04.01.08
lastampa In tilt i computer del processo G8
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4/1/2008 - GENOVA, FUORI USO OLTRE CENTOCINQUANTA PC
Attacco hacker
In tilt i computer del processo G8
giudici costretti a recuperare macchine per scrivere, carta e penna
MIRIANA REBAUDO
GENOVA
Hacker all’attacco del Palazzo di Giustizia di Genova. E’ quasi una
certezza dopo che mercoledì, per la seconda volta nel giro di pochi mesi,
circa 150 computer sono andati in tilt perché infettati. Un guasto
telematico che sta paralizzando l'attività del «Palazzaccio» e sul quale
ora la Procura ha deciso di vederci chiaro: ieri infatti il procuratore
aggiunto Mario Morisani ha aperto un fascicolo contro ignoti. Reato
ipotizzato: intromissione nei sistemi informatici.
La situazione appare decisamente seria, anche perché sono molti i file che
rischiano di andare perduti, cancellando così il lavoro di mesi. Ieri
mattina, in particolare, è stato esaminato dai tecnici il computer sul
quale stanno lavorando i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri
Miniati, i magistrati impegnati ad ultimare la loro requisitoria sui fatti
accaduti alla caserma di Bolzaneto nei giorni del G8 genovese. Il rischio
paventato era che centinaia di pagine fossero andate distrutte, dai primi
riscontri però sembra che almeno la maggior parte della requisitoria sia
recuperabile. Sono in tilt i computer dei tribunali civile e penale, dei
minori e di sorveglianza. Che cosa sia successo, perché tutti i computer
accesi in quel momento si siano improvvisamente e simultaneamente spenti,
non si sa, così come si ignora quale possa essere il virus colpevole del
black out informatico. Di certo, il disagio a Palazzo di Giustizia è
palpabile ed è una fortuna, dicono in molti, che il «collasso informatico»
sia avvenuto in questi giorni, quando una buona parte di impiegati e
magistrati, è ancora in ferie.
Il guasto ha comunque fatto cambiare, momentaneamente almeno, abitudini
lavorative ormai consolidate: in molti uffici sono ricomparse le macchine
per scrivere e biro, è successo ad un gip chiamato a convalidare alcuni
arresti e che, dopo aver già registrato un interrogatorio sul computer,
quando ha riaperto la macchina per chiedere il documento in questione ha
visto comparire sul monitor la scritta «manca o e¨ danneggiato il file di
apertura». A Palazzo di Giustizia lo scorso agosto si erano verificati
problemi nel sistema e anche in quell'occasione si era temuto un attacco
esterno, un virus introdotto volontariamente. Invece fu poi accertato che
i computer erano andati in tilt a causa di un surriscaldamento negli
armadi contenenti i congegni.