati e impedire qualsiasi tipo di scontro. In
testa saranno i giovani dei centri sociali, guidati da don Gallo e dalla
Comunità di San Benedetto con lo striscione ‘La storia siamo noi´. In coda il
sindacato, l´Arci, i pacifisti. Al centro gli anarchici del Fai. Ha annunciato
la sua presenza il missionario comboniano padre Alex Zanotelli. Non ci sarà
Marta Vincenzi. Lo ha ribadito ieri: «Scendo in piazza quando condivido le
ragioni della protesta, dalla a alla zeta», ha precisato il sindaco.
I negozi dovrebbero rimanere aperti, almeno questo è l´appello lanciato da
Confesercenti ed Ascom, che ieri oltre le garanzie del prefetto e del questore,
hanno avuto anche le rassicurazioni degli organizzatori: «Tutte le componenti
intendono questo momento come pacifico e non violento - tranquillizza Simone
Leoncini, della segreteria genovese di Rifondazione Comunista - è una festa
delle democrazia e dei diritti». Nonostante ciò, in città permane il timore di
disordini, e l´apertura dei negozi è legata anche allo sciopero nazionale del
commercio, in programma per l´intera giornata.
In ogni modo, "Per riscrivere una nuova pagina a Genova", alle 3 del pomeriggio
il corteo partirà dalla Stazione Marittima, attraverso via Gramsci, Caricamento,
corso Aurelio Saffi, via Corsica, via Fieschi, piazza Dante arriverà a De
Ferrari. Il prefetto ha ribadito la sua "scommessa" sulla non violenza del
corteo e facendo riferimento alle richieste arrivate da An negli scorsi giorni,
di rivalutare la sua autorizzazione, ha dissipato ogni dubbio affermando di "non
aver mai pensato ad un divieto".
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La sindaco non partecipa ma presidierà Tursi: molti rappresentanti politici,
invece, si schierano
La destra insiste ancora "Fermate la manifestazione"
Posizioni sottilmente differenziate per marcare la decisione di sfilare o no nel
corteo
DONATELLA ALFONSO
LEI, la sindaco, in corteo non ci sarà «non perché ritengo che i sindaci non
debbano scendere in piazza, ma perché aderisco solo ad una parte dei contenuti
della manifestazione: e cioè la richiesta della commissione parlamentare
d´inchiesta sul G8, ma non quella che riguarda i processi in corso». Lei, Marta
Vincenzi, sabato pomeriggio sarà in comune, ad ascoltare le voci da fuori e
confermare che la città ospita il diritto di manifestare, a confermare il suo
appello ai negozianti a tenere aperto e la sua convinzione che tutto andrà
serenamente. E nel pomeriggio aggiunge la sua soddisfazione all´appello delle
associazioni di volontariato e promozione sociale perché la manifestazione di
domani sia «pacifica e civile», in una giornata normale «Scendere in piazza è un
diritto civile straordinario che va tutelato e che è stato conquistato con
lotte. La nostra città può continuare ad essere sede di incontri e di
manifestazioni, ma non può diventare il luogo dove si consuma il pendolarismo
della violenza». L´appello viene dopo l´incontro tra Vincenzi e associazioni per
discutere di un forum permanente per la pace e i diritti
La sindaco resta a Tursi, ma la vicepresidente della Provincia Marina Dondero
(Prc), e le assessore all´Organizzazione e personale Milò Bertolotto (Pd) e al
Patrimonio naturalistico Renata Briano (Us) in corteo ci saranno a titolo
personale; soprattutto per chiedere l´istituzione di una commissione d´inchiesta
sul G8. Troveranno altri loro "colleghi", sempre a titolo personale: da Tursi
Gianfranco Tiezzi e Massimiliano Morettini (Pd), Bruno Pastorino (Prc), Carlo
Senesi (Pdci); dalla Regione Franco Zunino (Prc) e Enrico Vesco (Pdci);
probabili altre adesioni, così come di consiglieri, anche dello stesso Pd, che
ufficialmente, com´è stato ripetuto martedì a Tursi, non partecipa perché non
condivide gli attacchi alla magistratura ma a sua volta chiede che sia fatta
verità e luce sui fatti del 2001. Sicuri tra loro Luciano Grillo e Giampaolo
Malatesta; altri scioglieranno i dubbi nelle ultime ore. Parteciperanno i verdi,
non si sa con quanti rappresentanti; da Roma arriva l´adesione dei senatori di
Sinistra democratica guidati da Cesare Salvi .
Da destra risponde uno squillo: il senatore Giorgio Bornacin ed il capogruppo
regionale Gianni Plinio si rivolgono alla magistratura chiedendo di vietare il
corteo e diffidano «in ogni caso, la sindaco Marta Vincenzi dal non esigere il
versamento di una congrua cauzione da parte degli organizzatori con riserva di
citarla in giudizio per il risarcimento di tasca propria di eventuali danni che
dovessero essere arrecati a persone, negozi e cose». «Schiamazzi importuni e
inopportuni» li bolla al stretto giro di posta Vesco; che non dimentica però di
bollare negativamente le sparate di Casarini e avverte: «Organizzeremo un severo
servizio d´ordine che avrà il compito di isolare eventuali infiltrati e impedire
qualsiasi tipo di scontro».