26.10.06
La Stampa: Piano traumatico contro la sinistra
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200610articoli/12967girata.asp
TROVATO DURANTE UNA PERQUISIZIONE NEGLI UFFICI DI PIO POMPA IN VIA
NAZIONALE. TRA I PERSONAGGI DA «DISARTICOLARE» ANCHE VIOLANTE, BRUTI
LIBERATI E BRUTTI
Giallo al Sismi, un piano contro la sinistra
Dossier ipotizzava «operazioni traumatiche» per colpire i nemici politici
di Berlusconi
26/10/2006
di Guido Ruotolo
ROMA. «Operazioni traumatiche». È un dossier di una decina di pagine
trovato dagli uomini della Digos di Roma e Milano nel corso della
perquisizione degli uffici di via Nazionale 230, sede distaccata del Sismi
diretta da Pio Pompa, il 5 luglio scorso, e adesso trasmesso anche al
Copaco. Si parla di una «struttura che mira a colpire il governo
Berlusconi da disarticolare, anche con operazioni traumatiche». Terroristi
rossi? Integralisti?. Nulla di tutto questo. Si fanno i nomi, in questo
dossier, dei pericolosissimi nemici da neutralizzare: Luciano Violante,
attuale presidente della Commissione affari costituzionali della Camera,
Massimo Brutti, attuale vicepresidente del Copaco, Edmondo Bruti Liberati,
oggi procuratore aggiunto della Repubblica di Milano, altri magistrati,
forse anche il fratello di un senatore. Dunque, in una struttura del Sismi
di Nicolò Pollari c’era un fascicolo non su un pericoloso gruppo eversivo
di bombaroli o kamikaze, killer o assassini di professione. No, si tratta
di parlamentari e magistrati. In quelle dieci pagine, che a chi le ha
lette sembrano essere state assemblate in epoche diverse, a partire dalla
fine del luglio del 2001 (quando Nicolò Pollari non era diventato ancora
direttore effettivo del Sismi), c’è anche un capitolo dedicato al G8 di
Genova, scritto con caratteri diversi dalle altre pagine del dossier, in
cui si getta l’allarme sulla Commissione parlamentare d’indagine sul G8,
denunciando «le manovre della sinistra da dover fronteggiare»: manovre
volte a scaricare le responsabilità degli incidenti sugli apparati delle
forze di polizia e su non meglio identificati nuclei di destra.
Naturalmente, questo dossier ha fortemente sorpreso i componenti del
Comitato parlamentare di controllo sui Servizi e lasciato di stucco il
governo che nulla sapeva, almeno questo è quanto ha riferito il
sottosegretario Enrico Micheli nel corso dell’audizione al Copaco. «Questo
dossier - spiega una fonte istituzionale qualificata - va analizzato nel
contesto complessivo dell’attività della struttura di via Nazionale, a
prescindere da eventuali profili di responsabilità penale». Come dire:
spetta alla politica trarre le conseguenze. E, soprattutto, questo dossier
va letto insieme alla documentata operazione di «intossicazione» portata
avanti contro il presidente del Consiglio in carica, Romano Prodi, con il
consenso di Pollari, da Pompa e i suoi amici giornalisti: Renato Farina,
alias Fonte Betulla, e Stefano Cingolani, all’epoca direttore de il
Riformista. È l’8 giugno scorso. Pio Pompa chiama Renato Farina e gli
racconta che il 23 gennaio del 2003 la Ue del commissario Romano Prodi
agevolò i voli Cia in Europa. Il messaggio arriva a destinazione, Farina
si fa mandare la documentazione, scrive l’articolo che spedisce a Pompa
per il visto. Pompa, a sua volta lo legge al direttore del Sismi, che si
informa su chi lo scriverà e suggerisce una piccola modifica: sostituire
il nome di Romano Prodi con quello più generico della Unione europea. Il
suggerimento viene accolto dal vicedirettore di Libero. L’articolo esce
come concordato. 13 giugno del 2006, Pompa chiama Stefano Cingolani.
Stessa tiritera: «Esiste un documento Ue che agevola di fatto i voli Cia e
le rendition». Gongola il direttore de il Riformista: «Tiramolo fuori,
famo l’ultima follia». Scrive il quotidiano il 15 giugno: «Per la Ue erano
removals. E pure Clinton disse ok». Complotti, dossier, depistaggi.
L’inchiesta Telecom e quella su Abu Omar hanno diversi punti in comune. Il
presidente del Consiglio Romano Prodi non ha certo gradito quest’attivitÃ
di violazione della sua privacy, e non è un mistero. Adesso viene fuori
che c’è una struttura Sismi alla dipendenze dirette di Nicolò Pollari che
vuole disarticolare con «operazioni traumatiche» autorevoli esponenti
istituzionali della maggioranza. E naturalmente magistrati.