28.11.07
ilmessaggero. «Manganelli è arrabbiato, dice di andarci giù forte»
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G8, le telefonate intercettate di Colucci:
«Manganelli è arrabbiato, dice di andarci giù forte»
GENOVA (27 novembre) - Ci sono molte espressioni forti nelle
intercettazioni delle telefonate dell'ex questore di Genova, Francesco
Colucci, attribuite al capo della Polizia Antonio Manganelli nei confronti
dei magistrati genovesi e soprattutto contro Enrico Zucca, titolare con
Francesco Cardona Albini dell'inchiesta sull'irruzione della polizia nella
scuola Diaz nei giorni del G8 di Genova, in cui sono imputati 29
poliziotti.
In seguito all'avviso di garanzia ricevuto da Colucci a fine maggio
scorso, l'ex questore di Genova riferisce a un funzionario del ministero
dell'Interno: «Il capo della polizia (Manganelli) è arrabbiato per
l'accaduto e ha detto che devono andarci giù di forza». Colucci, sempre
parlando di Manganelli con un altro interlocutore, riferisce che il capo
della polizia avrebbe detto che «devono fare un'azione comune per essere
pesanti contro i magistrati». In una telefonata del 24 maggio scorso tra
Colucci e Spartaco Mortola, ex capo della Digos di Genova - il cui testo è
stato riportato dal Manifesto - Colucci confidava: «Manganelli stamattina
m'ha detto: "dobbiamo dargli una bella botta a 'sto magistrato" (Enrico
Zucca), mi ha accennato che già qualcuno sta pigliando delle carte non
troppo regolari».
Negli ambienti della Procura si sottolinea che la prassi dei vertici di
polizia, secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche, sarebbe
proprio questa: non solo commenti più o meno pesanti degli imputati contro
i magistrati, ma pressioni e suggerimenti da parte dei capi. Un presunto
malcostume che sarebbe evidenziato anche in una telefonata tra l'indagato
Spartaco Mortola e Maddalena, ispettore inviato a Genova dal ministero per
indagare sulla sparizione delle due molotov, prova regina contro i
poliziotti nel processo Diaz. In una telefonata, Maddalena riferisce
infatti a Mortola (che aveva il telefono sotto controllo per
quell'inchiesta) tutto quanto aveva saputo dai magistrati e nel corso
delle indagini in questura. Nell'inchiesta per la sparizione delle
molotov, che procede nella massima segretezza, per ora è ndagato un
artificiere per falsa testimonianza.