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30.11.06

La stampa Placanica: "A Genova furono inquinate le prove"

Placanica: "A Genova furono inquinate le prove"
Placanica racconta la sua verità sul G8

Cossiga : bisogna riaprire l'inchiesta
ROMA
«Mi auguro di poter contribuire affinchè si sappia la verità. A Genova
hanno inquinato le prove e alla fine ho pagato solo io». È quanto dichiara

nell'intervista rilasciata a «RTL 102.5», Mario Placanica, l'ex
carabiniere incriminato e poi prosciolto per la morte di Carlo Giuliani
durante il G8. «Mi auguro di poter contribuire ad accertare la verità,
anche se mi hanno detto che non uscirà mai».

Placanica dai mocrofoni della radio ricostruisce così i fatti del 20
luglio 2001: «Quel giorno io ero addetto al lancio dei lacrimogeni,
ma....mi dissero che non ero idoneo perchè ho sparato a parabola come si
spara sempre. È una regola ma mi dissero che dovevo sparare ad altezza
d'uomo. Stavo male e mi hanno spostato vicino a piazza Alimonda, dove ho
visto pestare a sangue dei manifestanti, fino a che non gli uscivano le
bave bianche dalla bocca. Sono salito sulla camionetta, un plotone ci
faceva da scudo, ma poi i manifestanti hanno attaccato e i carabinieri
sono arretrati, scappando. Hanno lasciato i mezzi senza protezione e a
quel punto i manifestanti ci hanno aggrediti, lancio di pietre, di
oggetti, hanno rotto i vetri della camionetta».

E sui tragici momenti prima della morte di Carlo Giuliani, Placanica
precisa: «Ricordo benissimo, quel giorno ho sparato in aria e davanti a me

c'era solo il fumo dei lacrimogeni e della pistola. Io Carlo non l'ho
visto, ho mirato in aria; avvertivo il pericolo e la camionetta era piena
di oggetti, io li scalciavo fuori con i piedi». Alla domanda se ricordava
di aver sparato in aria, Placanica ribadisce: «Si, io ho sparato in aria e

loro (i colleghi) ci hanno abbandonato, non sono intervenuti anche se
potevano. Erano in numero superiore ai manifestanti ma ci hanno lasciato
soli, non hanno fatto niente, hanno aspettato che qualcuno di noi morisse.

Tornato in caserma a Genova c'erano carabinieri e poliziotti in festa per
ciò che era successo. Tutti mi facevano domande, io mi sono isolato, non
potevo sopportare, non potevo credere a tutto questo. Mi hanno regalato il

basco del Tuscania e mi hanno dato il »benvenuto tra gli assassini«. E non

erano carabinieri semplici». Heidi Giuliani dice che dopo queste
dichiarazioni lei dovrà essere protetto. «Finora non li ho ascoltati,
anche se loro mi avevano messo sulla buona strada, poi ho rivisto i video,

ho ripassato ogni momento... ma perchè hanno spaccato la testa con una
pietra a questo ragazzo? Hanno nascosto qualcosa, hanno inquinato le
prove».

Chi avrebbe inquinato le prove? Risponde Placanica: «I militari intorno al

corpo, nei video si vede che si sono messi in cerchio per coprirlo, ci
hanno lavorato sopra, non si sa cosa hanno fatto.. Ho pagato io per
tutti». Cosa vuol dire ora alla famiglia di Giuliani? «Di aspettare, che
ce la faremo a fare uscire questa verità. Io lo voglio ma mi hanno già
detto che non uscirà niente. Non dico chi, non ne parliamo». Ma lei
ritiene che ci sia una volontà politica nel tenere nascosta questa verità?

«A questo punto - risponde Placanica - penso proprio di sì»

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